capitolo sedici

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Non c'era bisogno di dire che quella notte non riuscii a dormire.

Avevo aperto la finestra e mi ero seduta sul davanzale, lasciando che l'aria fredda notturna facesse fluttuare i miei capelli. La pioggia aveva smesso di cadere e il cielo era completamente pulito. Guardando le stelle, pensai a Alyson, Callie, Boris, me, tutti quelli che erano presenti durante quel terribile incidente. Le mie dita continuavano a tracciare l'immagine dell'erica sul mio braccio, il piccolo fiore che aveva così tanto potere. Potere che non sapevo esistesse in me.

Tuttavia quel potere non era stato abbastanza da proteggere Alyson.

Chiusi gli occhi per un momento e presi un profondo respiro, prima di riaprirli di nuovo. Nonostante ora sapessi che non ero stata io ad aver provocato la morte di Alyson, non era la cosa principale che mi vagava per la mente. Nè Callie che mi incolpava tutte le volte per nascondere la verità.

Era principalmente Harry che non riuscivo a togliermi dalla mente.

Una rosa blu.

Il fiore di cui non sapevo nulla e non mi ricordavo di averlo visto prima. Non l'avevo detto a mia madre, le avevo detto soltanto che ora riuscivo a ricordare chiaramente il mio passato. Non sapevo perchè, ma c'era una ragione se Harry manteneva la rosa nascosta, e io non sarei andata in giro a raccontare alla gente ciò che avevo visto. Volevo scoprire da sola il segreto dietro la rosa blu.

La leggera brezza mi soffiò sul volto e mi avvolsi le braccia intorno al corpo. Poi improvvisamente mi venne un'idea. Velocemente mi alzai da terra e mi diressi alla porta della mia camera. Poi mi diressi verso le scale, trattenendo il respiro e provando a far smettere alle mie mani di tremare. Mia madre stava dormendo nella sua stanza e non volevo svegliarla, ci sarebbero state solo ulteriori domande sul perchè stessi sgattaiolando per la casa nel mezzo della notte.

Cercando di essere il più silenziosamente possibile, mi diressi in salone e mi fermai davanti alla libreria. La leggera luce della luna illuminava il salone e mi aiutò a cercare un libro in particolare che mi ricordavo mia madre aveva comprato in una libreria alcuni anni prima. Fortunatamente, trovarlo non fu così difficile dato che era il libro più spesso che avevamo. Attentamente, lo presi tra le mie braccia e sussultai per quanto fosse davvero pesante. Poi ritornai al piano di sopra e, dopo aver raggiunto la mia camera, un sospiro di sollievò scappò dalle mie labbra.

Posai il libro sul letto, prima di correre a chiudere la porta. Incastrai il tappeto sotto di essa così se mia mamma fosse andata in bagno, non avrebbe notato la luce proveniente dalla mia stanza. Poi afferrai il libro dal letto e accesi la piccola lampada sulla scrivania. Posai il libro per terra, mi sedetti e mi obbligai a prendere un profondo respiro.

Se volevo risposte, questo libro forse me le avrebbe potute dare. Conteneva ogni possibile pianta che poteva essere sul braccio umano.

Aprii il libro e iniziai a sfogliare le pagine. Presto trovai la sezione sulle rose. Il cuore iniziò a battere più veloce, nonostante cercassi di contenermi. Guardando le pagine, provai a cercare qualcosa sulla rosa blu, ma...non c'era niente. Sentendomi ancora più confusa, guardai di nuovo la sezione sulle rose, ma trovai solo quelle ordinarie.

"Che cosa..." dissi ad alta voce, sentendomi confusa.

Continuai a sfogliare il libro per quasi un'ora, quando una pianta catturò la mia vista. La ruta comune. La pianta che avevo visto sul braccio di Harry, prima che la toccassi e si trasformasse in una rosa blu.

Lessi tutta la descrizione, ma non ottenni nessuna informazione che volevo. Solo che la ruta comunque indicava rimpianto, dispiacere e pentimento. Le persone che avevano quella pianta sul braccio si scusavano sempre se avevano fatto qualcosa di sbagliato e il sentimento di rimpianto in loro era più forte rispetto alle altre persone. Ecco perchè di solito provavano a evitare di fare cose sbagliate.

