Can you keep a secret?

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Quando Nico arrivò al padiglione della mensa quella mattina, capì che c'era qualcosa di sbagliato. Si guardò attorno. I semidei facevano le offerte ai propri genitori divini, altri trangugiavano la colazione come se fossero stati a digiuno fino a quel momento.
Tutto normale, se Nico non avesse guardato verso il tavolo di Apollo.
Will Solace era seduto lontano dai suoi fratelli, con il capo chino sulla sua tazza di cereali, i capelli in disordine, gli occhi rossi e le borse sotto ad essi, come se non dormisse da tanto.
Nico si sedette al tavolo di Ade dove Hazel, venuta in visita al Campo Mezzosangue, lo stava aspettando.
-Buongiorno! -lo salutò lei.
-Buongiorno. -ricambiò Nico. -Will non ha una bella cera, hai notato?
Hazel si sporse in avanti e sussurrò: -Kayla ha detto che è così da qualche giorno, da quando è arrivato al Campo. Ha detto che non...
SBAM!
Tutto il Campo Mezzosangue si voltò verso il tavolo di Apollo giusto in tempo per vedere Will andarsene con passo spedito, lasciando dietro di sé una scodella rotta e un lago di caffellatte per terra.
Kayla e Austin si guardarono, perplessi e preoccupati, poi si alzarono e seguirono il fratello.
A poco a poco tutti i semidei tornarono a preoccuparsi della propria colazione, ma non Nico.
Per qualche strana ragione, il fatto che Will Solace stesse così male lo faceva stare male a sua volta.
Trangugiò la sua colazione a malavoglia, poi si alzò e si diresse verso l'arena per allenarsi un po' con la spada e, magari, distrarsi.
Ma non ci riuscì, anzi, si procurò qualche livido indesiderato.
Uscì dall'arena con la spada ancora in mano e si sedette all'ombra con la schiena appoggiata al muro dell'edificio. Mise le braccia sulle ginocchia e ci appoggiò anche la testa.
-Ciao Nico. -il figlio di Ade alzò lo sguardo di scatto, trovandosi davanti l'ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere. Will Solace.
-Ehm... ciao. -balbettò.
Cos'era quella strana sensazione che sentiva nel petto?
-Posso... posso sedermi qui? -chiese il figlio di Apollo titubante.
Nico notò la tristezza nel suo sguardo, che il ragazzo di fronte a lui cercava di mascherare senza successo.
-Sì.
Will si sedette alla sua sinistra.
Rimasero in silenzio e Nico si sentì ancora più in imbarazzo di quando, nei tre giorni in infermeria, Will lo visitava e lo costringeva ad alzare la maglietta per usare lo stetoscopio.
-Allora... come... come va? -buttò lì il figlio di Ade.
Will scosse la testa, guardando un punto imprecisato in lontananza.
Nico seguì il suo sguardo.
-Nico, sai mantenere un segreto? -chiese d'un tratto il figlio di Apollo.
L'altro rimase spiazzato dalla domanda, ma rispose che sì, sapeva mantenere un segreto.
-Vedi, quando sono tornato a scuola per l'anno scolastico, c'erano questi ragazzi che non... non mi accettavano per quello che sono. Beh, lo sai, no? Chi ama qualcuno dello stesso sesso non è mai visto bene... -disse Will abbassando lo sguardo sui suoi piedi.
Nico lo osservò con gli occhi spalancati. Will Solace amava un ragazzo?
-All'inizio non ci facevo caso. Li ignoravo. Prima o poi avrebbero smesso, giusto? -Will posò i suoi occhi azzurri su quelli neri di Nico, che non rispose.
Rimasero in silenzio per pochi secondi, poi Will continuò, tornando a guardarsi i piedi: -Sbagliato. -sospirò. -Anzi, le loro parole facevano ancora più male di prima.
Il figlio di Ade non credeva a ciò che l'altro gli stava raccontando.
-Will... -provò a dire.
-Ti prego, lasciami finire. -lo supplicò il figlio di Apollo guardandolo.
Nico deglutì e lo lasciò continuare.
-Quando hanno iniziato ad alzare le mani ho deciso di andarmene. Sono tornato a casa e ho detto a mia madre che venivo qui, dove potevo starmene tranquillo senza che nessuno conoscesse la verità. -Will iniziò a tormentarsi le dita delle mani. -Ma ultimamente negli incubi le loro voci ritornano. Mi minacciano di far del male a quel ragazzo.
"Svelato il mistero delle borse sotto gli occhi" si disse Nico.
Will rimase in silenzio.
-E... i tuoi fratelli lo sanno? Quello che ti è successo? -domandò Nico.
Il biondo scosse la testa: -Non lo sa nessuno. A parte te.
-E... e perché proprio io? -il moro diede voce alla domanda che aveva iniziato a ronzargli nella testa.
Il figlio di Apollo sospirò, poi si voltò verso di lui.
-Nico, sai mantenere un segreto? -chiese scrutandolo con quei suoi occhi azzurri.
-Ehm... -Nico iniziava a non capire. -Sì, perché?
Poi successe.
Will si avvicinò a lui e lo baciò sulle labbra, dolce.
Nico sentì il sangue raggiungere le guance, che si scaldarono subito e spalancò gli occhi.
Non poteva negare che quel bacio forse, forse lo stesse aspettando da un po'. Da troppo.
Quindi ci rimase male quando il figlio di Apollo si scostò e gli disse: -Perché questo è il mio segreto.
Poi Will si alzò e si allontanò da Nico, che appoggiò la testa al muro dell'arena. Le labbra sentivano ancora quelle del figlio di Apollo.
Sorrise.
Nient'altro. Sorrise e basta.
Perché negarlo? Ormai lo aveva capito.
Credeva già di provare qualcosa per quel ragazzo da quando gli aveva detto dei tre giorni da passare in infermeria. Quei maledetti e allo stesso tempo stupendi giorni in infermeria con quel fastidioso figlio di Apollo.
Quando era partito, aveva lasciato un vuoto al Campo Mezzosangue. Anzi. Un vuoto secondo Nico.
Al suo ritorno, Nico si era sentito strano. Felice.
Perché era così.
Era innamorato di Will Solace.

