Capitolo 35

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RINASCITA DALLE MACERIE

Andarono tutti da lei, mentre dopo ciò che avevano visto le streghe e i cacciatori di fate erano fuggiti. Zvonimir si era dissolto: era diventato prima un'ombra e poi era svanito.

"Tecna!" Esclamarono le amiche all'unisono, correndo ad abbracciarla. Lei non si mosse, non disse nulla, ma pianse.

"Ragazze." Fu ciò che disse Timmy per spingerle a spostarsi, loro capirono immediatamente. Timmy la abbracciò, mentre Tecna continuava a piangere. In un altro momento non l'avrebbe mai fatto, un'altra lei non se lo sarebbe mai permesso.

"Perché?" Chiese Timmy, addolorato. Tutti erano intorno a loro, in silenzio, col cuore in gola.

"Ho calcolato le probabilità." Rispose lei. Alzò la testa e guardò Timmy. "Che fata sarei stata senza riuscire neanche a volare?"

"Avremmo trovato una soluzione e lo sai bene." Dichiarò Timmy, trattenendo le lacrime.

"No, invece. Le mie ali stavano bene, Flora stessa me le ha curate, non erano spezzate." Timmy si voltò verso la sua amica, lei annuì debolmente. "Ma non sono riuscita a volare, non potevo più."

"Ma..."

"... almeno lo abbiamo sconfitto." Affermò la giovane.

"Avremmo potuto..." Provò ancora il giovane, ma Tecna scosse la testa.

"No, avevamo perso, Timmy. E sai cosa? Ho avuto paura. Paura di perdere te, perdere le mie amiche, i miei amici, la mia famiglia. L'hai visto... lui non si fermava, e se solo fosse andato avanti per pochi istanti ti avrei perso per sempre. Ho rinunciato alla mia magia, ma so di averlo fatto per amore." Timmy la guardò negli occhi lucidi, ma non disse nulla. La baciò sulla fronte e poi la strinse a sé.

"EHM! NON LO SO, FATE QUALCOSA! IO NON SO CHE FARE!" Si voltarono tutti: tra le macerie, la rovina, quelli che purtroppo non ce l'avevano fatta, Logan correva verso di loro con Musa fra le braccia. Gli andarono incontro e lui poggiò Musa a terra. "Io... non si sveglia. Ma ci è riuscita, non è vero?" Guardò quelle facce sconvolte, gli annuirono, mentre Flora si inginocchiò accanto alla sua amica.

"È... viva." Fu una strana parola da dire. "Ha usato molta magia e... e non sappiamo cosa sia successo lì." Notò il pugno chiuso, nonostante fosse priva di conoscenza. Glielo aprì e vi trovò la Gemma. La prese e la porse ad Aisha, che la custodì, poi, con la forza che le era rimasta, usò la polvere di fata. "Profumo di un fiore d'Inverno." Chiamò. Musa fu percorsa da una scossa calma di magia, un calore che l'inondò di energia. La giovane aprì gli occhi.

"Io..."

"Sta' tranquilla, ce l'hai fatta." Le disse Flora, con un sorriso, e l'abbracciò. Musa tentennò, ma poi ricambiò quell'abbraccio. Allora si alzarono, tutti stanchi, tutti provati. Distrutti sia dentro che fuori. E quando Musa si alzò chissà come fu la prima cosa che vide.

"NO!" Esclamò con forza, correndo da lui. Sebastian era steso a terra ed aveva ancora gli occhi aperti. Musa si accasciò, singhiozzando, sul corpo esanime del giovane. "Mi dispiace, mi dispiace tanto!" Si disperò la fata.
Nessuno si sarebbe aspettato una fine del genere per quel giovane stalliere. Perché in fondo lui era buono, e del mondo non ci aveva capito neanche poi così tanto. Anzi, ci aveva capito così poco che non aveva neanche avuto il coraggio di affrontarlo e dire a quella fata della musica che tanto gli piaceva che se n'era innamorato. Musa pianse, e Flora anche, sebbene non si fece vedere da nessuno perché il suo pianto non era nobile come quello della sua amica. Helia prese Musa e la portò sulla navicella, così come Timmy condusse Tecna, che non aveva detto più una parola. Chi ce l'aveva fatta, ora si abbracciava, sentendosi sollevato, ma anche per consolarsi. Brandon cercò Flora con lo sguardo, e quando la trovò si sentì come se soltanto in quel momento fosse finito davvero tutto. Andò da lei e, senza dirle nulla, la strinse. Entrambi, stretti tra le braccia dell'altro, chiusero per un attimo gli occhi, increduli, spauriti. E poi, quando aprì gli occhi, Brandon vide suo fratello. Allontanò Flora e la guardò, incerto.

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