Dillo Ancora

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"Mi vuoi baciare?"

Mario rimane lì immobile a fissarlo, mentre la sua voce percorreva lenta ogni centimetro del suo corpo. Non riusciva più a capire niente. Non ricordava neanche dove si trovasse. E non riusciva a parlare. Le parole svanivano come goccioline all'aria. Si lasciava semplicemente trasportare dal respiro di quel ragazzo che lo faceva sentire vivo.

Mario non vedendo Claudio, sentì un senso di abbandono indescrivibile. Non capiva cosa facesse lui lì. Non aveva senso stare in un posso senza di lui. Si bloccò a quei pensieri. Erano forte, e non si rendeva conto di quanto Claudio gli fosse entrato dentro. Lo sentiva ormai ovunque e cosa più grave che quelle sensazioni le sentiva ogni giorno pensandolo solamente. Stava diventando la sua droga, senza rendersene conto. Appena vide Giulio, il suo cuore iniziò a battere così veloce rischiando di schizzare fuori, ma sentì dolore quando si fermò di botto. Si c'era Giulio, ma Claudio ? Lui non era lì, non era venuto alla festa. È sentì una fitta al petto. Quella certezza è stata uno schiaffo preso in pieno viso e forse il volto non avrebbe pulsato così tanto, come il suo petto in quel momento.
Si sedette sul tavolo bevendo birra, solo, Yuri era insieme al festeggiato naturalmente, era stato proprio lui a farlo andare da Francesco. Non voleva che si deprimesse insieme a lui.
Mentre stava sorseggiando, qualcuno si sedette al tavolo.
"Ehi Mario, come va?"
Girandosi vide Giulio, che gli porgeva un sorriso rassicurante. Almeno questo è quello che provò Mario vedendolo.
"Ciao Giulio"
Gli sorrise forzatamente, per poi riprendere a bere.
"Cla non viene"
Appena pronuncio quelle 3 parole si bloccò per secondi e lo guardò.
Giulio gli mise una mano sulla spalla. Mario non se ne accorse, ma i suoi occhi gridavano, avevano una voglia di piangere, erano rossi.
"Giulio non ti ho chiesto niente"
"Ah no, mi sembrava il contrario. Mario stai morendo per sapere perché non è venuto. E lui è a casa perché sapeva che tu non saresti venuto. Due idioti, decisamente due idioti. Perché non parlate, prendetevi a pugni, fate come credere, ma almeno mettere fine a questa sofferenza. Si vede,state male entrambi e vi state aspettando l'un l'altro."
Mario lo guardò sorpreso non si aspettava queste parole.
<Lui è a casa perché sapeva che tu non saresti venuto.>
"Oggi siete in vena di prediche? Tu e Yuri vi siete messi d'accordo?"
"Forse perché entrambi abbiamo per amici due emeriti coglioni. E per svegliarvi dovete per forza essere bacchettati."
Mario sorrise a quelle parole.
"Giulio sarà arrabbiato con me, lui mi ha mandato un messaggio dove mi chiedeva di provarci, di provare a stare insieme. E io neanche gli ho risposto. Quindi come posso adesso guardarlo e parlare con lui, oppure pensare solo di chiamarlo?
" Mario ascolta, Claudio da quanto ti ha visto non fa altro che parlare di te. Capisci ? Io mi devo sorbire ogni santo giorno lui che parla di te. Assurdo.
Mario di qua, Mario di la
Mario Mario Mario Mario ovunque.
Pesante come pochi. E secondo te è arrabbiato ? Deluso si, anche tanto. Ma Mario vuole vederti, aspetta te da tanto. Perché state continuando a percorrere due strade parallele, quando l'incrocio sta a pochi passi da voi?"
Mario sentì un battito al cuore, come se volesse dire qualcosa.
Ripenso alle parole di Yuri
"Mario vivi l'attimo" è così senza pensarci, disse
" Giulio mandagli un messaggio, di che sono qui"

Giulio lo guardò con aria divertita, annuì e invio il messaggio.

"Mario volevo ringraziarti per l'altra sera."
Mario non riusciva a capire a cosa si riferisse e lo guardò confuso di rimando
"Mario, ti ricordi quando avevo detto che mi sembravi conoscente? Eri tu,il ragazzo di quella notte e Claudio mi ha dato la conferma. Sei diventato un ossessione da quel giorno. Ah ah"

Mario continuò a guardarlo con aria confusa fino a quando non riuscì a fare mente locale.
Oddio adesso ricordo, il ragazzo che piangeva in quel vicolo era Claudio e l'amico eri tu.
Giulio annui, confermando il tutto.
Ringraziò Mario per come aveva trattato Claudio. Con tatto e delicatezza. E per come era venuto da lui per comunicargli che il suo amico era in difficoltà.
"Giulio ma io non ho fatto proprio niente, non c'è bisogno che mi ringrazi, anzi avrei voluto fare di più .."
Giulio gli sorrise e andò via lasciandogli una pacca sulla spalla
"Rilassati Mario, arriverà sicuramente, non hai idea di come l'hai ridotto."
Rise di gusto e si allontanò facendogli l'occhiolino.
"Vado adesso, ci sono 2 ragazze che aspettano me" .
Ridendo con aria da furbo.

