Capitolo 12

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L'EQUILIBRIO SI ROMPE (O QUASI)

Messo il piede fuori la fortezza Brandon crollò, si coprì il volto con la mano e si voltò dall'altra parte.

"Brandon..." Flora cercò di avvicinarlo ma lui si scostò e si girò per non farsi vedere, asciugandosi il volto di fretta. "Ehi, va tutto bene." Disse Flora, lo voltò verso di lei e lo abbracciò. "Non devi vergognarti, hai capito?" Brandon la strinse e mormorò:

"Ha ragione, io torno sempre. Sono io quello che torna sempre e mi sento uno stupido."

"Non sei uno stupido, hai un cuore." Replicò Flora, stretta a lui. Dopo alcuni istanti la lasciò andare e chiese:

"Credi che sia la cosa giusta?" 

"Credo che il suo aiuto potrebbe essere molto prezioso. Non farà passi falsi, non gli conviene." Brandon distolse lo sguardo e disse:

"Non so se posso fidarmi di lui, anche se vorrei tanto."

"Brandon, te l'ha promesso, e pare che per voi due significhi qualcosa..."

"Già, croce sul cuore... è per questo che non so se fidarmi." Flora scosse la testa non capendo a cosa si riferisse. "Nostro padre, lui... sai, quando era una promessa che aveva intenzione di mantenere, era una croce sul cuore e... e promise croce sul cuore che sarebbe cambiato e... e non la mantenne. Io e Logan ci eravamo ripromessi che per noi sarebbe valso qualcosa, che noi quel tipo di promesse le avremmo mantenute... ma credo che Logan somigli di più a nostro padre, e se lui ha avuto il coraggio di promettere e poi andarsene allora forse anche Logan..." Sospirò, poi la guardò. "Andiamo?" Flora annuì, stavano per andare ma Flora disse:

"Brandon, tuo padre..."

"... Flora." La interruppe lui voltandosi verso di lei e guardandola negli occhi. "Devo chiederti un favore: a meno che non te ne parli io, non chiedere mai di mio padre."

"Oh, d'accordo, va bene." Replicò lei, sorpresa, con un cenno della testa.
Non dissero altro fino all'arrivo ad Alfea, Flora non lo forzò e Brandon sentiva che per quel giorno aveva già dato troppo. Alcune delle fate salutarono Flora, poi i due raggiunsero l'ufficio della preside Faragonda. L'ispettrice Griselda era alla sua scrivania e si occupò di far sapere a Faragonda che volevano parlarle.

"Flora, Brandon, che ci fate qui?!" Chiese la preside non appena li vide, preoccupata.

"Non è successo nulla di grave, preside Faragonda, stia tranquilla." La rassicurò Flora con uno dei suoi soliti sorrisi.

"Oh, bene..." Disse Faragonda, tirando un sospiro di sollievo. "... ma allora cosa ci fate qui?" Flora e Brandon si scambiarono uno sguardo e sedettero di fronte alla scrivania della preside, fu Flora a parlare.

"Eldora e Selina non hanno potuto aiutarci, abbiamo bisogno di qualcuno che pratichi, o che abbia praticato la magia nera per fermare quelle ombre, e crediamo che Logan potrebbe darci una mano."

"Tuo fratello?" Chiese rivolta a Brandon, sospirò. "Beh, ora è a Roccaluce..."

"È per questo che siamo qui." Dichiarò Flora. "Lei potrebbe intercedere per noi con il Consiglio Magico per permettere a Logan di lasciare Roccaluce per un determinato tempo, il tempo necessario per fermare quelle ombre. Preside Faragonda, controllano le menti, cancellano i ricordi... dobbiamo fermarle. Hagen sta forgiando per noi il Sigillo, notte dopo notte, ma mancano ancora molte settimane per finirlo."
Faragonda li guardò entrambi, passandosi un dito sulle labbra serrate, riflettendo. Poi affermò:

"Avete ragione." Incrociò le braccia sulla scrivania. "Mi mancano i tempi in cui potevo dirvi che la vostra idea era troppo pericolosa e potevo darvi un'alternativa, ma ormai sapete esattamente cosa fare... avete ragione, quelle ombre vanno fermate e nessuna di noi qui ne sa abbastanza di magia nera, a noi fate è proibito praticarla... incontrerò il Consiglio e vi farò sapere."
I due giovani salutarono la preside e lasciarono il suo ufficio e mentre attraversavano il cortile di Alfea per lasciare il college Flora chiese:

Bocciolo D' InvernoWhere stories live. Discover now