In qualche modo la descrizione non sembrava adattarsi a Harry. Inoltre non c'era nulla che dicesse che le rute comuni rendessero le persone tranquille e misteriose, nè menzionava l'abilità di mostrare a qualcuno il suo passato o di cambiare la pianta sul proprio braccio.

Sentii i brividi correre lungo la mia spina dorsale e non era per via della finestra ancora aperta nella mia stanza. Un respiro tremante scappò dalle mie labbra, prima di chiudere il libro e metterlo sotto al letto.

Ora sapevo che c'era solo un modo per scoprire della misteriosa rosa blu.

Era chiedere ad Harry.

***

La mattina successiva alle sei ero già sveglia. Nonostante fossi riuscita a dormire soltanto due ore, non mi sentivo stanca. C'erano troppe cose nella mia mente e una dormita appropiata era l'ultima delle mie preoccupazioni ora.

Quando mia madre mi trovò in cucina a fissare la tazza di thè, mi sorpresi quando mi si avvicinò per abbracciarmi un po' impacciatamente.

"Sai che puoi parlare con me, tesoro. Ti prometto che non andrò a lavorso se vuoi che rimanga." disse guardandomi con dolcezza e io non riuscii a fare a meno di notare una punta di colpevolezza nei suoi occhi.

Sapevo quanto volesse avere una buona relazione madre-figlia con me. Ma dopo che Chris, mio padre, ci aveva lasciate tre anni fa, tutto nella nostra vita era cambiato. Ero cambiata. Per soffocare il mio dolore, avevo iniziato ad andare alle feste, a bere molto e, dopo aver perso la mia verginità all'eta di 15 anni, andare a letto con qualcuno aveva iniziato ad essere normale per me. Nonostante non avessi mai lasciato nessuno entrare in casa nostra, non importava quanto fossi stata spericolara, mia madre comunque sapeva cosa fosse successo. Ma lei aveva il lavoro e i debiti di mio padre da pagare, non aveva abbastanza tempo per controllare sua figlia. E dopo quello che era successo ad Alyson, non ci avvicinammo più di tanto. Ruppe soltanto tutto quello che era rimasto tra di noi, se c'era qualcosa. Invece di provare a capire cosa fosse davvero successo, mia madre credeva che fosse stata colpa mia che Alyson era morta. Anche la mamma di Callie aveva qualcosa a che fare con questo, fondamentalmente mi incolpò di tutto quando ci furono gli interrogatori. Sapevo che mia madre comunque mi voleva bene, nonostante tutto, ero sua figlia alla fine, ma era come se ci fosse un muro tra di noi. Non parlammo più, non passammo più insieme il tempo libero, non ci confortammo, nonostante ne avessimo entrambe disperatamente bisogno. Erano rare le volte in cui ci abbracciavamo e potevo sentire quanto volevamo essere confortate, ma nel momento in cui ci separavamo, la barriera ritornava.

E ogni volta un pezzo del nostro cuore si spezzava.

"Va tutto bene, mamma. Puoi andare a lavoro." momorai, spostando lo sguardo dal suo. La sentii sospirare e, quando rimase in silenzio per un momento, una piccola speranza scivolò in me. Forse, dopotutto, avrebbe voluto chiedermi di ieri e di come mi fossi ricordata tutto quello che era successo con Alyson. Forse avrebbe voluto scusarsi per avermi incolpata silenziosamente e poi dirmi che avrebbe fatto di tutto per trovare un modo di aggiustare le cose tra di noi. Forse...forse avrebbe voluto dirmi che mi voleva bene, non lo diceva ad alta voce da quando se ne era andato mio padre.

Ma come mi sarei dovuta aspettare, non successe nessuna di quelle cose.

Senza proferire parola, mia madre afferrò una mela e lasciò la cucina. Dopo dieci minuti, la sentii aprire la porta principale e, solo dopo averla chiusa, scoppiai finalmente a piangere.


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Scusatemi eventuali errori, ma sto dormendo e volevo comunque postare, so:)

The Blue Rose [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now