Brucia come Fuoco

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Mario era disteso sul suo letto, a fissare non sa neanche lui cosa. Tutto aveva preso una forma informe in quel momento. Il pavimento, il comodino, tutto rischiava di essere inghiottito, da quell'aria soffocante, compreso lui. Fissava il cellulare, nella speranza di una chiamata che non arrivava. Si strinse immaginando due braccia che lo facessero per lui. Chiudeva gli occhi all'immagine di un ricordo. Come un totale illuso.

Aveva un guerra dentro il suo cuore.

Provare o Rinunciare?

Se Claudio non voleva continuare la loro storia, come poteva lui provare a salvarla? Claudio non l'amava. Per lui non era importante. Semplice, inutile infatuazione momentanea. Nulla di più. E per questo come poteva lui, col suo sentimento a senso unico, provarci ancora? Doveva a malincuore rinunciare anch'egli. E questa consapevolezza sempre più viva prese spazio nel suo cuore. Quel cuore che aveva affrontate tante difficoltà, che aveva provato tanta sofferenza.

Sperava che Claudio fosse diverso. Che fosse quello giusto. Pensava di averlo trovato finalmente. La persona che potesse bastargli. Colui che lo completasse. Fino all'anima. L'amore di tutta una vita.
Lo sperava. Ma dovette ricredersi.

Si sentiva come una mela rotolata via da sopra al tavolo, finita in un angolo disperso della casa. Persa, abbandonata, dimenticata. Destinata solo a marcire.

Perché quando, credeva finalmente di potersi abbandonare a qualcuno, quello deve scappare via?
Lasciandolo solo, dentro quattro mura, con un cuore da svuotare da tutto per la seconda volta.
Abbandonato con un cuore sanguinante.

Era arrabbiato con se stesso. Credere ad una persona così tanto facilmente, quando lui stesso aveva provato in passato tanta sofferenza. Non doveva. Aveva sbagliato tutto. Era colpa sua, se stava nuovamente soffrendo per amore. Era colpa sua, per essersi fidato di qualcuno che non conosceva abbastanza.
Tutto per la sua fame d'amore.

Era furioso con Claudio, per quello che aveva fatto. Per come l'aveva trattato. Uno come tanti? Un oggetto? Un numero.
Si sentiva uno schifo. Si era donato a quel ragazzo, per poi essere buttato in quel modo.

Schifo.

Voleva cancellare il suo odore di dosso, voleva dimenticare i suoi baci, voleva chiudere gli occhi e non pensare ai suoi, ma quella stanza, quel letto, quelle lenzuola. Tutto gli impediva di dimenticare. Ogni centimetro di quella stanza odorava di lui. Lui stesso aveva il corpo impregnato del suo profumo.

E L'odiava per questo. L'odiava per averlo fatto innamorare. L'odiava perché i suoi occhi l'avevano penetrato talmente tanto che ormai il suo corpo ne era ipnotizzato. Quelle mani le sentiva dappertutto. Quella bocca era diventata la sua ossessione più grande.

Come poteva sentire solo lui questi sentimenti? Come poteva non sentire neanche un grammo di quello che lui stesso provava per quel ragazzo dagli occhi verdi?

Era veramente un amore a senso unico?
Era veramente tutta un invenzione della sua testa ?

Bussarono al citofono, e lui pensò che fosse Francesco. Ma quella che sentì, non fu di certo la sua voce. Era profonda, era dolce, era calda. E lui la conosceva bene.

Claudio era lì, in casa sua.

Voleva dargli il colpo di grazia?

Mario non lo sapeva. Non voleva sentire più niente, se questo significasse soffrire un altra volta. Già la sua lama l'aveva assestata bene. Non avrebbe retto ad una nuova.

Quella Crepa Sul CuoreWhere stories live. Discover now