Capitolo 27

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IL VELO CADE

Quella mattina, Brandon fu svegliato dalla luce che filtrò da uno spazio tra le tende. Non appena aprì gli occhi, si rese immediatamente conto di stare molto meglio. Si passò una mano sull'addome, dove aveva ancora le fasciature, ma sentì che non c'era più niente di rotto o di aperto. Scostò le lenzuola e provò ad alzarsi. Sì, si sentiva abbastanza bene. Andò vicino alla finestra e guardò di fuori. Il cielo era coperto, rossastro, e c'era uno squarcio che lo attraversava e sembrava infinito quanto il cielo stesso. Brandon sospirò, ormai non sapeva più cosa pensare. Si strofinò il mento, e si rese conto che aveva bisogno di radersi. Poi si sfiorò le labbra con un dito, rendendosi conto che erano ancora un po' rotte. Bussarono alla porta, si girò verso essa quasi impaurito. Tentennò, ma poi disse: "Avanti." Fu stupito quando vide che ad entrare fu Miele.

"Brandon! Stai bene!" Esclamò la ragazzina, andando da lui e abbracciandolo. Lui non disse nulla, anche se la avvolse in un abbraccio.

"Sì, sto meglio." Disse poi, un po' incerto, ma con un sorriso per non turbarla. Lei lo lasciò e poi disse:

"Sky è sceso stamattina, quindi ho pensato che stessi bene anche tu! E non mi sbagliavo!"

"Ah, Sky sta meglio? Ne sono felice." Replicò il soldato, con un sorriso accennato.

"Sì, e Bloom dice che ormai è praticamente guarito. Tu sembri ancora un po' rotto, invece." Affermò Miele, storcendo le labbra.

"Sì, ma solo un po', sto bene. Tua sorella sa il fatto suo." Miele ridacchiò. "Ascolta, io ora dovrei riposare un altro po', ti dispiace se ci vediamo più tardi? Magari dopo se ce la faccio vengo di sotto, va bene?"

"Va bene." Rispose Miele, annuendo, Brandon abbozzò un sorriso. La ragazzina quindi lasciò la stanza. Chiusa la porta, Brandon prese un respiro, tenendosi la testa fra le mani.

Quando Aisha si svegliò Roy ancora dormiva. Lei, prima di alzarsi, lo guardò, pensando che forse le cose sarebbero andate bene in quel modo. Sentì delle voci, così andò verso la finestra, nascondendosi dietro la tenda, e vide che il principe era in procinto di partire, e con lui c'erano suo padre, suo zio, e suo cugino. Aisha non riuscì a distinguere ciò che si stavano dicendo, ma capì che c'era qualcosa sotto.

Jackson strinse la mano di suo padre, anche se gli rivolse uno sguardo pieno d'astio.

"Mi raccomando, figliolo, cerca di divertirti." Disse il re, in tono di scherno. Jackson non disse nulla. "Notizie della keimerina? Sempre che non sia fuggita con qualche vecchia fiamma."

"Flora è su Domino." Rispose il principe, con il viso duro. Il re scosse la testa, rimproverandosi ironicamente.

"Flora, giusto, giusto... non riesco mai a ricordarlo..."

"Tornerà tra domani e dopodomani. È richiesta la sua presenza lì."

"Oh, capisco... e magari le hai chiesto anche il permesso per partire."

"Se parto," Dichiarò Jackson, accigliato. "è perché ho intenzione di controllare la situazione su Gallifrey dopo quello che mi avete detto. E potete stare sicuro che le cose non si risolveranno in vostro favore."

"È una minaccia?" Chiese suo padre, alzando entrambe le sopracciglia.

"Oh, non oserei mai." Rispose Jackson, con un sorrisetto.

Il principe Jackson partì per Gallifrey in sella ad una windrider, mezzo che aveva conosciuto da poco ma che apprezzava particolarmente. Sapeva che suo padre stava tramando qualcosa, lo conosceva fin troppo bene, ma non riusciva a capire cosa, dato che sembrava aver ottenuto tutto quello che voleva.
Su quello stesso pianeta, ma qualche ora dopo, Musa andò alle scuderie per curarsi del suo drago, e lì incontrò Sebastian, che aveva appena finito di spazzolare i cavalli.

Bocciolo D' InvernoWhere stories live. Discover now