capitolo trentadue

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"Okay, dato che ora siamo tutti presenti, possiamo iniziare a discutere di..."

Riuscii a malapena a focalizzarmi su qualsiasi cosa il preside Bradley stesse dicendo, perchè i miei pensieri avevano preso una direzione completamente diversa. Provai a fare del mio meglio per non fissare l'uomo, mio padre, che era seduto così vicino a me e comunque sembrava essere distante miglia da me. Non riuscivo a capire cosa ci facesse qui, dopo aver lasciato me e mia madre anni prima. Non riuscivo a capire perchè non riconoscesse la mia presenza e perchè mia madre mi avesse chiesto di nascondere le mie emozioni se avessi affrontato qualcosa di inaspettato nella sala d'incontri. Ora sapevo che si riferiva a mio padre, ma perchè non mi aveva detto che sarebbe stato qui? Perchè tutto questo segreto?

La conversazione girava intorno a me, ma io fissavo soltanto il tavolo, a conoscenza del fatto che io e mio padre eravamo gli unici a non aver detto una parola.

"Ora vi mostrerò il video della videocamera di sicurezza." il preside Bradley annunciò e finalmente decisi di iniziare a prestare più attenzione a quello che stava succedendo intorno a me.

Sollevando lo sguardo, guardai lo schermo e lo stesso frammento del video, sentendomi improvvisamente a disagio. Non avevo neanche pienamente realizzato quanto la ragazza nel video mi assomiglisse e ora, mentre anche altra gente lo guardava, potei sentire quasi i loro sguardi pieni di giudizi e perforanti su di me.

Il video si fermò nel momento in cui Austin allontanò la ragazza lontano da Carine e all'improvviso sentii mio padre parlare per la prima volta.

"Ferma il video qui."

Per sbaglio spostai lo sguardo su di lui, provando duramente a nascondere la mia sorpresa. Nonostante non avesse parlato forte, la sua voce profonda era piena d'autorità e, quando mi guardai intorno, vidi tutti guardarlo con stima, rendendomi soltanto ulteriormente confusa.

Il preside Bradley fermò il video quasi immediatamente appena sentii l'ordine di mio padre, anche lui lo guardava con quel tipo di rispetto che non mi sarei mai aspettata di vedere sul suo volto. Ogni studente nella scuola conosceva Mr. Bradley come qualcuno che cercava di sembrare superiori a tutti. Non a caso la sua pianta era l'amarillide, indicando orgoglio.

"Ora può zoommare sul volto della ragazza." chiese mio padre. Il preside fece come lui disse.

Nella foto la testa della ragazza era leggermente inclinata indietro, ma la leggera luce dei lampioni nell'area della scuola non illuminava interamente il suo volto, si intravedeva soltanto la parte inferiore dalle labbra al collo.

Mi accigliai leggermente. Solo ora notai che questo frammento del video aveva una qualità migliore rispetto a quello che il preside mi aveva mostrato nel suo ufficio il giorno precedente. Dovevano averlo perfezionato.

"Vede il suo mento? Guardi il lato sinistro," disse mio padre. Sentii alcuni mormorii intorno a me e aggrottai la mente dato che non c'era nulla di fuori dal comune sul mento della ragazza. Solo un punto nero.

Cosa stava provando a fare mio padre?

"Ma Mr. Davis...non c'è nulla oltre a un neo sul suo mento." sentii Austin dichiarare, la sua voce un po' insicura. Per alcuni secondi non capii a chi si stesse rivolgendo, poi mio padre parlò di nuovo.

"Non ne sarei così sicuro."

Mr. Davis? Mio padre aveva cambiato cognome?

Fissai mia madre, ma il suo viso non mostrò segni di sorpresa. Tuttavia, quando abbassò lentamente le mani al grembo, notai che tremavano leggermente.

"Heather Hayes."

Il mio cuore accelerò nel petto quando sentii mio padre dire il mio nome e io spostai lo sguardo su di lui. Ancora una volta la sua espressione era neutra, ma, quando guardai nei suoi occhi castani, per un momento pensai di aver visto qualcosa di diverso in essi.

Non erano freddi come prima.

"Ora, guardate il lato sinistro del suo mento." disse agli altri nella stanza e mi fece cenno di sollevare un po' la testa.

"Come potete vedere, il mento di Heather è completamente pulito, ma la ragazza nel video ha un neo sotto il mento, grande circa un centimetro." mio padre spiegò. Tutti intorno a me rimasero in silenzio, i loro sguardi su di me mentre guardavano il mio mento. Il preside Bradley si avvicinò anche, facendomi irrigidire, ma poi mi accennò che potevo muovere la testa.

"Mr. Davis, capisco che questa è una buona prova, ma non prova comunque nulla. Quel punto scuro sul video potrebbe essere un po' di sporcizia. Come sappiamo che è..."

"Non prova nulla? Vuole ulteriori prove?" mio padre si alzò e il preside sembrò farsi più piccolo sotto il suo duro sguardo.

Cosa stava succedendo? Chi era mio padre dato che tutti sembravano aver paura di lui?

"Chieda a questi due, i cui nomi non riesco a ricordare, di mostrare i messaggi che Hayes apparentemente ha inviato prima che accadesse l'incidente."

Non era difficile notare un accenno di presa in giro nella voce di mio padre. Ricordava sicuramente i nomi di Austin e Carine, non aveva detto i loro nomi di proposito.

"Il telefono di Carine si è rotto e quindi sono stati accidentalmente eliminati." mormorò Austin, mentre Carine si faceva improvvisamente pallida. La vidi sussurrare qualcosa ad Austin, che la fissò un po' irritato.

"Immaginavo che mi avresti risposto con qualcosa del genere," disse mio padre con calma, quasi con troppa calma, facendo spostare lo sguardo di Austin su di lui. "Ecco perchè io e i miei colleghi abbiamo iniziato a lavorare su questo caso la sera scorsa, dopo che Mr. Bradley mi ha chiamato e mi ha informato del problema. Alla fine non ci abbiamo messo molto a scoprire la verità. Sapevo prima ancora di entrare in questa stanza chi era il colpevole e chi no"

Mio padre guardò Austin e Carine un'ultima volta, prima di fare un cenno a un uomo che non conoscevo. Lui era rimasto seduto nelle vicinanze, ma ora si alzò e camminò verso una porta per aprirla. Spalancai gli occhi leggermente quando vidi entrare una ragazza dai capelli castani che mi sembrava un po' familiare, solo che non riuscivo a ricordare dove l'avessi vista. Due uomini in uniforme erano dietro di lei, entrambi fecero un cenno a mio padre, prima di chiudere la porta e fermandosi accanto ad essa.

Austin si alzò improvvisamente dalla sua sedia e aprì la bocca per dire qualcosa, ma mio padre lo zittì con il solo gesto della mano. Poi si voltò verso la ragazza, che aveva abbassato la testa e giocherellava con le dita.

"Meg Benton, la sorella di Austin è la ragazza che Austin ha obbligato a prendere la parte di Heather, perchè si somigliano. Lui e Carine volevano mettere Heather nei problemi per ragioni che dobbiamo ancora sapere. Per ora sappiamo soltanto quello che Meg ci ha rivelato. E per provare anche che lei ha davvero quel neo sotto il mento come quello nel video..."

La ragazza, Meg, sollevò il mento e potei sentire le persone spostarsi sui loro posti per vedere il neo sul lato sinistro. Ora riuscii a ricordare di averla vista brevemente un paio di volte quando ero andata a casa di Austin, ma non avevo prestato molta attenzione a lei.

Il preside Bradley mormorò qualcosa, ma non lo sentii. Guardavo soltanto Meg, che, prima di riabbassare la testa, mi guardò e nei suoi occhi potei vedere colpevolezza e un accenno di tristezza. Fu allora che capii che non voleva essere coinvolata in tutto questo, Austin doveva averla minacciata. Sapevo molto bene quanto poteva essere manipolativo.

"Quindi, sembra che tutte le prove dichiarino che Heather è innocente. Preside Bradley, spero voi riusciate a continurare questo da solo con l'aiuto di Mr. Addison e Mr. Collins. Il mio tempo è molto limitato, quindi me ne devo andare presto, ma prima mi piacerebbe parlare con Heather e sua madre fuori."

Sentii il cuore balzarmi nel petto e mi voltai per guardare mia madre, che si alzò prima di iniziare a seguire mio padre fuori dalla sala d'incontri. Mi guardai intorno velocemente, catturando alcuni sguardi arrabbiati e alcuni colpevoli, prima di alzarmi anch'io. Spinsi la sedia sotto il tavolo e poi uscii dalla stanza, sentendomi ancora più nervosa e confusa di quanto ero entrata circa un'ora prima.

The Blue Rose [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now