capitolo trentuno

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34 chiamate perse di mia madre e due messaggi che dicevano di tornare a casa immediatamente.

Capii che il preside Bradley l'aveva informata del mio "problema".

Stringendo il cellulare nella mia mano tremante, provai a prendere profondi e calmi respiri, mentre soppessavo due opzioni diverse nella mia mente. Non avevo molto tempo, erano già quasi le 6.30 am ed Harry probabilmente si sarebbe svegliato presto.

Sapevo che avrebbe provato a fermarmi e non potevo permetterlo. Doveva rimanere al sicuro. Dovevo tenerlo al sicuro, specialmente ora che sapevo il suo segreto. E ciò significava che dovevo scegliere l'opzione numero uno.

Anche se ciò significava che avrei rotto la sua promessa.

Deglutii il nodo che mi si formò alla gola e guardai Harry, che dormiva pacificamente sul suo letto. E prima che potessi fermarmi, mi chinai e gli lasciai un leggero bacio sulla guancia. Notai le sue labbra curvarsi in un piccolo sorriso, nonostante non si fosse svegliato.

"Cercherò di ritornare." sussurrai, spazzando via le lacrime che avevano improvvisamente offuscato la mia vista, e mi alzai velocemente. Afferrando una penna e della carta dalla scrivania, gli scrissi una piccola nota prima di lasciare con calma la stanza.

Uscita di casa, digitai il numero di mia madre.

***

"Non riesco a credere che stiamo attraversando di nuovo questa cosa. Pensavo avessi imparato qualcosa dal tuo errore in passato." mormorò mia madre con rabbia mentre correvamo nel corridoio della scuola. Non sapevo che le persone potessero camminare così velocemente sui tacchi alti, ma apparentemente lei ci riusciva. Lottai per tenermi al suo passo, ma almeno ciò mi aiutava a spingere via i pensieri riguardanti Harry e a focalizzarmi sull'imminente incontro. Apparentemente anch'io dovevo essere presente e supposi che ci sarebbero stati anche Austin e Carine. Sarebbe stato difficile provare la mia innocenza dato che anche mia madre sembrava non credirmi, ma avrei provato a fare del mio meglio.

Per Harry. Dovevo ritornare da lui.

"Muoviti, Heather," scattò mia madre contro di me e corsi per raggiungerla di nuovo. Presto fummo già davanti la porta che portava nella sala dove sapevo che i professori di solito tenevano le loro riunioni.

"Ascoltami ora, okay?" mia madre si voltò verso di me e improvvisamente mi afferrò per le spalle. Provai a nascondere la mia sorpresa quando vidi l'espressione nei suoi occhi. Non c'era soltanto irritazione, se non mi sbagliavo completamente, vidi anche un accenno di tensione. Lei era nervosa.

"C'è una chance per te, ma solo se fai come ti dico." abbassò la voce e velocemente si guardò intorno per vedere se fossimo sole. Era ancora presto e la maggior parte degli studenti non era ancora arrivata a scuola, quindi il corridoio era vuoto.

"Qualsiasi cosa affronterai in quella stanza, non mostrare nessun tipo di emozione e, questo è importante, non dire nulla. Tieni soltanto la tua espressione il più neutrale possibile. Mi hai capita?" la presa di mia madre sulle mie spalle si strinse e, nonostante facesse un po' male, non sussultai neppure. Tutta la mia attenzione era su mia madre, ero confusa dalle sue parole e non risucivo a capire lo strano sguardo che aveva negli occhi.

"Ma..." provai a dire, ma lei mi intrruppe.

"Per favore, Heathie. Fai...fai solo come ti ho detto."

Spalancai gli occhi e riuscii a sentire il cuore iniziare ad accelerare. Non mi chiamava Heathie da quando avevo sette anni.

Deglutii, guardando la sua espressione disperata e gli occhi supplichevoli. E per un momento potei vederla nel modo in cui era quando mi era vicina.

"Te lo prometto." dissi, annuendo con calma. Mia madre si lasciò scappare un piccolo sospiro di sollievo, prima di allentare la presa sulle mie spalle. Poi si voltò verso la porta e bussò, prima di abbassare la maniglia.

"Buongiorno, Mrs. Hayes. Entri." la voce del preside provenne dall'interno della stanza e sentii lo stomaco stringermisi. Desiderai che Harry fosse stato al mio fianco ora, tenendomi la mano e facendomi sentire al sicuro. Ma più di tutto volevo che fosse al sicuro, quindi avrei dovuto superarlo da sola.

Presi un paio di profondi respiri, prima di seguire lentamente mia madre dentro, tenendo lo sguardo basso. Poi velocemente realizzai che non sarei dovuta sembrare colpevole, alla fine non avevo fatto nulla di quello per cui mi incolpavano. Quindi sollevai la testa e incrontrai lo sguardo del preside Bradley senza paura.

"Heather Hayes. Buongiorno anche a te. Per favore, accomodati accanto a tua madre." disse Mr. Bradley senza nemmeno provare a nascondere il suo disprezzo nei miei confronti.

Io annuii soltanto, prima di dirigermi verso mia madre, che si era già seduta. Presi una sedia da sotto il tavolo, sentendo gli sguardi di tutti su di me, ma solo quando mi sedetti, lasciai finalmente i miei occhi scannerizzare la stanza, notando chi fosse presente.

Non mi sarei mai aspettata quello che successe dopo. Ma nel momento in cui successe, le parole di mia madre mi tornarono alla mente e riuscii a nascondere ogni emozione che colpì il mio cuore come un proiettile.

I miei occhi si erano fermati sull'uomo seduto proprio davanti a me. I suoi occhi castani erano fissi su di me e completamente privi di emozioni, ma il volto, il suo volto mi era così familiare che non avrei potuto mai dimenticarlo.

Mio padre.

The Blue Rose [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now