Annabeth Chase, Daughter of Athena, goddess of wisdom

1.7K 127 16
                                    

Una bambina dai capelli biondi con addosso un costumino azzurro a pois bianchi immerse i piedini in mare e sospirò, tenendosi il cappellino sulla testa per evitare che volasse via.
Dietro di lei, suo padre stava parlando al telefono con la sua matrigna, che, visto stava per avere due bambini e poteva stancarsi facilmente, era rimasta a casa a riposare.
Annabeth, così si chiamava la bambina, aveva sei anni, ma era estremamente intelligente per la sua età. Odiava quando il signor Chase la portava da qualche parte e poi la ignorava completamente, standosene al cellulare con la nuova moglie o leggendo qualche vecchio libro sugli aerei da guerra. Quei momenti che avrebbero dovuto passare assieme, diventavano dei momenti che Frederick usava per ignorare Annabeth ancora di più.
-Uffa! -Annabeth diede un calcio nell'acqua, schizzando.
In momenti come quello, il suo unico desiderio era quello di vedere la mamma.
Perché no, non aveva mai visto sua madre. Al contrario dei suoi compagni di scuola, lei non sapeva chi fosse e spesso si era sentita terribilmente gelosa nei confronti degli altri bambini, che tornavano a casa mano nella mano con la loro mamma, mentre a lei toccava salire sullo scuolabus giallo, quasi sempre vuoto.
-Ciao, piccola. -la salutò una voce femminile dietro di lei.
Annabeth si voltò e vide una donna con i capelli scuri, indossava una veste bianca come la neve e un cappello a tesa larga che le nascondeva gli occhi.
-Ciao. -ricambiò la bimba.
-Sei sola? -chiese la donna e Annabeth guardò il padre, girato di spalle e ancora al telefono.
-Il mio papà mi odia. -disse.
La donna si abbassò al suo capo: -Come ti chiami?
-Annabeth. -la bambina sorrise un pochino. -E tu chi sei?
-Mi chiamo Atena. -disse la donna facendole un leggero sorriso. -Dov'è la tua mamma?
-La mia mamma non c'è. -mormorò Annabeth abbassando gli occhi. -Io non l'ho mai vista.
Atena divenne seria. Si tolse la collana che aveva e la mise ad Annabeth: aveva un piccolo ciondolo a forma di civetta.
-Annabeth, mi prometti una cosa? -chiese alzando lo sguardo. Annabeth vide che aveva gli occhi grigi.
-Sì.
-Non cambiare mai. Rimani sempre come sei. Bellissima e intelligente. -Atena sorrise. -Me lo prometti?
-Promesso! -esclamò Annabeth sorridendo orgogliosa. Nessuno le aveva mai detto di essere intelligente... quando il suo papà tornava dai colloqui con le sue maestre di scuola, non le riferiva mai cosa gli dicevano.
Un'improvvisa folata di vento portò via il cappellino di Annabeth. La piccola lo rincorse, ma non riuscì a prenderlo.
-Oh, no! -disse, sull'orlo delle lacrime. Quando si voltò, Atena non c'era più.
Stava per tornare da suo padre, pronta per l'ennesima sgridata, quando un bambino con un costumino verde e blu si avvicinò a lei.
-È tuo? -chiese il piccolo e le porse il cappellino bianco.
-Sì! -esclamò Annabeth sorridendo. -Grazie!
Il bambino sorrise a sua volta. Aveva gli occhi verdi come il mare e i capelli nerissimi.
-Percy? -chiamò una donna raggiungendo il piccolo. -Oh, ciao, piccola.
-Ciao. -salutò Annabeth. La donna le sorrise, poi si rivolse al bambino:
-Le hai ridato il cappellino, tesoro? Bravo! -disse.
-Annabeth! -era suo padre, che si stava avvicinando a passo di marcia. -Non ti allontanare più!
Poi il signor Chase vide la donna e il bambino: -Mi scusi se l'ha disturbata.
-Nulla, il cappello le era volato via, così Percy lo ha preso e gliel'ha riportato. -spiegò la donna. -Comunque, complimenti, ha una figlia veramente bellissima.
Annabeth sorrise e arrossì.
-Ehi? -la chiamò Percy picchiettandole il dito sulla spalla. -Vuoi vedere una cosa?
-Cosa?
Il bambino si diresse verso il mare, mentre la madre e il signor Chase parlavano.
Si sedette in acqua e iniziò a giocarci, creando una piccola fontanella.
-Wow! Come hai fatto? -chiese Annabeth sedendosi con lui.
-Non lo so. -ammise Percy arrossendo. -Però non dirlo a nessuno! È un segreto!
La bimba annuì, poi guardò la mamma del suo nuovo amico: -La tua mamma è simpatica.
-Già! -confermò lui tutto fiero. -La tua com'è?
Annabeth abbassò gli occhi: -Non lo so. Non l'ho mai vista.
-Però conosci il tuo papà. Io il mio non so chi è. -disse Percy. -La mia mamma ha sposato un uomo cattivo. Mi tratta sempre male.
-Anche la moglie del mio papà.
-Però ho sempre la mia mamma. -Percy sorrise. -Lei mi vuole bene.
-Il mio papà non mi vuole. -ammise Annabeth tirando su con il naso.
Percy si accorse dello stato d'animo della piccola e cercò di farla ridere, con il solo risultato di cadere in acqua. Ma, con sua grande sorpresa, Annabeth rise di gusto.
-Come ti chiami? -chiese Percy.
-Annabeth. -rispose la bambina.
-Annabeth! Andiamo! -chiamò il signor Chase e il sorriso di Annabeth scomparve. Si rialzò in piedi.
-Ciao! -salutò.
-Ciao ciao! -Percy le diede un bacino sulla guancia e corse verso la madre.

Mentre Annabeth si allontanava con suo padre, si girò: Percy e la sua mamma giocavano con l'acqua, sul lungomare.
Poi prese tra le mani il ciondolo della collana che le aveva dato Atena e notò che c'era scritto qualcosa in una strana lingua che però lei riusciva a decifrare:

"Annabeth Chase, figlia di Atena,
Dea della saggezza"

One Shots... MezzosangueWhere stories live. Discover now