capitolo tredici

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Guardai le gocce di pioggia scivolare lungo la superficie del finestrino, unendosi e continuando la loro discesa. Il tenue brusio del motore e i bassi mormorii delle persone arrivarono alle mie orecchie, ma quelli erano solo rumori di sottofondo. Non mi disturbavano, ero immersa nei pensieri. Ogni volta che guardavo Harry, che era seduto accanto a me, fissava altrove immerso anche lui nei pensieri.

Appena la mia fermata iniziò ad avvicinarsi, iniziai a prepararmi a salutare Harry e ad uscire. Tuttavia, appena presi la mia borsa e mi spostai i capelli ancora umidi dietro le orecchie, Harry improvvisamente spostò lo sguardo su di me.

"Potresti venire a casa mia oggi?" chiese. Sentii la confusione scivolare in me e lo guardai sorpresa. Nonostante avessimo iniziato a passare più tempo insieme, ancora non avevamo visto casa l'uno dell'altro. Eravamo usciti alcune volte dopo scuola, ma solo per andare da qualche parte dove mangiare o per fare una passeggiata nel parco.

"P-perchè?" chiesi stringendo la borsa. Non sapevo perchè improvvisamente fossi nervosa. Forse era qualcosa nel modo in cui mi guardava Harry, il suo sguardo sembrava perforarmi.

"Dovremmo iniziare a lavorare al nostro progetto di biologia." Harry scrollò le spalle, ma la mia inquieta sensazione non svanì. Tuttavia mi trovai ad annuire. Il pullman aveva comunque già superato la mia fermata, quindi cos'altro avrei potuto fare.

Dopo qualche momento, io ed Harry stavamo camminando sotto la pioggia e tremando per il freddo. La strada mi era socnosciuta e, mentre superavamo grandi case che erano per la maggior parte bianche, provai a indovinare dove vivesse Harry. Poi lo notai dirigersi verso una casa celeste, che era un po' più piccola delle altre, ma comunque era molto carina. Il tetto era bianco come le cornici delle finestre. In giardino cresceva un melo con i rami che toccavano la finestra al piano superiore, che era leggermente aperta.

"Non dà fastidio ai tuoi genitori se entriamo così?" mormorai riferendomi ai noi vestiti zuppi d'acqua e le scarpe infangate. Harry stava prendendo le chiavi dalla tasca, ma, appena sentì le mie parole, si fermò per un momento. Potei quasi notarlo irrigidirsi, ma, dato che non mi guardava, non potevo davvero capire attraverso la sua espressione se mi fossi appena immaginata tutto.

"Non sono qui, quindi non preoccuparti."

Harry prese le chiavi e aprì la porta principale, prima di entrare. Lo seguii sentendomi sollevata per essere finalmente sotto un tetto.

"Ti prendo un asciugamano. Puoi andare in camera mia, è di sopra. La prima porta a sinistra." Harry mi istruì, prima di togliersi velocemente le scarpe e andare da qualche parte. Sospirai piano, prima di togliermi lentamente le mie vans nere e posarle in un angolo. Lasciai cadere per terra la borsa, mi tolsi dalle spalle la giacca bagnata e mi guardai intorno prima di trovare un attaccapanni.

Quando mi feci strada verso il piano superiore, sentii il cuore battere selvaggiamente nel petto e lo stomaco stringersi per il nervosismo. Avevo quella sensazione che Harry non mi avesse invitata soltanto per il progetto. Inoltre, essere completamente sola con lui in una casa vuota aumentava soltanto la mia tensione.

Mi obbligai a prendere profondi respiri mentre camminavo verso la porta della sua camera. Afferrando la maniglia, la aprii lentamente ed entrai nella stanza.

Era una normale stanza da letto. Le mura erano dipinte di bianco. Il letto con il piumone nero era posizionato nell'angolo sinistro della stanza. Un computer, penne e libri di scuola erano posati su una scrivania bianca, che era proprio davanti alla finestra. Quando entrai ulteriormente, notai una porta sul lato destro della stanza, ma, dato che era chiusa, non vidi cosa c'era dietro.

"Eccoti l'asciugamano."

La voce di Harry mi fece sussultare e mi girai velocemente. Lui era accanto la porta, guardandomi attentamente. Presi l'asciugamano bianco dalla sua mano e lo ringraziai piano, prima di iniziare ad asciugarmi il volto e i capelli.

"Vuoi metterti dei vestiti asciutti? Potrei darti qualcuno dei miei," disse Harry mentre mi superava, dirigendosi alla stessa porta che avevo precedentemente notato.

"Um..." non ebbi il tempo di rispondergli che lui aveva già aperto la porta ed era entrato in quello che sembrava tra un magazzino e una cabina armadio. Lo vidi cercare tra i suoi vestiti, prima di prendere un pantalone da tuta grigio e una maglietta blu scuro.

"Puoi cambiarti in bagno," disse dopo essere uscito dalla piccola stanza e aver chiuso la porta. Mi porse i vestiti, prima di camminare verso il suo letto e sedersi.

"Dov'è?" chiesi provando ad aggiustare i vestiti e l'asciugamano tra le mie braccia così che non sarebbero caduti a terra.

"È l'ultima porta alla fine del corridoio." Harry rispose fissandomi velcoemente, prima di prendere il suo laptop dalla scrivania. Io annuii, prima di uscire dalla stanza per cambiarmi.

***

Dopo un po', ritornai nella stanza di Harry indossando i suoi vestiti. Avevo lasciando i miei vestiti umidi nel bagno ad asciugare. Quando entrai, trovai Harry seduto sul letto con il volto sepolto tra le mani. Deglutii e chiusi piano la porta dietro di me, facendo un paio di passi verso di lui. La sua testa scattò verso l'alto e, quando i suoi occhi incontrarono i miei, sentii il cuore accelerare il ritmo.

Si alzò e camminò verso di me, finchè non fu a soli pochi centimenti da me. Potei sentire il suo respiro caldo fare aria sul mio volto mentre si chinava. I suoi occhi verdi guardavano dritti nei miei e notai la loro sfumatura scurirsi.

"Sai che non ti ho chiesto di venire qui per il progetto." disse tranquillamente. Potei solo annuire, dato che non mi fidavo della mia voce in quel momento. Sentii le dita di Harry scivolare lungo il mio braccio, prima di fermarsi sul disegno dell'erica. Potei sentire i brividi correre lungo la mia spian dorsale quando tracciò il fiore con le dita, prima di allontanare la mano.

"C'è una cosa di cui volevo parlarti...riguardo il tuo passato."

Le sue parole mi fecero chiudere lo stomaco per l'improvvisa ansia e mi trovai a indietreggiare.

"Io...io non voglio..." balbettai, ma, prima che potessi girarmi e correre fuori dalla stanza, Harry mi afferrò il polso e mi tenne ferma.

"Devi affrontare la verità, Heather. La vera verità. È diversa da quello che pensi." disse con voce tesa. Lo guardai ad occhi spalancati, provando a capire cosa stesse dicendo.

"Conosco la verità, Harry. È che l'ho uccisa. Ho ucciso Alyson." sussurrai con la voce che si ruppe alla fine. "Per favore, non obbligarmi a parlarne...non...io..."

Il mio corpo iniziò a tremare e presto non riuscii più a trattenere i miei singhiozzi. Le lacrime iniziarono a scivolarmi lungo le guance e sentii Harry tirarmi vicina a sè. Avvolse le sue forti braccia intorno al mio corpo e mi strofinò la schiena in modo rassicurante, mentre io strofinavo il mio volto nell'incavo del suo collo e piangevo tutto il mio dolore. Rimase tranquillo tutto il tempo, stingendomi e lasciando gentili baci sulla mia testa. Solo quando smisi di piangere il mio corpo smise di tremare, si allontanò da me per guardarmi negli occhi. L'espressione nei suoi luminosi occhi era illegibile, ma, quando improvvisamente notai del blu balenare in essi, il cuore quasi uscì dal mio petto.

Comunque, Harry spostò velocemente lo sguardo, ma rimase vicino a me. Lo vidi afferrare la manica della felpa e fu come se avesse esitato per un momento, prima di togliersela. In quel momento realizzai che era la prima volta che vedevo il suo braccio nudo. Aveva sempre portato le maniche lunghe, ma ci avevo a malapena prestato attenzione. Inoltre era autunno, non era molto strano che indossasse felpe e maglie a maniche lunghe.

Solo ora capii che c'era un'altra ragione per cui non mostrava le sue braccia.

Deglutii nervosamente, prima di far scivolare lo sguardo sulla pianta di Harry, ma non la riconobbi quindi non avevo idea che personalità rappresentasse.

"Devi toccarla," la voce di Harry fu a malapena un sussurro e, quando lo guardai, vidi del dolore e una strana sicurezza nei suoi occhi.

"Perchè?" chiesi con calma.

"Toccala solamente," Harry ripetè con voce tesa.

E feci come aveva detto.

The Blue Rose [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now