capitolo quarantanove

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"Quanto tempo gli è rimasto?"

"Circa quattro minuti." Niall alzò lo sguardo da dietro il suo schermo del computer, lanciandomi uno sguardo incoraggiante e io velocemente annuii, prima di ritornare da Liam. Lui allargò le braccia e mi strinse in un abbraccio che mi confortò un po'.

"Ci contatteranno presto, ne sono sicuro." disse con calma, prima di allontanarsi dall'abbraccio, mantenendo, tuttavia, il braccio intorno alle mie spalle. Potevo percepire che anche lui fosse nervoso, ma apprezzavo che provasse a essere ottimista e confortarmi era il meglio che poteva fare.

Onestamente non saprei cosa avrei fatto se non avessi avuto lui, Louis e Niall con me stasera. Davvero gli ero grata.

"Ragazzi! Ce l'ho fatta!"

L'esclamazione improvvisa di Louis ci fece voltare velocemente verso dilui. Si era alzato dalla sua sedia, la sua espressione era un mix di sollievo e agitazione mentre spostava lo sguardo dagli schermi a me e Liam.

"Ho rotto il codice e eliminato tutti i dati riguardanti quelle fottute droghe!"

Ci volle un momento perchè capissi a pieno le sue parole e poi sentii come se una parte di un peso mi fosse stato tolto dalle spalle. Sul mio viso sbucò un sorriso sollevato e nota Liam e Niall avere la stessa espressione.

"È incredibile, amico." Niall si alzo per dare il cinque a Louis con un sorriso sul volto.

"Bel lavoro, Louis." Liam si allontanò da me per dare un mezzo abbraccio a Louis e dargli una pacca sulla schiena. Io ero ancora ferma al mio posto vicino al ciglio della porta, a guardarli parlare eccitati, e cercai di capire la strana, nuova sensazione che questi ragazzi mi avevano provocato stasera. Poi realizzai. Era il senso di appartenenza, questa notte ci aveva uniti, qualcuno già si conosceva e altri no, ma comunque era come se fossimo un gruppo di amici.

Ed ero piuttosto sicura che questa notte ci avrebbe legato in un modo completamente nuovo.

"Heather?" sentii la voce di Louis e sollevai lo sguardo per incrociare i suoi luminosi occhi blu, che mi guardavano eccitato, un accenno di sorriso nervoso spuntava sulle sue labbra. Realizzai che ancora non avevo detto nulla, ma prima ancora che lo sapessi, mi avvicinai per fare a tutti i ragazzi un forte abbraccio e per dirgli quanto gli fossi grata. Le loro gentili risposte mi provocarono le lacrime probabilmente un centinaio di volte questa notte, ma mi obbligai di ricompormi velocemente dal momento che mancavano soltanto due minuti al normale funzionamento delle telecamere di sicurezza nell'istituto

Dovevo essere pronta per quando Harry avrebbe provato a contattarmi. Speravo che più tardi avremmo avuto la possibilità di ringraziarci adeguatamente per tutto il duro lavoro che avevano fatto.

Iniziai a giocherellare nervosamente con il mio auricolare, tenendolo con fermezza con il mio orecchio. I secondi passavano e il silenzio riempiva la stanza, finchè Louis non decise di parlare, indirizzando le sue parole a me.

"Quando Harry ti contatterà, digli che dopo aver lasciato l'istituto ci incontreremo al Rosefield park."

"Lasceremo la casa?" chiesi, sollevando le sopracciglia.

"Sì, le nostre azioni di stasera possono portare il governo a chiamare la polizia o chiunque voglia chiamare e inizieranno a cercarci. C'è la possibilità che possano rintracciare la nostra posizione. Prima ce ne andiamo, meglio sarà." spiegò Louis.

Io a malapena ebbi il tempo di comprendere a pieno le parole di Louis che improvvisamente un suono proveniente dall'auricolare mi fece aguzzare tutti i sensi.

"..sghhhr...Heathe...o mi senti?..."

La voce di Harry. Ma se paragonata alla chiacchierata precedente, questa volta sembrava diversa.

The Blue Rose [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now