capitolo diciassette

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Afferrando la busta di plastica, camminai lentamente di proposito, così che passasse più tempo.

L'aria era fredda dopo la pioggia di ieri e, quando presi un profondo respiro, mi diminuì un po' del mio nervosismo. Quando fissai l'orologio da polso per la decima volta probabilmente, vidi che erano quasi le cinque. Se Harry era andato a scuola oggi, doveva essere tornato a casa ora.

Dovevo parlargli quando non avevamo nessuno intorno a sussurrare e a fissarci. Questa era parte della ragione per cui avevo saltato scuola oggi. Le altre ragioni erano che...non volevo affrontare Callie, nè il suo gruppo. Avevo paura di quello che avrei fatto nel momento in cui li avrei visti e l'ultima cosa che volevo era finire per fare una scenata. Inoltre ero quasi sicura che Callie avrebbe negato tutto se le avessi detto di sapere chi aveva provocato la morte della povera Alyson.

Ma la più grande ragione per cui non ero andata a scuola era che probabilmente Harry era arrabbiato con me per essere scappata ieri. Ora sapevo che era stata una cosa davvero stupida da fare, alla fine mi aveva mostrato la verità sul mio passato, invece di credere ai pettegolezzi sul fatto che ero un'assasina. Aveva provato a dirmi la verità da quando mi aveva salvata dall'essere picchiata nell'aula dalla gang di Callie. Ma tutto quello che avevo fatto era stato spingerlo via e rifiutarmi di ascoltare qualsiasi cosa sapesse del mio passato. E quando alla fine era riuscito a mostrarmi cos'era successo, invece di ringraziarlo, ero corsa via come una codarda.

Non sarei stata sorpresa se non avesse voluto mai più vedermi. E avrebbe avuto ragione. La nostra nascente amicizia sarebbe morta prima che avesse il tempo di iniziare adeguatamente. Diamine, non sapevo neppure se fossimo amici, nonostante avessimo passato del tempo insieme, comunque sapevo poche cose di lui. Non avevamo mai parlato di cose più importanti e sentivo fosse anche colpa mia. Avevo evitato di parlare delle mie cose personali e Harry probabilmente l'aveva percepito dato che non mi aveva chiesto più di tanto della mia vita.

Ma, comunque, ogni volta che ero vicina a lui, anche quando rimanevamo semplicemente in silenzio seduti l'uno accanto all'altro, avevo sempre avuto quella sensazione che lui sapesse. Sapesse dei mie sentimenti, sapesse del dolore che provavo a nascondere nel mio cuore, sapesse quanto avessi bisogno di qualcuno che fosse lì per me. Poi, di solito, mi avrebbe preso per mano o mi avrebbe guardata con quello specifico sguardo che mi diceva che sapeva. E che non era indifferente al mio dolore.

Sentii il cuore farmi male mano a mano che mi avvicinavo a casa di Harry. Non sapevo cosa avrei fatto se mi avesse detto che non voleva più passare del tempo con me. Lui mi capiva meglio di chiunque altro nel suo modo silenzioso e se l'avessi perso...allora...

Presi un profondo respiro, provando a contenermi. Quando avevo lasciato casa mia, l'unica ragione per cui volevo vedere Harry era chiedergli della rosa blu. Ma ora...non mi importava. Non mi importava della sua pianta, era più importante chi fosse per me Harry. Non era qualcuno che potevo giudicare guardando la pianta sul suo braccio, infatti era stata la prima persona della quale avevo a malapena pensato che pianta avesse, prima che me la mostrasse lui stesso. Harry...era importante per me, qualcuno che non era come gli altri, qualcuno che mi piaceva davvero nonostante forse non lo dimostrassi abbastanza. Non ci eravamo neppure più baciati da quella volta fuori al bar e ogni volta che ci tenevamo per mano, Harry era sempre stato quello che le univa per primo.

Un respiro tremante scappò dalle mie labbra. Ero già di fronte la porta della casa dove viveva Harry. Mordendomi con nervosismo il labbro, fissai la porta prima di sollevare lentamente la mano. Dovevo affrontarlo, dovevo scusarmi e poi ringraziarlo per tutto quello che aveva fatto per me.

Bussai alla porta e indietreggiai.

Okay, ecco fatto. Non c'è modo per tornare indietro.

The Blue Rose [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now