Turbamento

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L'amore dà vitalità. Dona sensazioni di gioia, felicità e piacere. Ti fa sentire soddisfatto, ti rende appagato. Ma se ti lascia, porta via con se tutto quello che ti offre. Lasciandoti tra mani sanguinanti, un cuore sofferente.
Non esiste metro per misurare l'amore. È immenso, e più ti nutri di esso, più senti dolore quando ti abbandona. Conoscerai l'ingiustizie che lascia un amore, il rifiuto di non essere amato, le incomprensioni di un cuore turbato dalle ombre rosse della gelosia. Ti sentirai freddo, di quel gelo che penetra le ossa. Con un cuore in balia di se stesso. Organo così perfetto,da alimentare ogni singolo giorno. Perso.Da solo,senza più quei fili che lo sorreggono. Tutti spezzati. Come anch'esso. Rotto. Torturato. Martoriato dalle sue stesse spine, appuntite, come le pene d'amore.

Perché deve essere
tutto così difficile?
     Basterebbe così poco
per essere felici

I giorni passarono lenti come quei rintocchi che non smettono di intonarsi nel silenzio di quella casa. Claudio era taciturno da un paio di giorni, era scontroso. Non andava a casa di Mario da quella domenica. Era Mario che andava da lui, senza chiedere niente. In quel momento la loro storia era in totale stand by.

Perché? Per cosa? Per chi?

Mario non lo capiva. Claudio era un enigma, difficile da capire. Un ghiaccio. Più cerchi di avvicinarti, più lui ti respinge. Allora cercò di dargli tempo. Lui era sicuro dei suoi sentimenti. Forse Claudio ancora no. È questo lo feriva terribilmente.

Mario era impegnato per un esame imminente e restava a casa per studiare. Lì col cellulare tra le mani in attesa. Aspettava una chiamata, un messaggio, che non arrivava mai. Non uscivano quasi più, si sentivano pochissimo e si vedevano altrettanto di rado. Claudio era distante. Troppo lontano. Pericolosamente si stava allontanando da Mario. Pensava di essere diventato invisibile ai suoi occhi. E di notte, stretto sul cuscino, stringeva gli occhi nel pianto.

Claudio riprese a lavorare regolarmente. Bene. Per lui andava bene, anche troppo. Stare fuori significava impegnarsi su qualcosa. Impegnare il tempo per non pensare. Quei pensieri che lo soffocavano. Che Toglievano la capacità di respirare. Dentro di lui mille pensieri lo attanagliavano e tutto cadeva nella paura di perderlo, di non essere abbastanza, di non poterlo rendere felice. 

Daniele è più giusto per lui. Io? lo farei solo soffrire.

Non andava a casa di Mario per evitare di vedere quella presenza girare per casa. Ogni giorno era buttato a casa di Mario. Con una scusa diversa ogni volta. Mario è troppo buono. Gentile, altruista. Non riesce mai a dire di no. Claudio si stava logorando dentro, giorno dopo giorno. Non si sfoga. Non parla. Non esprime i suoi sentimenti. E neanche cerca di capirli fino in fondo. Quel ragazzo poteva renderlo felice e il solo pensarlo, bruciava il petto.

Giulio provò di portarlo alla realtà. Di fargli capire ciò che provava. Ma Claudio era un idiota. Troppo orgoglioso del cazzo. Lui geloso? Non può esserlo. Non avrebbe senso.

Sa che è vero. Ma non riusciva a dirlo al proprio amico. Non può. Si bloccava tutte le volte. E le uniche parole che fuoriuscivano dalla sua bocca erano tutte negazioni dell'evidenzia. 

Amava Mario con tutto il suo cuore. Per quanto rigido e freddo potesse essere. L'amava. Ma troppe erano l'insicurezze, e tante le paure, che lo portano a chiudersi ogni volta. Rendendolo paralizzato dai suoi stessi sentimenti, in trappola, tra quattro mura pronte a schiacciarlo. Era completamente pietrificato. Lasciando il suo cuore stretto nella morsa di tormenti. Quelli stessi che lo divoravano dentro. Non aveva il diritto di sentirsi così, non aveva il diritto di stargli accanto.

Quella Crepa Sul CuoreWhere stories live. Discover now