Reyna, sei mamma!

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Quando Reyna si era alzata, quella mattina, non avrebbe ma creduto a ciò che le sarebbe successo.
Uscì dal lavoro alle sei, come sempre.
Dato che casa sua non distava molto dal lavoro, andò a piedi.
Nuova Roma era bellissima e piena di semidei adulti con le loro famiglie. Reyna si ricordò di qualche anno prima, quando Percy ed Annabeth abitavano ancora lì: passeggiavano con i loro gemelli per le strade e i parchi, felici. Poi, quando i gemelli stavano per compiere due anni, si erano trasferiti a New York per stare più vicini al Campo Mezzosangue.
La semidea vide una donna che teneva in braccio un neonato e sentì un peso sul cuore.
Le sarebbe piaciuto avere un bimbo di cui occuparsi, ma non come babysitter. Ora che era adulta e non doveva preoccuparsi del Campo Giove voleva diventare mamma.
Eppure non riusciva a trovare qualcuno che la facesse sentire felice. Molti uomini si giravano a guardarla quando passava e cercavano di invitarla ad uscire, soprattutto i suoi colleghi, ma lei non era particolarmente interessata a quei poveri disgraziati che se ne tornavano a casa con la coda tra le gambe. Ok, forse starete pensando che in questo modo se le andasse a cercare, ma vi assicuro che i suoi colleghi non erano proprio dei gioiellini.
Tornò a casa e si fece una doccia. Cenò, poi si mise sul divano in pigiama.
Accese la tv, anche se non c'era nulla di interessante da vedere.
Ma a quanto pare qualcuno voleva farla stare male.
-Documentari sui bambini? -Reyna cambiò canale. -Film: la protagonista deve crescere una bambina... MA ANDIAMO!
La figlia di Bellona spense la tv.
Spesso si era ritrovata a piangere senza motivo, domandandosi perché.
Poi capì che quel motivo era il fatto che voleva solo essere mamma.
Si asciugò le lacrime che le rigavano le guance.
E sentì un debole pianto.
Si alzò dal divano e cercò ci capire da dove provenisse quel suono.
-Da fuori? -pensò fosse il pianto del figlio dei vicini.
Ma i vicini non erano in casa, si ricordò.
Aprì la porta.
-Oh miei dei. -mormorò abbassandosi. -E tu chi sei?
In un cesto, davanti alla sua porta, c'era una neonata che piangeva.
La prese in braccio: era davvero piccola! Non poteva avere più di qualche giorno.
-Shh. Tranquilla. -disse Reyna cullandola.
Alzò lo sguardo per vedere se qualcuno fosse nei paraggi, ma nulla. La via era vuota.
La piccola smise di piangere.
Reyna prese il cesto ed entrò, con la bambina in braccio.
Provò a cercare un qualcosa che potesse far capire chi fosse la piccola, ma niente. Nessun biglietto.
-Ma chi sei, eh? -La figlia di Bellona lasciò che la piccola le prendesse il dito.
La neonata le regalò un sorriso.
Ma di chi poteva essere? E, soprattutto, chi avrebbe avuto il coraggio di abbandonare una cosina così piccola?
-Chi saranno la tua mamma e il tuo papà? -si chiese Reyna prendendo il cellulare anti-mostri di Leo.
Digitò il numero.
-Ehi, Hazel. -salutò l'amica.
-Ciao, Rara! -esclamò la figlia di Plutone. -Tutto bene?
-Sì, ma dovrei mostrarti una cosa. Anzi, una persona. -rispose Reyna guardando la piccola che teneva in braccio. -Riusciresti a venire?
-Certo! Arrivo subito. -Hazel riattaccò.
Reyna lasciò la bambina sul divano e mise dei cuscini per non farla cadere, poi la coprì con la copertina rosa che aveva trovato nel cesto.
Pochi minuti dopo, il campanello suonò.
-Non ti muovere, furbetta! -disse Reyna alla bimba.
In neanche venti minuti aveva scoperto che si muoveva moltissimo.
La semidea aprì la porta e salutò Hazel.
-Allora. Chi mi devi presentare? -chiese la figlia di Plutone togliendo la giacca.
Dal divano si sentì un urletto di gioia.
Hazel alzò un sopracciglio.
-Vedi... -Reyna le mostrò la piccola. -Prima l'ho trovata davanti alla mia porta, ma non so di chi sia. Nessun biglietto o nessuno che mi potesse dire chi è.
Hazel si sedette accanto alla bimba e le fece il solletico.
-Ma sei bellissima, lo sai? -chiese alla neonata.
La piccola rise.
-Dato che non sai chi è, probabilmente è un dono degli dei. -disse Hazel guardando Reyna.
-Un dono degli dei? È impossibile...
-Magari Venere ci ha messo il suo zampino. Sai com'è fatta.
Reyna si inginocchiò accanto al divano: -Allora io sarei...
-Saresti la sua mamma. -Hazel sorrise. -È quello che volevi no? Una bimba da accudire.
La figlia di Bellona tirò su col naso, trattenendo le lacrime che minacciavano di uscire.
-E lasciatelo dire: è identica a te. Non lo hai notato? -chiese la figlia di Plutone.
Solo in quel momento Reyna notò la somiglianza con la piccola.
-Dato che è tua, dovresti scegliere un nome. -continuò Hazel.
-Christie. -disse subito Reyna. -Se avessi mai avuto una bambina l'avrei chiamata così.
Hazel si rivolse alla bimba: -Benvenuta nella nostra famiglia allargata, Christie.
Reyna rise.
Poi, in mezzo alla stanza, comparvero due dee.
-Venere? -chiese Hazel.
-Mamma? -chiese Reyna rivolta a Bellona, che le fece un sorriso.
-Esatto, figlia mia. -disse la dea.
-Vedo che hai trovato il mio piccolo regalo. -disse Venere indicando la piccola Christie.
Reyna la prese in braccio e sorrise: -Grazie. -disse solamente.
-Ho visto tutto quello che hai passato, Reyna. -disse Bellona. -Ho pensato che fosse giusto darti questa ricompensa. Così ho chiesto a Venere di darmi una mano.
Reyna guardò la sua bambina.
-È per questo che è identica a Reyna? -chiese Hazel.
Bellona annuì.
-È una cosa fantastica. -commentò la figlia di Plutone. -Christie Ramirez-Arellano, discendente di Bellona.
Poco dopo, le dee tornarono sull'Olimpo.
-Quindi ora devo andare a prendere tutto quello che serve... -si disse Reyna. -Oh miei dei...
Hazel rise: -Se vuoi posso prestarti qualcosa finché non avrai tutto. Emy ormai ha due anni.
Christie iniziò a piangere.
-Oh no! Ed ora che faccio? -esclamò Reyna.
-Penso che abbia fame.
-E come faccio a darle da mangiare se non...
-Ok, dai, vado a prenderti il biberon.
Poi però si sentì una puzza tremenda.
-Penso che non abbia fame. -disse Reyna tappandosi il naso.
Hazel sospirò: -Avrò molto lavoro da fare qui...

*angolo meh*
Come vi sembra?

One Shots... MezzosangueWhere stories live. Discover now