Capitolo 31

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MORTE DI UN SOGNO E CADUTA DEGLI EROI

Avevano lasciato l'esercito con i pirati e le streghe, ingabbiati dalla magia, ed erano corsi lì. Una corsa che sembrò durare un'eternità. Si fecero strada nel bosco, per il boschetto delle fragole e poi per il sentiero oscuro. Flora sentiva nel suo cuore che era finita, ma sperava di sbagliarsi, sperava di essere troppo pessimista. Il cuore le batteva forte, non riusciva neanche a sentire suo padre, che prrovava a dirle di stare calma. Con la mano tremante, Flora alzò i rampicanti e si ritrovò nell'antro della Natura, il suo cuore sembrò fermarsi per un attimo. Vymarna era davanti alla sua quercia, e intorno a lei c'erano le sue ninfe. Alle radici della quercia c'era Alyssa, rannicchiata accanto ad essa, e Martha seduta accanto a lei. Il Bach Seibei era in piedi, di fronte a loro, osservando impassibile la scena. Questi si voltarono quando videro che gli altri erano arrivati lì.

"Mamma!" Fu ciò che esclamarono le sorelle, correndo da lei. Gli altri le seguirono, sconvolti. Martha lasciò loro lo spazio e lasciò che la sua famiglia si stringesse a lei. Rodols e le sue figlie le presero la mano, con le lacrime agli occhi. Alyssa, debolmente, sorrise.

"Mamma, ma che cosa hai fatto?!" Chiese Flora, incapace di trattenere le lacrime.

"Ho fatto ciò che dovevo, tesoro." Rispose sua madre, quasi in un sussurro.

"Ha donato il resto della sua energia a Vymarna." Spiegò Martha, "Così il pianeta si è difeso. Alyssa era una ninfa, figlia di Vymarna, era l'unica che poteva darle tanta energia anche se ormai umana, e l'unica a quanto pare disposta a farlo." Flora la guardò solo per un secondo, poi si rivolse di nuovo a sua madre.

"Ho solo affrettato un po' le cose, ma alla fine state tutti bene, è questo ciò che conta." Disse Alyssa. Flora alzò lo sguardo verso Vymarna, che guardava la scena in silenzio.

"Sei un'egoista." Le disse la keimerina. La Natura fu sbigottita, si accigliò accentuando le sue rughe.

"Bada a come parli, keimerina! Sei identica a tua madre, non c'è che dire!" Flora stava per replicare, ma Alyssa le strinse la mano e lei le dedicò di nuovo la sua attenzione.

"Flora, Rodols, lasciate che parli un secondo con Miele." Fecero come era stato loro detto e si allontanarono. Rodols tenne stretta a sé sua figlia, mentre gli altri erano distanti, lasciando che la famiglia potesse salutarsi. Le ragazze cercavano di trattenere le lacrime, per dare conforto, i ragazzi tennero tutti lo sguardo basso. Il bach Seibei si allontanò e si diresse verso lo specchio d'acqua, mentre Martha raggiunse Helia, suo amico più stretto in quel gruppo. Brandon pianse, senza preoccuparsi d'altro. Le lacrime gli rigarono il viso, mentre nel petto il dolore si faceva spazio, come per ricordargli che non era ancora finita. E poi si sentì chiamare, guardò Flora per chiederle con lo sguardo, e lei disse: "La mamma ti vuole parlare." Lui fu incerto all'inizio, poi però la raggiunse, mentre Miele andò a stringersi a sua sorella e a suo padre.

"Ehi." Le disse Brandon, chinandosi affianco a lei e prendendole la mano.

"Finalmente piangi... dovevo fare io questa pazzia per farti guardare in faccia i tuoi sentimenti." Gli disse Alyssa, asciugandogli le lacrime con la mano.

"Hai fatto una stupidissima pazzia, lo sai, vero?"

"L'ho fatto per amore, e tu più di tutti dovresti capirmi." Brandon sorrise stringendo le labbra, annuendo leggermente.

"Alyssa, io ho ancora bisogno di te." Affermò poi il giovane, guardandola. Lei sorrise amaramente.

"Lo so, tesoro, e mi dispiace tanto. Ma ora c'è Flora al tuo fianco, e hai una famiglia che ti vuole bene. Andrà tutto bene, vedrai."

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