capitolo trentanove

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La sensazione di improvviso schock e tristezza durò soltanto pochi secondi.

Poi l'erica bianca sul mio braccio brillò, la luminosa luce quasi accecò Mr. Conner, che gridava e si copriva gli occhi con le mani. Ciò mi diede l'opportunità di afferrarlo per il colletto e sbatterlo contro il muro. Potevo sentire la forza e la rabbia bruciare dentro di me, mescolarsi in una grande fiamma e per un momento la tristezza scomparve. Il mio sguardo perforò Mr. Conner, che aveva riaperto i suoi occhi grigi e provava disperatamente a liberarsi dalla mia presa.

"Mostro. Un giorno la pagherai per tutto il sangue che hai versato." dissi a bassa voce. Mr. Conner si lasciò scappare un verso che assomigliava a uno sbuffo.

"Ne dubito," mormorò, ma, nonostante provasse a fare il duro, vidi un accenno di paura formarsi nel suoi reddi occhi grigi. Provò nuovamente a liberarsi dalla mia presa, ma fallì.

Ancora non sembrava realizzare che il mio potere mi rendeva più forte di lui.

"Dov'è Harry?"

Non avrei chiesto altro come prima, richiesi una risposta con i denti che digrignavano.

"Lasciami andare, puttanella." Mr. Conner grugnì, ma io lo pressai soltanto maggiormente al muro, una mano lo teneva per il collo, mentre l'altra evitava che muovesse le braccia. Provò a scalciare, ma, anche se il suo piede mi colpì, non sentii nessun dolore.

"Dov'è lui?" alzai la voce e questa volta sentii a risposta. Ma non da parte di Conner.

La risposta arrivò alle mie spalle, l'unica voce che bramavo sentire dal momento in cui mi ero svegliata dopo essere svenuta.

"Sono qui."

Senza lasciar andare Mr. Conner, voltai velocemente la testa e un sospiro tremante scappò dalle mie labbra.

Harry era in piedi a soltanto pochi metri da me. Sembrava illeso, il mento sollevato con determinazione e le mani strette a pugno. Ma, quando il mio sguardo si spostò nei suoi occhi verdi, sentii il cuore dolermi nel petto.

I suoi occhi erano arrabbiati, vendicativi ma potevo vedere anche il dolore in essi. Il dolore causato da questa crudele società, che si divertiva a torturare chiunque fosse diverso. Quel tipo di dolore che raggiungeva le profondità dell'anima, lacerandoti lentamente e lasciando cicatrici che sapevo non sarebbero guarite totalmente. Non mentre vivevi in questo mondo.

"Harry..."

Il suo nome uscì dalle mie labbra in un sussurro e mi mossi disperatamente sul posto, volendolo raggiungere, per abbracciarlo, per provare a fare qualsiasi cosa gli allontanasse il dolore.

Sapevo che poteva vederlo attraverso i miei occhi, perchè, per un breve momento, la maschera nei suoi occhi verdi scomparve, rivelando le sue vere emozioni con sfumature blu, prima che guardasse velocemente altrove, sbattendo le palpebre più volte.

Qualcosa esplose dentro in me in quel momento. Immagini dei miei genitori, del loro tradimento, immagini di Carl e Lily, della loro gentilezza, immagini delle lacri di Harry quando mi aveva parlato dei suoi genitori, tutto balenò davanti ai miei occhi per pochi secondi. E, prima ancora che lo realizzassi a pieno, mi voltai velocemente verso Mr. Conner, l'uomo che aveva provocato così tanto dolore e lasciai che il mio pugno entrasse in contatto con la sua faccia.

Il mio colpo fece sbattere il suo corpo contro la scrivania, prima di cadere sul duro pavimento, i suoi occhi grigi si spalacanrono in modo innaturale mentre tutta l'aria veniva cacciata fuori dai suoi polmoni. Sentii qualcosa rompersi quando provò a muoversi, probabilmente una delle sue ossa, e un gemito di dolore scappò dalla sua bocca. Una pozza color cremisi comparve sul pavimento accanto alla sua spalla, che era ferma in una posizione strana.

Con le mani tremanti strette in due pugni e gli occhi che bruciavano per le lacrime trattenute, lo guardai, sentendo due lati di me lottare l'uno contro l'altro. Il lato buono e il lato cattivo. Il mio lato cattivo voleva colpirlo ancora, rompergli ogni osso, farlo soffrire per tutto ciò che aveva causato. Ma il lato buono mi diceva che se lo avessi fatto, sarei stata proprio come loro. Un'assassina. Inoltre, fare del male a Mr. Conner non gli avrebbe cambiato nulla, la sua gente e le persone prima di lui l'avevano già fatto.

Qualsiasi dolore al mondo non avrebbe mai retto il confronto con il dolore emotivo che tutti loro avevano provocato.

"Heather..."

Sentii Harry afferrarmi la mano, il suo tocco così familiare e confortante mi provocò le lacrime e, velocemente, mi voltai verso di lui, sbattendo le palpebre per schiarirmi la vista offuscata.

"Harry...Io...non so..." la mia voce era leggermente tremante e, nonostante non riuscissi a esprimere a parole ciò che provavo in questo momento, gli occhi verdi di Harry mi dissero che sapeva. Non solo perchè lui riusciva a leggere i miei pensieri, ma perchè provava lo stesso.

Lui stava sperimentando la stessa battaglia tra bene e male dentro di sè. E le successive parole rivelarono quale lato avesse deciso di ascoltare.

"Non cambierà nulla," Harry fissò Mr. Conner, prima di riportare lo sguardo su di me. "Un giorno tutti loro la pagheranno per quello che hanno fatto, ma non sarà per mano nostra."

Lo sentii stringermi la mano, gli occhi seri non lasciarono mai i miei. Quando iniziò a guidarmi verso la porta, non protesta e lo seguii senza guardarmi indietro. Le nostre mani rimasero intrecciate tra di esse, anche quando gli uomini di Conner ci attaccarono lungo il corridoio e l'aria si riempì di grida e tonfi quando ci dirigemmo verso di loro. Provarono a prenderci, ad allontanarci di nuovo, ma non sapevano che il nostro legame erano diventato così forte, che nessuno sarebbe mai stato capace di romperlo. Li superammo, schivando le loro mani, e ogni volta che i nostri sguardi si incontravano, lo sguardo aveva più significato di qualsiasi parola.

All'esterno la notte buia era scesa, l'unica fonte di luce erano i lampioni che circondavano il giardino dell'istituto. Io ed Harry rimanemmo nell'ombra, cercando di correre silenziosamente, e, gradualmente, le voci degli uomini che ci seguivano iniziarono a svanire. Dopo aver raggiunto la motocicletta di Harry, che era stata lasciata (probabilmente per sbaglio) nel parcheggio dell'istituto, non sprecammo altro tempo e ci sedemmo sulla sella uno dopo l'altro. Avvolsi le braccia intorno al petto di Harry, mentre lui accendeva il motore, e dopo aver lanciato un ultimo sguardo verso l'edificio grigio, lui accelerò.

E guidammo durante la notte senza fermarci, finchè le prime delicate luci dell'albra non comparvero all'orizzonte.


Sono viva, scusate per eventuali errori, ma quando finirà questo periodo stressante la rivedrò completamente.

Anyway, la storia sta per concludersi😭😭

The Blue Rose [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now