Vento di Felicità

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Mario aprì gli occhi infastidito da quel raggio di luce, che entrando dalla fessura delle serrande, colpì il suo volto.

Era poggiato sul petto scolpito di Claudio. Rimase lì, senza muoversi, facendosi cullare ancora un po' dal suo respiro.

Il petto di quel ragazzo che si muoveva su e giù, era la monodia più belle che avesse mai sentito al mattina.
Il calore che emanava sul suo corpo aveva la capacità di rincuorarlo.

Aveva un viso rilassato, con quel ciuffo scomposto, e quella bocca, che agli occhi di Mario, sembrava più rossa del solito. Aveva ancora delle goccioline di sudore che gli percorrevano tutto il corpo, e quella visione era, ai suoi occhi, estremamente sensuale.

Voleva toccarlo, voleva percorrere quel corpo con le sue mani. Aveva voglia di sentirlo ancora una volta.

Ricordava la notte di sabato, ricordava tutto, questa volta .
Quell'emozione che stava provando era indescrivibile. Non poteva credere che quel ragazzo, bellissimo, occhi di un verde limpidissimo, la scorsa sera l'aveva avvolto tra le sue braccia, facendolo sentire una parte di lui. Sentiva in ogni centimetro della sua pelle il suo profumo. Lo sentiva ovunque.

E tremava. Di un piacere unico. E quel pensiero, quel ricordo, risvegliò, anche, la sua intimità, che piano iniziava a rigonfiare.
Si strinse ancora di più a lui. Intrecciando le sue gambe a quelle di Claudio. Per farsi riscaldare sempre di più dal calore di quel corpo.

Chi ti ha portato sulla mia strada?
Ti merito veramente?

Mario sentì il corpo sotto di lui muoversi leggermente, E chiuse gli occhi, facendo finta di dormire.

Claudio aprì gli occhi, guardando quel corpo che giaceva sopra di lui. Sorrise e delicatamente accarezzandogli la fronte, lasciò un bacio casto sulla tempia di Mario.
Non riusciva a credere, che quella creatura che dormiva sopra di lui, fosse sua.
Tutto Suo.
Poteva pensarlo veramente? Dopo questa notte, stavano insieme?
Non lo sapeva. Non sapeva che pensava Mario. E non capiva realmente i suoi sentimenti.
Sapeva soltanto che con Mario stava bene. Finalmente bene.
Ma non sapeva definirlo a parole.

Claudio con la mano prese il cellulare sul comodino per vedere l'orario.
Erano le 8.30.
Era ancora presto, non doveva andare a lavoro. Era domenica e poteva stare lì a dormire quanto voleva.
Ma non voleva perdere tempo a dormire. Quando stava con Mario, il tempo trascorreva veloce. Non bastavano più le giornate di 24h. Erano troppo brevi ormai.

Mario.
Lo chiamò dolcemente, dandogli un altro bacio sulla fronte.

Mario rimase con gli occhi chiusi, adorava quelle attenzioni che gli dava, stava iniziando ad apprezzare  tutto di lui. Dal suo tocco ai suoi baci.

Aprendo gli occhi. Si ritrovarono. Quel contatto visivo era intenso, forte. I loro colori si univano alla perfezione.
E Mario, sentendo un brivido lungo la sua schiena a quell'incontro,non riuscì a fronteggiarlo per molto. Così abbassò lo sguardo e fiondando il viso sul suo petto, come a nascondersi, con voce ancora assonnata gli diede il suo Buongiorno.
Claudio, avrebbe passato ore a guardarlo, e con entrambi le mani, alzó il suo viso, sorridendo ricambiò il Buongiorno. Avvicinò, poi, la sua bocca al suo viso, lasciandogli un tenero bacio sul naso.
Mario arrossì e allontanandosi dal suo petto, si coprì il viso con le lenzuola.

Mario?
Chiese Claudio con un viso stranito.
Mario non gli rispose, era lì sdraiato che dava le spalle. E non voleva ascoltarlo.
Claudio circondò con le sue braccia quel fagottino di lenzuola bianche e lo girò dalla sua parte. Si mise sopra di lui e si avvicinò al viso di Mario, coperto da un velo bianco che lo separava da lui.

Quella Crepa Sul CuoreWhere stories live. Discover now