Capitolo 23

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HOMO FABER FORTUNAE SUAE

Il principe Jackson era rimasto in silenzio mentre tutti si animavano e parlavano cercando un piano. Passava lo sguardo su chi parlava, ma aveva l'impressione di essere fuori posto; a dirla tutta, si sentiva un po' a disagio. Ormai ci aveva fatto i conti con quella sensazione. Jackson si sentiva a disagio per la maggior parte del tempo, che fosse a palazzo o da qualsiasi altra parte. Perché lui era il principe, ed era figlio di suo padre, e tutti si aspettavano sempre qualcosa da lui, qualcosa che lui non aveva. Esperienza, saggezza, furbizia. Tutte grandi doti di un grande re, che suo padre appunto possedeva, e che lui, nonostante fosse ormai un uomo, sembrava non avere ancora acquisito, secondo lui. Il suo amico Nikolai l'aveva rimproverato spesso a questo proposito: gli aveva detto che doveva smetterla di mettersi a confronto con gli altri, di cercare di dimostrare quanto valesse, e agire, far parlare i fatti. Nikolai credeva in lui, e questo faceva di lui un grande amico. Lo spirito dell'Inverno aveva conosciuto i segreti di Jackson, era stato suo confidente ed amico, e il principe aveva ricambiato il favore. Nikolai aveva spesso discusso con re Ruben, e Jackson aveva provveduto a far tornare l'armonia, facendo ragionare il suo amico e appellandosi alla clemenza di suo padre. Era quella la differenza tra il principe ed il re: il primo voleva davvero bene a Nikolai, teneva a lui, e il conoscere la sua storia l'aveva fatto sentire ancora più vicino a lui; il secondo, invece, per quanto potesse trovare divertente e simpatico lo spirito dell'Inverno, aveva calcolato le sue mosse e sapeva di voler avere dalla parte degli amici un'entità tanto potente. Nikolai non era nato da poco, e lo sapeva, e fu per questo che non si era mai confidato con nessun altro che non fosse il suo amico Jackson.

"Ecco, prendi." Gli aveva detto Nikolai quella fredda mattina, mentre di fuori non smetteva di nevicare. Erano insieme nella biblioteca del palazzo.

"Che cos'è?" Aveva chiesto il principe, ammirando tanta bellezza.

"È un cuore della natura, anzi, più precisamente è l'ultimo cuore della natura che sia stato forgiato."

"Un... un cuore della natura? Me ne hai parlato, ma perché vuoi che l'abbia io? È tuo."

"Già, ma come avrai intuito ci sono poche speranze che nasca un'altra keimerina, non credi?" Aveva detto Nikolai, amareggiato.

"Non puoi saperlo. Se ami davvero la tua driade, Alyssa, allora troverete un modo per ritrovarvi, ne sono certo."

"Jackson, sei così giovane..." Aveva detto, con un sospiro, l'Inverno. "... la tua speranza mi rincuora, ma credimi se ti dico che Vymarna non cambierà idea. Alyssa dipende da lei, non potrebbe mai allontanarsi dal pianeta."

"Nikolai, tu l'ami." Aveva insistito Jackson, guardando il suo amico.

"Sì, lo so. E credo che in tutta una vita immortale mi sia capitato raramente di amare qualcuno come amo lei..." Gli occhi di Nikolai erano diventati lucidi, Jackson gli aveva poggiato una mano sulla spalla. "Ascolta: io ora sono mortale e non potrò per sempre occuparmi di Sakoma, un pianeta con così poca concentrazione di magici eppure così bisognoso di magia... il punto è che so che non ci saranno altre keimerine, e voglio che questo cuore della natura l'abbia tu. Donalo alla donna che sceglierai di amare per tutta la vita. La sua magia non si attiverà come per una delle mie figlie, ma è comunque un artefatto intriso di magia, forgiato dal sottoscritto, e vi permetterà di tenere Sakoma al sicuro."

"Nikolai, non so se posso accettare..." aveva borbottato Jackson, incerto.

"Te ne sarei grato se lo facessi."

"Va bene." Aveva concesso il principe, con un sorriso.

"Ma devi promettermi una cosa." Jackson aveva annuito. "La donna che avrà questo ciondolo dovrà amarti di un amore vero e sincero, dovrà starti vicino e colmare questo vuoto che ti porti dentro. Dovrà consolarti dal tuo dolore, Jackson, dovrà essere il motivo del tuo sorriso. Voglio che tu sia davvero felice."

Bocciolo D' InvernoWhere stories live. Discover now