Calma Apparente

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Le stanze del cuore
chiuse da troppo ormai
al mondo riaprirò
il sole ci entrerà
sono tranquillo ma
è solo calma apparente...

Claudio era sveglio da un po', non riusciva più a dormire, era troppo preso ad ammirare quella creatura che giace al suo fianco.

Quelle grandi spalle che si alzano leggermente ad ogni respiro e lo coprono dalla luce fastidiosa del mattino.
Quelle curve così perfette, che poco prima, premevano su di lui dolcemente, riuscendo a percepire quella morbidezza ad ogni carezza ricevuta da quel corpo caldo imperlato di sudore.
Il freddo e il caldo, in quel momento, erano una miscela perfetta. Si fondevano perfettamente.
Prima il freddo di un abbandono, poi il caldo delle sue labbra. Poi il fiato freddo del vento che arrivava sulla sua schiena, e successivamente il fuoco di due braccia che lo avvolgevano.

Di notte rimasero così, abbracciati uno sull'altro. Stretti con i loro cuori che battevano simultaneamente.
E cullati da loro stessi, si addormentarono dolcemente.
Con quel calore che come un'aurea avvolgeva e riscaldava i loro corpi nudi.

Claudio era perso a fissare quel corpo.

Sentiva ancora quei brividi, che solo quel ragazzo, gli riesce a far provocare.
Quell'elettricità che lo riportava alla vita.

Quella piccola distanza stava diventando troppo grande, si sentiva nudo, solo e freddo. Così dolcemente, si avvicinò a quel corpo che ormai era la sua linfa, si accoccolò il viso sulla sua schiena regalandogli piccoli teneri baci e le sue mani circondarono i fianchi di Mario, per stringersi ancora di più a lui e sentirne l'odore della pelle, che ama tanto.

Non voleva staccarsi. Era tutto talmente perfetto, che sembrava un sogno.
Dopo tanti incubi, quel meraviglioso momento sembrava troppo surreale per i suoi occhi.

Voleva sentire il suo respiro sulla sua carne, voleva abbandonarsi a quel buio luminoso dei suoi occhi, voleva sentirsi protetto da quelle braccia che quella notte l'hanno accarezzato e stretto più e più volte. Voleva quelle labbra disperatamente. Così soffici, così calde da bruciare al contatto. Voleva sentire, ancora ed ancora, quelle grandi mani che premevano ogni parte del suo corpo.

Non desiderava perdere più niente.
Doveva viversi quel ragazzo. Perché con Mario, era diverso.
Diventava impulsivo, a tratti geloso, estremamente dolce e stranamente spontaneo.

Era innamorato.

Finalmente era riuscito ad aprire quel lucchetto, finalmente aveva affidato la chiave del suo tutto, alla persona di cui era innamorato.

E quella persona era Mario.

Quelle sensazioni erano nuove, erano incontrollabili, ma bellissime. Voleva sentirsi diverso, voleva sentirsi nuovamente vivo. Voleva ritornare a respirare.

E Mario, era la sua salvezza più grande.

Dolci, calde lacrime sgorgarono dai suoi occhi, scivolando delicatamente sulla schiena di Mario. Non voleva svegliarlo, ma quelle gocce cristalline, stavano uscendo senza permesso.
Si asciugò il suo viso, con la mano. E quando la tolse dagli occhi, due pietre nere profonde, lo stavano già fissando.

Abbozzò un sorriso imbarazzato.

Quello sguardo era così intenso che bruciava ogni volta. Tutta la sua pelle era infuocata da quel nero accecante.

Quella Crepa Sul CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora