Un cuore dischiuso

1.1K 105 11
                                    

Say something, I'm giving up on you
And I will swallow my pride

You're the one that I love
And I'm saying goodbye

Say something,
I'm giving up on you
And I'm sorry that
I couldn't get to you
And anywhere,
I would have followed you

Quella sera a Milano la pioggia iniziò a scorrere lentamente, e con le sue gocce delicate si prese carico del pianto sussurrato di due cuori infranti.

Il Freddo circondò quella casa, diventata troppo grande per una sola persona. Un divano era ormai logorato dal pianto incessante di quell'anima in cerca di salvezza. Abbandonato in quel sofà, con un piccolo batuffolo di pelo che lo riscalda dal gelo del suo corpo, troppo freddo diventato, per sentire calore. Rimase lì, neanche lui sa per quanto. Le sue orecchie erano piene di quel suono malinconico di una pioggia d'agosto. Con ancora in mano quel piccolo cofanetto verde, intatto. Non voleva aprirlo, non voleva pensare che fosse tutto finito, non voleva pensare alle sue parole, così pungenti da fargli male, solo al ricordo.

Non doveva affezionarsi a nessuno. Le persone non rimangono per sempre, ti abbandonano. Meglio non soffrire per loro. Era un guscio senza anima, incapace di amare.

Due erano le braccia che circondarono Mario, appena entrò in casa. Era bagnato, tremava, ma non era dovuto alla pioggia appena discesa, ma al gelo che sentiva invadere il suo cuore. Aveva due occhi spenti e stanchi dalle lacrime che continuavano a scendere senza riposo. Il dolore che sentiva lo stava torturando. Quel ragazzo era riuscito a renderlo nudo di tutto, e in quel momento, lo capì, aveva lasciato in quella casa un pezzo di lui. Ne era innamorato fino a togliergli totalmente il respiro. Perché doveva finire in questo modo? Non avrebbe dovuto aprirsi così tanto. Perché adesso, proprio adesso quella ferita sulla sua pelle, si era aperta, sanguinando.
Ed era tardi per rimarginarla. Sarebbe diventata una cicatrice. Un ulteriore spina sul cuore, un'altra crepa, più profonda, e più dolorosa della prima.

Mario è un sognatore. Si dona completamente all'altro. Lui vive d'amore. E' perdutamente innamorato dell'amore. E ha bisogno di sentirsi amato. Di un amore puro, di un amore che lo completi profondamente e che riempi le sue giornate. E proprio quando pensava di averlo trovato, precipitò tutto. Le parole di Claudio, l'avevano rotto, l'avevano steso, come un pugno in pieno viso, ma forse quello, paradossalmente, avrebbe fatto meno male.

"sei solo un numero per me "

Quella voce non voleva abbandonarlo, continuava ad invadergli la mente, come un disco rotto. Così cercava di stringere più forte quel corpo dinanzi a lui. Nella triste speranza di dimenticare tutto. Quei tormenti, quel suono così acuto nella testa, troppo assordante, da far cessare. Dimenticare Claudio.

Una mano iniziò ad accarezzargli i capelli, cercando di dargli quel minimo di sollievo, per tranquillizzarlo. Lo Cullò dolcemente, aspettando, con pazienza, il cessare del suo pianto.
<< è finita, stavolta è finita veramente>>
disse con voce tremante e rotta dal pianto.

Poi un numero di telefono venne digitato, e una voce rispose

<<Pronto?>>

<< Vai dal tuo amico a tirargli i capelli o quello che vuoi, digli di muovere il culo e venire qui. >>

<< che è successo?>>

<< Lascio a lui il dovere di dirtelo, ma ti avverto, se non si sveglia, vado lì a farlo io stesso e ti assicuro che non sarà tanto piacevole>>

Quella Crepa Sul CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora