capitolo trentasei

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Fu come se ogni mo senso si fosse accentuato e l'unica parola nella mia mente era:

Proteggere.

Spinsi le persone lungo la mia strada mentre correvo verso Harry, ma, appena prima di raggiungerlo, qualcuno si mise velocemente davanti a me. Solo un flash di occhi castani simili ai miei, un volto familiare che non mostrava emozioni, furono abbastanza da distrarmi per pochi secondi.

Proprio come volevano.

"Prendetela!"

Sentii essere afferrata da ogni lato e poi l'uomo, che non era più un padre per me, sollevò la mano. Ebbi a malapena il tempo di notare una siringa con del liquido blu nella sua mano, prima che la affondasse nel mio braccio.

Inspirai bruscamente per l'improvvisa puntura.

Il liquido venne inniettato nel flusso sanguigno e più lottavo, più sentivo la forza lasciare il mio corpo. La bruciante sensazione iniziò a diffondersi dal braccio sinistro in tutto il mio corpo, provocando quasi un dolore insopportabile. Sentii la voce di Harry mentre gridava disperatamente il mio nome, ma, nonostante aprissi la bocca, non riuscivo a rispondergli. La vista iniziò a scurirsi, ma mi obbligai a tenere gli occhi aperti. Non sarei svenuta così che loro potessero portarmi ovunque volessero senza sensi.

Barcollai in avanti prima di essere afferrata per i bicipiti. La mia testa iniziò a farsi pesante, la droga stava facendo velocemente effetto. Abbassai la testa, respirando in modo irregolare, e feci di tutto per terenere gli occhi aperti.

"Non perde conoscenza," disse qualcuno. Sembrava molto il preside Bradley. Avrei dovuto immaginare che c'era anche lui in questo.

"Lei è Difettosa. La medicina non le fa tanto effetto come sulle persone normali."

Fu mio padre a rispondere.

Sollevai lo sguardo nonostante facesse male. Due uomini ad entrambi i miei lati mi tenevano in piedi, perchè il resto del mio corpo era quasi completamente molle. Il mio sguardo bruciante era diretto all'uomo, i cui occhi castani mi guardavano freddamente.

"Tu hai fatto la tua scelta, Heather." disse. "Non avresti mai dovuto voltarmi le spalle."

Lui mi guardò un'ultima volta, prima di superare i due uomini che mi stavano mantenendo per aprire la porta. Fu allora che seppi di averlo perso per sempre.

In quest'uomo non c'erano più segni di mio padre.

"Portate fuori anche il ragazzo. Tutti in questa scuola devono vedere come verrà portata nel posto a cui appartiene. Specialmente coloro a cui lei voleva bene."

"Non porteremo anche lui?"

"No. Lui è inutile, serviva soltanto a provocare quel potere soprannaturale in lei. Puoi lasciarlo andare una volta che l'abbiamo messa in macchina."

Attraverso il dolore, potei sentire un leggero sollievo nel mio cuore. Almeno non portavano anche Harry, nonostante il fatto che fosse obbligato a guardare essere portata via in queste condizioni mi riempiva di odio e tristezza. Capii che era stato fatto di proposito, mio padre era dietro tutto questo.

Il suo lato ambizioso era finalmente uscito. Mi voleva soltanto fuori dalla sua vista.

Mentre i due uomini mi trascinavano fuori dalla classe, vidi una scintilla negli occhi verdi di Harry.

"Heth..." disse piano.

Troppo presto qualcuno mi spinse in avanti e non ebbi il tempo di guardarlo adeguatamente o di provare a risponderlo.

"No! Lasciatela andare! Voi fottuti bast..."

La voce di Harry iniziò a scomparire mentre ero obbligata a muovermi. Il corridoio della scuola era affollato. Potevo sentire gli occhi di chiunqe su di me, giudicandomi spietatamente. Sollevati che la ragazza che non volevano qui se ne stesse finalmente andando. La voce del preside Bradley echeggiò dietro di me, io prestai a malapena attenzione a ciò che stava dicendo, ma sapevo che stava parlando di me. Di essere Difettosa.

I miei occhi si riempirono continuamente di lacrime, ma non le lasciai sgorgare. Invece tenni la testa alta, nonostante fosse più difficile di quanto pensassi. Superare quelle persone a me familiari...e sapere che la possibilità di ritornare era quasi inesistente...non potevo descrivere come mi sentivo. Vidi Niall guardami leggermente confuso, Liam che a malapena incontrò il mio sguardo, Zayn che aveva un'espressione di delusione e tristezza sul suo viso.

Appena raggiungemmo le porte principali e uscimmo nel pomeriggio nuvoloso, vidi tre macchine nere parcheggiate nel cortile della scuola. Con le gambe tremanti, provai a camminare da sola e allo stesso tempo di radunare tutta la forza rimanente.

Uno degli uomini si spostò per aprire la portiera della macchina e velocemente usai quel momento per voltare la testa. Il movimento fu lento a causa della droga nel mio sistema, ma fu abbastanza per intravedere Harry. Lui era tra due uomini in divisa nera, che lo tenevano fermo proprio dietro un gruppo di studenti. Notai che aveva smesso di lottare e se ne stava in piedi stranamente calmo. I miei occhi incontrarono i suoi verdi. che guardavano fisso me, della determinazione poteva essere notata in essi. Sentii la portiera della macchina essere aperta e l'uomo che mi teneva disse qualcosa al suo collega, ma prestai a malapena attenzione. Continuai a guardare Harry e improvvisamente sentii il cuore martellare nel mio petto quando vidi un lampo di blu nei suoi occhi.

"Lasciami stare al tuo fianco così se qualsiasi pericolo ti minaccia, non dovrai affrontarlo da sola. E posso prometterti che non ti lascerò mai sola."

Le parole che mi aveva detto sotto la quercia mi tornarono alla mente. E quando lo vidi annuire, seppi che in questo momento stava per provarmi che diceva sul serio.

Sentii una leggera brezza soffiare sul mio volto e fu allora che tutto iniziò. Harry si liberò le braccia in un unico veloce movimento, usando perfettamente il momento in cui tutti nel cortile avevano la propria attenzione su di me e sulle macchine nere che stavano per portarmi via. Corse verso di me più veloce di quanto lo avessi mai visto correre, gli occhi focalizzati su di me. L'uomo che mi manteneva si voltò per guardare e allo stesso tempo allentò leggermente la presa su di me.

Facendo una smorfia per il dolore causato dalla droga, riuscii in qualche modo a liberare il braccio proprio quando Harry mi raggiunse. Lui non sprecò tempo e velocemente mi sollevò tra le braccia, proprio quanto il primo grido di sorpresa e rabbia echeggiò nell'aria.

Lottando contro l'incoscienza, avvolsi le braccia tremanti intorno al collo di Harry quando inizò a correre lungo il cortile della scuola. Si muoveva velocemente, le forti braccia mi mantenevano come se non avessi peso. Potevo sentire il mio cuore martellare nel mio petto, il vento sibilare alle mie orecchie e tutto quello che potevo fare era pregare silenziosamente che saremmo riusciti a scappare.

Appena raggiungemmo la motocicletta di Harry, mi posò velocemente, ma comunque attentamente, sul sedie prima di scivolare davanti a me e aiutarmi ad avvolgere le braccia intorno al suo corpo.

"Mantieniti a me," lo sentii dire, la sua voce mi calmò anche nel mezzo della tempesta in cui ci ritrovavamo. Strinsi la presa intorno al suo petto, mentre lui accendeva la motocicletta e, nel momento in cui il motore ruggì, lui partì.

E non smise di accelerare finchè non fu come se non ci fosse terreno sotto gli pneumatici. Il vento e il ruggito del motore bloccavano tutti gli altri suoni, quindi non ero nemmeno sicura se ci stessero seguendo. Ed ero troppo debole per voltare la testa e controllare.

Premendo la guancia sulla schiena di Harry, provai a mantenermi saldamente su di lui, nonostante potessi sentire la mia forza abbandonarmi. La droga mi faceva pulsare la testa dolorosamente, la vista era costantemente sfocata.

Fu come se Harry avesse percepito ciò che provavo, perchè presto sentii la sua mano destra stringere velocemente la mia, prima di riportarla sul manubrio. Il gesto mi ricordò che non ero sola questa volta, che avrebbe fatto di tutto per salvarmi. Dovevo soltanto mantenermi a lui un altro po' di tempo.

E lo feci.

Lui mi aveva dato la forza di farlo.

The Blue Rose [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now