Nice to meet you

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Reyna dondolava seduta sull'altalena del parco di Nuova Roma. Compiva quindici anni proprio quel giorno.
Hylla le aveva fatto un messaggio-Iride quella mattina, buttandola giù dal letto prima della sveglia.
Per poco non aveva preso la spada per infilzarla.
Ah, l'amore tra sorelle!
In quel giorno ricadeva anche l'anniversario del suo arrivo al Campo Giove.
La figlia di Bellona ricordava bene il giorno in cui era arrivata al Campo: aveva dodici anni e tutti la guardavano, sussurrando cose su di lei. Solo una persona era stata gentile fin dal primo istante.

Alcuni anni prima...

Reyna se ne stava seduta sull'altalena e dondolava. Teneva lo sguardo sui suoi piedi, trattenendo le lacrime che minacciavano di uscire.
Perché?
Era la sola domanda che le girava in testa.
Nessuno le si avvicinava. Nessuno le rivolgeva la parola.
Odiava quel posto.
-Ah! Eccola. -era la voce di un ragazzino biondo e scheletrico.
"Assomiglia ad uno spaventapasseri" pensò Reyna. Però si trattenne dal dirlo.
Il ragazzino si avvicinò a Reyna in compagnia di un paio di ragazzi della loro età.
-Abbiamo sentito delle cose su di te. -disse il biondo. -Dicono che tu sia stata sull'isola di Circe. Lavoravi per lei? Sei una strega che pratica magia oscura?
Reyna sentì una lacrima scendere sulla guancia e abbassò gli occhi: credevano che fosse dalla parte sbagliata.
-Ottaviano, smettila. -era una voce nuova.
-Cosa vuoi, Grace? Fatti gli affari tuoi. -ribatté Ottaviano.
Reyna alzò lo sguardo e vide un ragazzino dai capelli biondi e gli occhi color ghiaccio. Si era avvicinato a loro ed ora fissava Ottaviano con sguardo di sfida.
-Lasciala in pace. -disse.
-Altrimenti? Mi fulmini?
Il ragazzino arrossì leggermente.
-Almeno posso farlo. -commentò. -Io non occupo il mio tempo a sventrare orsetti di peluche.
Ottaviano strinse i denti: -Non darti tante arie solo perché sei figlio di Giove.
-In realtà potrei, visto che ho il potere di controllare i venti.
A quelle parole, Ottaviano girò i tacchi e se ne andò, borbottando qualcosa in latino.
Reyna lo seguì con lo sguardo.
-Devi scusarlo. -disse il ragazzo biondo che l'aveva difesa. -Ottaviano è fatto così.
La figlia di Bellona lo guardò.
-Grazie. -disse sorridendo, timida.
-Di nulla, ehm...
-Reyna. Mi chiamo Reyna.
-Reyna. -ripeté lui sorridendole. -Bel nome.
Lei arrossì: -Tu come ti chiami?
-Jason. Jason Grace. E sono figlio di Giove. -si presentò tendendo la mano, che Reyna strinse. -Credo che andremo d'accordo.
Jason si sedette sull'altalena accanto e lei poté notare una cicatrice sul labbro superiore.
-Cosa ti sei fatto? -chiese indicandola.
Il figlio di Giove si toccò il labbro: -Non lo so. Io sono al Campo da quando ero molto piccolo. Ricordo solo che mia sorella si occupava di me come una madre. Poi un giorno sono finito alla Casa del Lupo ed ora eccomi qui. Tu invece? Qual è la tua storia?
Reyna iniziò a raccontare e fu così che lei e Jason strinsero amicizia.

Nel presente

-Reyna! -la chiamò una voce familiare.
La figlia di Bellona sorrise, poi si alzò dall'altalena. Vide il ragazzo avvicinarsi correndo, il mantello viola che svolazzava alle sue spalle.
-Ehi, collega! -salutò il figlio di Giove.
-Ciao collega. -ricambiò lei ridendo.
-Buon compleanno! -esclamò Jason ridendo a sua volta.
E poi fece una cosa che la fece arrossire fino alle radici dei capelli: la baciò sulla guancia.
-Ahah! Sei tutta rossa!
-Non è vero! -ribatté gonfiando le guance, ma si lasciò andare e rise di nuovo.
-Ti va di allenarci un po'? Un duello con le spade è una cosina da nulla. -propose Jason.
-Ok. Corsetta?
-Hai già perso! -e il ragazzo si mise a correre, seguito subito da lei.
-Ehi! Non vale! Non ero pronta! 
Reyna era cambiata.
Jason le aveva detto di essere forte e lei si era adeguata alle regole del Campo Giove.
La sua prima, vera casa.

*angolo meh*
Non è un granché, però mi era venuta quest'idea...

One Shots... MezzosangueWhere stories live. Discover now