Sunshine

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-Sono a casa! -esclamò Calipso entrando nell'appartamento che da qualche anno lei e Leo condividevano. Erano quasi le sette di sera, ma l'avevano trattenuta al lavoro e non aveva potuto liberarsi prima. Risultato? Era stanchissima e aveva una fame da lupi.
Mise la borsa sul divano e si tolse il cappotto.
-Leo? -chiese, ma non ricevette risposta. -Amore, sono qui!
Dal bagno, arrivò un versetto di gioia. Calipso sorrise, capendo subito a chi appartenesse, e si diresse verso quella stanza.
Aprì la porta e trovò Leo: era inginocchiato vicino alla vasca riempita per metà. Rideva e Calipso capì il perché appena vide Michael immerso nell'acqua piena di schiuma: ne aveva un po' sul nasino.
-Ehi, Michy, guarda qua! -esclamò Leo. Aveva in mano una barchetta di plastica che somigliava a una piccola trireme greca.
-Non stai facendo vedere a mio figlio come è affondato il Titanic, vero? -chiese Calipso, appoggiata allo stipite della porta. Leo si voltò e le regalò un sorriso.
-Michy, perché non fai vedere alla mamma cosa ti ha regalato il papà di zio Percy? -chiese il figlio di Efesto.
Calipso si inginocchiò accanto al suo ragazzo e guardò il suo bambino. Michael era identico a Leo: capelli neri e ricci, sorriso da combina guai e orecchie da folletto. Gli occhi però erano a mandorla, come i suoi.
-Ehi, ciao Michy! -salutò il piccolo.
Il bambino rise.
-Mammi! -esclamò schizzando l'acqua con la manina. Nell'altra teneva qualcosa di giallo.
-Cos'hai lì? -chiese Calipso.
-Un regalo di Poseidone per ringraziarmi del lavoro fatto con il suo tridente. -rispose Leo. -I giochi per la spiaggia qui non vanno bene... così ha preso questa.
Michael alzò il giocattolo: era una papera di gomma gialla con addosso un chitone greco. Aveva una coroncina di alloro sulla testa, come un atleta che aveva vinto le Olimpiadi.
-Ti piace, Michy? -domandò la ninfa. Il bambino annuì e i riccioli scuri gli caddero sugli occhi.

Calipso, finalmente, entrò nella vasca: l'acqua calda profumava di cannella, come le candele che aveva acceso Leo mentre lei metteva il pigiama a Michael.
Si immerse fino alle spalle e chiuse gli occhi. Dopo una giornata come quella aveva proprio bisogno di rilassarsi e un bagno caldo era quello che ci voleva. Rilassò i muscoli e sorrise.
Qualcuno iniziò a farle un massaggio sulle spalle.
-Dorme? -chiese senza aprire gli occhi.
-Come un angelo. -rispose Leo.
Calipso riaprì gli occhi.
-Come è andata? -chiese poi.
-Forse ho trovato un magazzino abbastanza grande per aprire l'officina. -rispose Leo. -Settimana prossima ci andiamo insieme?
-Sì!
Calipso si voltò e appoggiò le braccia sul bordo. Leo era inginocchiato accanto alla vasca.
-Tu non fai il bagno?
-Michy mi ha già fatto la doccia. -lei rise.
-Ha già un anno... -disse.
-Cosa gli regaliamo? -Leo iniziò a giocare con i capelli di lei. -Un viaggio a Disneyworld?
-Disneyworld?
-Quando ti ho portato ti sei divertita un mondo! -Leo le accarezzò il viso. -Se Michael ti somiglia così tanto, credo che gli piacerà.
-Non è un po' troppo piccolo? -chiese Calipso prendendogli la mano.
-No. Ci sono delle attrazioni fatte apposta per i bambini piccoli come lui.
Rimasero lì per un po' a parlare, raccontandosi della giornata appena trascorsa, poi Leo si alzò in piedi.
-Dai, ti aspetto in cucina. -disse e uscì.
Calipso finì di lavarsi, si asciugò e infine si mise il pigiama e la vestaglia, poi raggiunse Leo, che nel frattempo aveva preparato qualcosa da mangiare, in cucina.
I due si sedettero al tavolo uno di fronte all'altra.
-Sembra di essere al nostro primo appuntamento. -disse Calipso. -Quando mi hai portata a Houston.
-Già. -Leo rise. -Quella cena era ottima.
La ninfa rise a sua volta: -Ma se tu dicevi che avrebbe fatto pietà anche al... com'era? Al dio supremo del cibo!
Leo si sporse e le lasciò un bacio sulle labbra.
-E tu che volevi un ristorante a cinque stelle allora?
Calipso gli prese la mano, che lui aveva appoggiato sul tavolo: -Basta che sei con me e va bene qualsiasi ristorante.
Il figlio di Efesto guardò le loro mani.
-Ti ricordo che non eri esattamente di questa versione quando mi hai incontrato, Raggio di Sole. -disse.
-Nemmeno tu nei miei confronti, o sbaglio?
-Touchè.
Quando finirono di mangiare, Calipso si alzò per mettere i piatti nella lavastoviglie. Ci aveva messo poco a capire come funzionava (Grazie a Leo!).
-Hai visto la foto dei gemelli che ha mandato Percy? -chiese Calipso. -Sono identici ad Annabeth, non...
Quando vide Leo, lasciò la frase a metà: il ragazzo era davanti a lei con una scatolina rossa in mano.
-Leo... -fece lei sorpresa. Lui sorrise.
-Ho pensato molto a ciò che sto per chiederti. -disse, sorridendo. -Tu sei grandiosa. Durante la battaglia contro Gea, sei stata tu a darmi la forza di andare avanti per combattere e poi per ritrovare Ogigia e portarti via da lì. Sei la cosa più bella che mi sia capitata.
-Davvero?
-Davvero. Non avrei mai creduto di incontrare una ragazza come te. -le prese la mano. -Mi hai anche dato un figlio, un bellissimo bambino.
Calipso sorrise e si commosse.
-Quindi voglio farti questa domanda. -Leo si inginocchiò e aprì la scatolina. -Calipso, vuoi sposarmi?
Lei si asciugò gli occhi: -Sì!
Il figlio di Efesto le mise l'anello e si rialzò in piedi.
I loro nasi si sfioravano e le loro dita erano intrecciate.
Calipso lo baciò.
-Leo Valdez. -disse. Nient'altro. Solo il suo nome.
-Per servirti. -disse Leo prendendola in vita, poi la baciò.
-Dei dell'Olimpo, ti amo. -Calipso gli sfiorò lo zigomo con il pollice. Poi lo baciò di nuovo.
Dei, era da tanto che non si baciavano così!

Un raggio di sole penetrava dalle tende della camera.
Calipso si svegliò: era accoccolata al petto di Leo, che dormiva ancora. Lo guardò e sorrise.
Accarezzò il viso del suo fidanzato, piano per non svegliarlo. Gli tolse i riccioli neri dagli occhi e lo vide storcere il naso. Ridacchiò.
Poi la ninfa si alzò, mise la vestaglia, chiuse la porta della stanza e andò nella camera di Michael. Il bimbo dormiva supino, con le manine sul cuscino, accanto alla testa.
Calipso lo scrollò delicatamente per svegliarlo.
-Michy... -lo chiamò. Il figlio si svegliò subito.
Calipso gli sorrise: -Ciao, tesoro. Oggi è il compleanno di qualcuno, vero?
Michael le regalò un sorriso stile Leo: -Mammi! -esclamò mettendosi seduto. Calipso lo prese in braccio.
-Andiamo a svegliare papà? -gli chiese.
-!
Lo mise in piedi, tenendolo per le manine. Insieme, si incamminarono verso la stanza di Leo e Calipso.
Entrarono: Leo dormiva ancora.
Calipso mise Michael seduto sul letto e lo lasciò fare, mentre lei si sedeva sul materasso. Il bambino gattonò verso il padre e gli mise le manine sul viso.
-Papi! -esclamò.
Leo si mosse e borbottò nel sonno.
-Vai, Michy, sveglia papà. -disse Calipso dando un bacio sulla testa a Michael.
Il bimbo tappò il naso al figlio di Efesto, che si svegliò.
-Ma che... -Poi vide Michael che rideva e Calipso dietro di lui e sorrise. -Ecco chi mi sveglia così presto!
Leo prese Michael in braccio.
-Piccola peste! -esclamò. Calipso rimase a guardare i due uomini di casa, sorridendo intenerita.
-Vi amo, tutti e due. -disse.
Leo le diede un bacio e Michael si coprì gli occhi con le manine.
-Oggi vengono zia Piper e zio Jason! -esclamò Leo. -Contento Michy?
-! -Michael rise. Il padre lo lasciò seduto sul materasso.
-Ma prima, tutti a fare colazione! -Calipso si alzò.
-Agli ordini! -esclamò Leo mettendo Michael in piedi, poi i due si avviarono mano nella mano in cucina sotto gli occhi della ninfa.

One Shots... MezzosangueWhere stories live. Discover now