capitolo dodici

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Erano passate un paio di settimane. Io ed Harry avevamo iniziato a passare più tempo insieme, avvicinandoci giorno dopo giorno. Tuttavia c'erano delle conseguenze e, nonostante io volessi ignorarle, non riuscivo. I pettegolezzi avevano iniziato a girare appena io ed Harry avevamo iniziato a stare insieme a scuola. Le persone avevano iniziato a guardarci stranamente e tutti, anche la gente che pensavo fosse mia amica, avevano iniziato a prendere le distanze da noi. Solo Niall mi trattava nello stesso modo di prima, ma comunque non era molto a suo agio intorno ad Harry. E Carine...avevamo avuto una grande discussione. All'inizio mi aveva iniziato a ignorarmi non rispondendo ai miei saluti e spostando lo sguardo quando mi vedeva nel corridoio. All'inizio avevo provato a chiederle gentilmente cosa ci fosse di sbagliato o se avessi fatto qualcosa che l'avesse fatta arrabbiare. Alla fine mi aveva parlato e non in modo molto carino.

"Non capisco perchè mi stai ignorando. Pensavo fossimo amiche." la guardai sentendo la tristezza scivolare in me. Dovetti mordermi il labbro per evitare di piangere. Avevo sempre avuto paura che un giorno l'avrei persa, ma non avevo mai saputo che avrebbe fatto così tanto male.

"Eravamo. Eravamo amiche." Carine mi corresse, guardandomi con occhi glaciali. "Prima che iniziassi a uscire con quel tetro ragazzo, che non sa neppure come si parla."

Potei sentire la rabbia e il dolore ribollire dentro di me alla sue parole. Grazie a Dio Harry non era qui a sentirla.

"Lui ha un nome, Carine. Non ti permettere di parlare di lui così." sibilai. Carine alzò gli occhi al cielo prima di guardare la tazza di caffè, che non aveva ancora toccato dal momento in cui eravamo entrate nel bar per parlare finalmente.

"Non mi importa del suo nome. Lui non appartiene alla nostra scuola. Non vedi quanto sia strano? Sembra possa uccidere qualcuno in un momento qualsiasi, anche il modo in cui guarda le persone è inquietante."

Mi alzai così brutalmente che la sedia cadde sul duro pavimento e presto gli sguardi di tutti furono su di me. Ma, a quel punto, non mi importava neanche chi mi stesse guardando, perchè era quello che le persone facevano sempre. Guardavano e giudicavano.

"Non sai nulla di lui. Lui mi capisce meglio di quanto tu abbia mai fatto. Non mi hai neppure mai chiesto come mi sentissi, nonostante lo sapessi. Sapevi cosa stessi passando e comunque non hai neppure provato a confortarmi." le sputai le parole in faccia.

Improvvisamente la rabbia balenò nei suoi occhi e si alzò anche lei, così che i suoi occhi fossero al mio livello.

"Pensaci tu stessa. Chi cazzo conforterebbe un'assassina."

Le sue parole mi pugnalarono come un coltello e sentii le lacrime iniziare a bruciare nei miei occhi. Ovviamente doveva gettarmi il mio passato in faccia. Sapeva quanto fosse sensibile quell'argomento per me. Aprii e chiusi la bocca senza sapere cosa rispondere. Alla fine aveva ragione.

Non meritavo di essere confortata dopo quello che avevo fatto.

La mia vista iniziò a sfocarsi per le lacrime che minacciavano di sgorgare dai miei occhi. Carine mi guardò con disgusto prima di continuare.

"Forse è per questo che stai con quel ragazzo ora. Voi due siete adatti l'uno per l'altro. Entrambi sembrate avere segreti oscuri, non sarei sorpresa se aveste già pianificato di fare qualcosa anche peggio di un omicidio."

Le lacrime iniziarono a scendermi lungo le guance, ma Carine non le notò neppure. Appena disse quelle parole, uscì dal bar senza guardarsi indietro. In quel momento seppi che l'avevo persa per sempre.

***

"Okay classe! Ho deciso che invece di un normale compito alla fine di questo corso, faremo un progetto. Potete lavorare in coppia o da soli, sta a voi decidere..."

The Blue Rose [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now