No regrets

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"Going out tonight
Changes into something red
Her mother doesn't like that kind of dress
Everything she never had, she's showing off...

Driving too fast moon is breaking through her hair
She's heading for something that she won't forget
Having no regrets is all that she really wants..."

Premessa: io amo Annabeth Chase più di chiunque altro.
Ma, mentre lei guidava verso casa di suo padre, non riuscivo a non pensare di aver fatto (forse) la cosa sbagliata: avevamo finito il college di Nuova Roma solo da pochi giorni, stavamo per andare a vivere a New York in una casa tutta nostra, forse non del tutto pronti...
...ed io le avevo chiesto di sposarmi.
Annabeth aveva accettato subito e in quel momento mi ero convinto che fosse tutto perfetto.
Ma se non eravamo abbastanza pronti?
Avevo paura di non essere all'altezza della ragazza che amavo.
Ci fermammo al casello dell'autostrada, in fila per pagare l'importo. Annabeth si passò una mano sugli occhi, visibilmente stanca.
-Va tutto bene? -le chiesi. Lei mi guardò e sorrise.
-Sì, sono solo stanca. -mise una mano sulla mia, che tenevo sulla coscia. -Come mai così pensieroso?
Abbassai lo sguardo sulle nostre mani.
-Annabeth. -dissi. -Sei sicura di voler diventare mia moglie? Secondo te è troppo presto?
-Sì e no, non è troppo presto. -Annabeth teneva ancora la mia mano e sorrideva.
-Ma se non fossi alla tua altezza? Se non fossi l'uomo che meriti?
Il sorriso di Annabeth vacillò: -Percy...
-Ho paura di non riuscire a renderti felice. -non riuscivo a guardarla negli occhi. -Il pensiero di sposarti e vivere insieme mi ha dato la forza per andare avanti quando eravamo divisi, lo sai, ma forse sto correndo troppo...
Annabeth rimase in silenzio per qualche minuto, il tempo di pagare l'importo, poi accostò, spense l'auto e si voltò verso di me quanto lo spazio consentiva.
-Percy, ascolta...
-No, dimentica ciò che ho detto.
Annabeth mi prese il viso e mi baciò.
-Percy, non preoccuparti. -disse sfiorandomi il naso con il proprio. -Dei, sei così dolce!
Mi sorrise.
-Allora, sei sicura? -le chiesi mentre si rimetteva comoda.
-Testa d'Alghe, tua sorella lo avrebbe già capito.
-Non tirare in ballo Estelle! -cercai di fare l'offeso, ma Annabeth iniziò a ridere e mi contagiò.
Poi ripartimmo e un'ondata di panico mi assalì: il padre di Annabeth come avrebbe reagito? Mi immaginai la scena: io che gli dicevo del matrimonio, il signor Chase che saliva sul biplano e mi inseguiva, sparando e urlando "Come ti sei permesso? Non toccare mia figlia!".
E Atena... oh dei! Quella mi avrebbe incenerito, dopo lo spettacolo del signor Chase con l'aeroplano. Me la immaginavo seduta sul suo trono con un televisore al plasma, un pacchetto di pop corn e la Diet Coke di Dioniso, mentre si godeva la scena.
-Ehm, Annabeth...
-Mio padre ti adora. -disse leggendomi nel pensiero. -Lo sai.
-E...
-Cercherò di far ragionare mia madre.
Arrivammo a casa Chase.
-Pronta, signora Jackson?
-Sì, signor Jackson!
La baciai, mi slacciai la cintura e aprii la portiera, ma Annabeth mi fermò:
-E, Percy...
-Sì? -la guardai.
-Penso che tuo figlio si chiamerà Luke se è un maschio e Silena se è una femmina. -poi prese la borsa e uscì.
Dopo un po', realizzai ciò che mi aveva detto.
-Annabeth, mi stai dicendo...
Lei mi guardò da fuori e mi fece segno di seguirla.
-Annabeth...
La mia ragazza-e-futura-moglie si diresse verso la casa,
-Annabeth Chase... -uscii. -TORNA QUI, PICCOLA SAPIENTONA CHE NON SEI ALTRO!

One Shots... MezzosangueWhere stories live. Discover now