capitolo ventinove

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"Domani decideranno se farmi lasciare la scuola o lasciarmi rimanere."

Sentii Harry avvolgere con più forza il braccio intorno al mio corpo mentre io poggiavo la testa sul suo petto. Eravamo tornati a casa sua, nella sua stanza per essere esatti, e avevo appena finito di dirgli qello che era successo nell'ufficio del preside. La zia di Harry e Carl erano ancora a lavoro e, dato che avevano pianificato di andare a vedere un film insieme, probabilmente sarebbero tornati a casa piuttosto tardi.

"Ma ad essere onesta, ho più paura di affrontare mia madre." dissi con calma. "Ho paura che l'ultima cosa che vedrò nei suoi occhi sarà quello sguardo di puro disappunto e disgusto. Probabilmente sarà d'accordo a mandarmi nell'istituto per...per persone che...sono diverse dall'ordinario."

Sentii Harry irrigidirsi dopo le mie ultime parole, quindi immaginai avesse sentito parlare anche lui dell'istituto. Beh, chi non ne aveva sentito parlare. Era un luogo di cui le persone parlavano sussurrando. Sembrava che il semplice pensiero di qualcosa fuori dall'ordinario facesse irrigidire le persone ed ecco perchè di solito l'argomento veniva evitato. Avevo sentito parlare dell'istituto in prima media, quando la mia professoressa di storia l'aveva menzionato brevemente. Aveva detto che le persone delle quali si veniva presi cura nell'istituto erano chiamate Difettoso, c'era qualcosa di sbagliato nella loro pianta ed ecco perchè le loro personalità erano difficili da definire. Riuscivo ancora a ricordare le espressioni disgustate sui volti di chiunque, tranne sul mio. Per qualche ragione mi ero un po' arrabbiata al fatto che quelle persone fossero chiamate Difettoso. Cosa cambiava se erano diversi, dopotutto erano umani, no? Ecco perchè avevo sempre provato ad evitare di chiamare quelle persone in quel modo, nonostante la maggior parte della gente usasse quella parola.

"Quindi, tu hai più paura di vedere tua madre. Non hai paura di finire in quell'istituto?" sentii Harry chiedere, la sua voce sembrava un po' strana.

"No...non davvero. Non so neppure quale opzione sia meglio per me, continuare nella stessa scuola e vedere le persone guardarmi come fossi un'assassina o essere mandata in quell'istituto di cui tutti evitano di parlarne."

Sollevai lo sguardo per guardare Harry. Stava fissando il soffitto, qualcosa di luminoso balenò nei suoi occhi verdognoli e, quando si voltò a guardarmi, vidi cos'era. Quelle linee blu a cui avevo assistito prima balenavano nei suoi occhi come fulmini.  Sentii il respiro bloccarmisi in gola appena i flashback della lezione di storia mi tornarono alla mente. Quel video sulle persone vestite in nero aveva provocato qualcosa in Harry e ora potevo vedere succedergli la stessa cosa.

"Harry?"

Lui deglutì, ancora guardandomi, prima di alzarsi dal letto in un unico movimento veloce, e sentii il cuore iniziare a battere velocemente quando lo vidi camminare per la stanza, tirandosi i ricci scuri nervoso. Mi misi in piedi anch'io, ma, prima che potessi dire una parola, improvvisamente si fermò e si voltò verso di me.

"Non ne sai molto, giusto? Dell'istituto?" chiese, ma sembrò più una dichiarazione.

"Solo quello che ho sentito dire in prima media," dissi, la mia voce tremava un po'. Gli occhi di Harry iniziarono a farsi ulteriormente bluastri, il verde sembrava pienamente svanito da essi.

"Ma sai che l'istituto esiste. Sai che quelle persone...persone fuori dal comune esistono e sai quanti tutti siano disgustati anche solo al semplice pensiero di loro. Ma tu non hai mai pensato che io sia uno di loro. Non hai mai pensato che io potrei essere...Difettoso, come loro ci chiamano." Harry fece un passo verso di me.

"Tu sei...come..." mi strozzai, sentendo il cuore iniziare a battere velocemente. Il nervosismo mi chiuse lo stomaco, ma continuai a guardare Harry, perchè da qualche parte dentro di me non avevo smesso di fidarmi di lui. In qualche modo sapevo che, nonostante lui agisse in modo strano, non mi avrebbe fatto del male.

The Blue Rose [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now