An Aphrodite Incorporation Production...

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Il cuore e i polmoni imploravano di fermarmi, ma io non li ascoltai.
Quella maledettissima chiamata di Annabeth.
Maledissi l'intera città che doveva scegliere forza quel giorno per formare un traffico tremendo.
Avevo lasciato il taxi (dopo aver pagato l'autista) bloccato nel traffico di San Francisco e avevo iniziato a correre per le strade per raggiungere l'ospedale.
Mi fermai al semaforo rosso.
-Perché dei? -urlai e parecchie persone si voltarono a guardarmi. -Perché non mi volete lasciare in pace?
Quando scattò il verde, ripartii la mia corsa e non mi fermai fino a quando arrivai all'ospedale.
-Scusi, dove si trova Piper McLean? -chiesi all'infermiera del punto informazioni mentre riprendevo fiato.
-Terzo piano, corridoio a sinistra, stanza 320. -mi rispose guardandomi storto.
-Grazie. -ed entrai in ascensore.
Arrivai al terzo piano e raggiunsi Annabeth e Percy, che aspettavano fuori dalla stanza 320.
-Eccoti! -esclamò Percy venendomi incontro.
-Come sta? Cosa le è successo? -chiesi subito.
-Era con me a casa mia, si è sentita male all'improvviso. -rispose Annabeth con voce tremante. -Ho chiamato subito un'ambulanza e poi te e Percy.
-Prima non voleva parlare. Credo che ora stia un po' meglio. -disse Percy abbracciando Annabeth per consolarla. -Prova ad entrare, noi siamo qui.
Annuii e bussai.
Non rispose nessuno, ma io entrai comunque e richiusi la porta.
Piper era nel letto e dormiva.
-Dei, dimmi che stai bene! -pregai mentre mi sedevo sulla sedia accanto a lei.
Era attaccata alla flebo, ma sembrava non avere nulla che non andava.
Le presi la mano e iniziai ad accarezzarle i capelli e il viso.
Di lì a poco, Piper aprì gli occhi.
-Ehi. -le dissi sorridendo.
-J-Jason... -mormorò lei con le lacrime che minacciavano di uscire. Le baciai la fronte.
-Cosa ti è successo? -chiesi.
-Mi dispiace. Avrei dovuto dirtelo prima... -Piper singhiozzò.
-Cosa? -Piper si mise seduta e mi prese le mani.
-Qualche mese fa... -iniziò. -Mi hanno diagnosticato una malattia che posso curare solo con un trapianto, ma la lista d'attesa è lunga e...
Qualcosa dentro di me si ruppe.
-Piper, perché non me l'hai detto?
-Non volevo darti false speranze. Nessuno è compatibile.
Faceva troppo male.
Proprio quando riuscivo vivere una vita senza problemi, ecco che la persona a cui tenevo di più non poteva vivere.
-N-Neanche Hazel, Frank e Leo lo sono... -disse asciugandosi le lacrime.
-Annabeth e Percy? -chiesi.
-Io non... non lo so...
-Posso provare io. -le dissi sorridendo. -Farò di tutto per riuscire a salvarti.
-E se non dovesse funzionare? -chiese Piper.
-Starò con te fino alla fine. -dissi per poi baciarla.

-Jason. -mi chiamò una voce ovattata. -Jason, come ti senti?
Ma chi era?
-Amico? -mi chiamò una seconda voce.
Vedevo tutto sfocato.
-Vado a chiamare il dottore? -disse la voce che aveva parlato per seconda.
-No, aspetta. -disse una terza voce.
-Jason? -mi richiamò la prima.
Riuscii a mettere a fuoco una figura dai capelli biondi.
-Jason. -ripeté di nuovo.
Poi capii chi era: -Annabeth?
Annabeth tirò un sospiro di sollievo: -Come ti senti?
Mi guardai attorno: Annabeth, Percy e Hazel erano al mio capezzale.
Vidi il letto vuoto accanto al mio e il mio pensiero andò ad una persona.
Piper.
-Dov'è Piper? -chiesi subito.
-In sala operatoria. -rispose Hazel.
-E? -la incitai mettendomi seduto.
-Non sappiamo ancora nulla. -aggiunse sconsolata.
-Da quanto sono sotto anestesia?
-Tre ore. -rispose Percy cupo.
Poi qualcuno entrò nella stanza manco fosse un tornado.
-Leo? Cosa succede? -chiese subito Annabeth.
-È... eheh... -fece Leo riprendendo fiato. -Oddei, ora muoio.
-Leo? -lo incitò Hazel.
Il figlio di Efesto prese qualche respiro, poi disse: -I medici... eh...
-I medici cosa? -chiesi.
Leo mi guardò: -Hanno detto che ci vorrà ancora mezz'ora circa...
Abbassai lo sguardo.
E se non avesse funzionato?
Pregai tutti gli Dei dell'Olimpo, sia in versione greca, sia in versione romana.
-... Ma sono ottimisti. Ce la farà. -concluse Leo sorridendo.
In quei due secondi che separavano le due frasi del mio amico avevo pregato tutti gli Dei perché Piper sopravvivesse.
In quell'istante, ringraziai gli Dei uno per uno, felice come non mai.
-Quindi la malattia... -fece Annabeth mentre un sorriso le illuminava il volto.
-Piper guarirà. -confermò Leo. -E ora, vi prego, potete darmi una bomboletta di ossigeno?

Ero nell'atrio dell'ospedale ad aspettare.
Piper sarebbe stata dimessa quel giorno.
-Eccola! -disse Percy sorridendo.
Mi alzai e la vidi.
Piper camminava piano piano, accompagnata da Annabeth e dal signor McLean.
-Piper! -esclamai correndole incontro. Lei mi vide e il suo volto s'illuminò.
-Jason! -mi chiamò cercando di accelerare il passo.
-NO! TAGLIA!
-Come? -chiedemmo tutti insieme.
-Non va bene. Piper, devi correre incontro a Jason. -disse Afrodite, alias la regista di quello stupido film.
-Ma come fa a correre dopo aver subito un'operazione? -chiese Annabeth mentre una figlia di Afrodite le ritoccava il trucco.
-Appunto. È impossibile. -disse Will seduto nel backstage.
-State parlando con la dea dell'amore. Il mio film è romantico e quindi le scene le decido io. -protestò Afrodite.
-Ed ecco che ci risiamo. -borbottò Piper alzando gli occhi al cielo.
In quel momento ci stavamo tutti chiedendo chi ce l'aveva fatto fare di firmare il contratto per una storia del genere.




Ah, già.
La madre di Piper ci aveva minacciati con "Se non mi aiutate, vi faccio innamorare di persone orrende".
Per la cronaca, mi avrebbe fatto mettere con Drew Tanaka.
Brrr... *brivido lungo la schiena*

One Shots... MezzosangueWhere stories live. Discover now