-Dov'è Will? -Nico spalancò la porta dell'infermeria.
Parecchi semidei si voltarono a guardarlo.
-Nella Casa di Apollo. Perché? -rispose Kayla.
Ma Nico non rispose. Corse subito verso la Casa 7.
Doveva dirglielo. Subito.
Mentre correva si scontrò con Hazel e per poco non la fece finire per terra.
La prese in tempo.
-Scusami. -disse mortificato.
-Niente. -Hazel sorrise. -Ma che hai? Sembri... diverso.
Il figlio di Ade prese un bel respiro.
-Hazel, se ti dicessi che provo qualcosa per un ragazzo... tu come la prenderesti?
La ragazza spalancò gli occhi, ma Nico se l'aspettava. Venivano entrambi da un'epoca diversa da quella.
Poi, con grande sorpresa di lui, Hazel sorrise a trentadue denti.
-L'importante è che sei felice. -disse. -Ora vai da lui.
Nico non si trattenne e l'abbracciò. Non amava queste sdolcinatezze, ma per quella volta fece una piccola eccezione.
-Grazie.
Il figlio di Ade corse subito via.
Arrivò alla Casa 7 e riprese fiato.
"Puoi farcela, Nico" si disse.
Bussò.
-Avanti. -rispose la voce di Will, così Nico entrò.
Will era seduto sul suo letto e leggeva un libro in greco antico sulla medicina.
Appena lo vide, Will arrossì.
-Che ci fai qui? -chiese.
-Non lo hai ancora capito? -domandò invece Nico. -Non hai capito che anche io ho il tuo stesso problema?
Il biondo spalancò gli occhi.
-Vu... Vuoi dire che...
-Sì. Idiota. Mi piaci. -disse, anzi, urlò il figlio di Ade.
E qualcuno avrebbe dovuto prendere la fotocamera, perché Nico era davvero strano quel giorno...
Will sorrise, poi si alzò, lasciando la rivista sul materasso.
Si avvicinò a Nico con le mani in tasca e per la prima volta da giorni sorrise sincero.
Poi le loro labbra si unirono.
Eh, sì. Nico aveva aspettato troppo per quel bacio.

*angolo meh*
Colgo questa occasione per ringraziarvi dei 26k. Davvero vi adoro.❤️☀️😭 E scusatemi se non posto più così spesso su One Shots... Mezzosangue, ma Daughter of a God mi ha preso totalmente.
Ho deciso di scrivere questa Solangelo pensando a quelli che non accettano le persone che amano qualcuno dello stesso sesso. Perché non possiamo semplicemente accettare gli altri per quello che sono?

One Shots... MezzosangueUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum