capitolo due

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"L'hai visto?"

Sussultai e accidentalmente lasciai cadere il pennello che tenevo in mano. Guardai velocemente il mio disegno, controllando se avessi fatto qualche danno, ma fortunatamente non vidi nessuno spruzzo o brutta macchia che avrebbe rovinato il mio lavoro. Un piccolo sospiro lasciò le mie labbra, poi fissai Carine, prima di chinarmi per afferrare il pennello.

"Chi?"

Volevo aggiungere che al momento non ero dell'umore per parlare, perchè volevo finire in tempo il mio disegno. Il nostro professore di arte non era la persona più paziente del mondo e mi aveva detto almeno dieci volte che avrei fatto bene a finire presto il mio lavoro. Tutti gli altri avevano già iniziato a farne un'altro, mentre io stavo ancora provando a decidere come disegnare la tempesta in modo che sembrasse reale. Nonostante Carine mi avesse assicurato che fosse già perfetto, non ero ancora orgogliosa di esso e volevo fare gli ultimi tocchi, farlo sembrare anche migliore.

Probabilmente Carine non aveva afferrato il concetto dal mio tono annoiato o finse di non averlo notato. Tuttavia, proprio quando stavo aggiungendo delle sfumature più scure di grigio sul mio disegno, iniziò a parlare di nuovo.

"Quel ragazzo. Vestito tutto di nero. Espressione dura."

Smisi di colorare per alcuni secondi quando degli occhi verdi smeraldo balenarono nella mia mente. Poi scrollai le spalle, provando a fingere che non me ne importasse molto del ragazzo che era stato la ragione del perchè tutta la giornata era sembrata strana. In realtà non aveva lasciato la mia mente da quando l'avevo visto la prima volta entrare nella classe durante la lezione di biologia.

"Beh...avrei anche io quell'espressione se tutti mi sussurrassero alle spalle durante il mio primo giorno in una scuola nuova." mormorai mentre bagnavo il pennello in un bicchiere di plastica mezzo pieno di acqua.

"Cosa?"

"Nulla," iniziai a mischiare il nero e il bianco con le sopracciglia aggrottate per la concentrazione. Dovevo davvero finire questo disegno prima che finisse la lezione.

Sentii Carine sospirare accanto a me e, quando la fissai, ebbi il tempo di vedere un'espressione ferita sul suo volto.

"Vuoi dire che io..." iniziò Carine.

"No," dissi frettolosamente prima che potesse finire la frase. "Voglio dire che ho sentito tutti parlare di quel ragazzo oggi. E non voglio essere una di loro, perchè so come ci si sente quando tutti parlano di te."

Carine annuì solamente, ma potevo vedere attraverso i suoi occhi che pensava alla mia stessa cosa. Un incidente che era successo circa un anno fa e che cercavo di dimenticare. Ma il problema era che, anche se fossi riuscita a eliminarlo dalla mia mente, gli altri si sarebbero assicurati di ricordarmelo ogni qual volta volevano. Ma avevo imparato ad accettare il fatto che la gente ricordava sempre tutte le cose brutte di te, non importava se fossero state vere o meno. Vedevano quello volevano vedere e nessuno poteva fargli cambiare idea.

Per il resto della lezione rimanemmo entrambe in silenzio. Il mio umore era calato e sapevo che Carine lo percepiva. Sapeva che odiamo quando qualcosa o qualcuno mi ricordava il mio passato, ecco perchè lei mi lasciava stare. Nonostante fossimo migliore amiche, c'erano cose di cui non avevamo mai parlato e con gli anni avevamo entrambe imparato a conoscere quali fossero quelle cose. Una di esse era quell'incidente.

***

"Ti scrivo dopo per raccontarti tutto," disse Carine eccitata quando entrambe uscimmo da scuola. Si era già dimenticata della nostra conversazione durante la lezione di arte e ora non riusciva a smettere di parlare del suo appuntamento con Liam.

The Blue Rose [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now