Mario rimase lì ad aspettare. Guardava il suo orologio ogni secondo, ma quella lancetta non ne voleva sapere di muoversi. Mentre continuava a girarsi intorno, si avvicinò al tavolo Matteo. Era un bravo ragazzo, gentile ed educato. E lo trattava bene. Gli offrì un altra bottiglia di birra e parlavano tranquillamente della giornata che avevano trascorso. Mario però continuava a vedere l'orario e non vide nessuno arrivare. Non lo vide ancora.
Così andò in bagno per rinfrescarsi un poco. Si scusò con Matteo e si alzò.
Entrò in bagno e aprendo il rubinetto si rinfresco il viso, fino a quando non sentì il suo nome.
Era sorpreso. L'aspettava da tanto ed adesso che era lì di fronte a lui aveva perso completamente la capacità di pensare
Quando Claudio si avvicinò a lui, sempre più vicino, e sentendo il suo contatto sulla sua pelle, la voglia di averlo ancora più vicino cresceva di più fino a tormentarlo. Ma non riusciva a dirlo. Si abbandonava a lui, e chiudendo gli occhi sperava di sentirlo ancora di più.
Quella domanda, lì buttata. Diretta e senza preavviso. Assalì Mario violentemente. Certo che voleva baciarlo. Ormai quelle labbra se le sognava la notte. Erano diventate una croce.
Sentì Claudio avvicinarsi ancora di più ed ansimò ancora.
"Mario dillo"
dire cosa ? Non riusciva a parlare , le parole erano bloccate. Come poteva.
Lo guardava, continuava a guardarlo sperando che capisse dal suo sguardo. Claudio lo sapeva, aveva capito benissimo. Ma voleva sentirlo. Non gli bastavano i soli sguardi.
Claudio prese delicatamente le sue mani e le portò sopra la testa di Mario. Con una mano le teneva su e con l'altra scendeva lungo il braccio, procurando in Mario un brivido mix di piacere e solletico. Con la mano arrivò al collo, e accarezzandolo vide Mario piegarlo leggermente, allora prese il suo mento per farsi guardare. "Non distogliere lo sguardo Mario". "Continua a guardare me" Si avvicinò all'orecchio e lo morse. Mario sussultò sorpreso. "C..Cla". Claudio alzó lo sguardo per incrociare i suoi occhi e sussurro sempre all'orecchio "dimmi Mario". Le gambe iniziarono a non sentire più il suolo sotto stante. Era arrivato al limite. Non stava capendo più niente. Stava impazzendo. Tremava l'unica cosa che gli rimaneva era tremare sotto il suo tocco. Claudio senza lasciargli tregua continuò ancora ed ancora. Ritorno sul collo lasciando una scia di piccoli baci umidi e caldi, e quando vide che stava diventando rosso si fermò, per qualche attimo, respirando ancora una volta il suo profumo. Claudio stava impazzendo al tempo stesso, ma non riusciva a fermarsi. Proseguì a torturare il collo di Mario, ma con la lingua, giocava col suo piercing sul collo oramai diventato sempre più caldo, con le vene che pulsavano senza darsi pace. Quel mix di caldo e freddo portò Mario in ecstasi, fino a gemere dal piacere che stava sentendo. Claudio si bloccò e iniziò a guardarlo, avvicinò i loro visi, erano fronte su fronte con due occhi che si mangiavano a vicenda. Respiravano entrambi affannosi, erano stanchi e sudati. Avevano perso la cognizione del tempo. Claudio prese una mano per accarezzargli il viso e Mario si perse ancora di più in quel tocco delicato ma intenso. Claudio prese il suo viso tra le mani e toccandosi i loro nasi, chiuse gli occhi anche lui e gli lascio un tenero bacio sul naso " Mario dimmelo cosa vuoi?" Mario respiro più affannosamente e con un filo di voce, lo disse guardandolo " t-te". Claudio lo sentì finalmente. E tenendolo ancora fra le sue mani disse "Mario dillo ancora" Mario lo guardò profondamente, con quegli occhi neri corvini, ormai lucidi e con le pupille dilatate. Alzó le mani lentamente e le intrecciò con quelle di Claudio, quest'ultimo allentò la presa sul suo viso, sorpreso. Adesso era Mario che si staccò dal muro e si avvicinò verso di lui, trattenendo le sue mani e quelle di Claudio sul suo viso."C-Cla  v-voglio te, baciami p-per  favore".
E quelle labbra che si cercavano, finalmente si trovarono, in un incastro perfetto. Come delle note che insieme armonizzate produco melodia, anche quelle bocche stavano esprimendo la loro musica, delicata ma forte allo stesso tempo.
Si staccarono per riprendere fiato. Ma avevano fame, voglia di loro.
"Andiamo via?"
"Dove Cla ?"

"Andiamo a casa"

Quella Crepa Sul CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora