Best brother

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Annabeth si svegliò e vide gli splendidi occhi di Percy che la guardavano.
-Buongiorno Sapientona. -disse il ragazzo lasciandole un bacio dolce sulle labbra.
-Buongiorno Testa d'Alghe. -disse lei sorridendo.
-Dormito bene? -le chiese. Annabeth annuì, mentre il figlio di Poseidone si tirava su coi gomiti e la guardava.
La sera prima Annabeth era arrivata a New York. Sarebbe rimasta a casa di Percy per le vacanze di primavera.
-Che ore sono? -domandò la figlia di Atena.
-Le nove passate. -rispose Percy accarezzandole la pancia scoperta. Annabeth si muoveva un sacco mentre dormiva, quindi la maglia si era alzata.
La ragazza rabbrividì al tocco dolce del ragazzo, che se ne accorse e la baciò di nuovo.
-Percy, stanotte ho fatto un bel sogno. -Annabeth sorrise mentre prendeva la mano di lui e iniziava a giocarci come una bambina. -C'eri tu.
-Allora era bellissimo. -si vantò Percy alzando il mento con fare altezzoso.
La figlia di Atena alzò gli occhi al cielo: -Eravamo in una casa, tu ed io. Era casa nostra a Nuova Roma.
Il ragazzo sorrise, poi iniziò a farle il solletico. Lei scoppiò subito a ridere, cercando di fermarlo.
-Percy, no! Basta! -Annabeth si dimenava, cercando di sfuggire da Percy. Ma il ragazzo non aveva intenzione di lasciarla andare.
-Perché? Abbiamo appena iniziato! -esclamò lui abbracciandola.
Annabeth sentì il petto muscoloso del suo ragazzo contro al proprio. Adorava quando succedeva!
Rimasero così per un po', poi brontolò lo stomaco ad entrambi.
-Colazione? -propose Annabeth guardandolo.
-Colazione. -disse Percy annuendo.
-Facciamo a chi arriva primo? -chiese lei quando si furono alzati.
-Scusa non ti sento. Sono troppo impegnato a vincere! -Percy aprì la porta e schizzò fuori dalla stanza.
Annabeth lo seguì: -Non è giusto, Testa d'Alghe!
Quando la ragazza arrivò in cucina, Percy la strinse a sé da dietro e le diede un bacio sulla guancia.
-Ho vinto. -disse. -Non mi merito un premio?
-Hai barato. -Annabeth incrociò le braccia, mettendo il broncio.
-Buongiorno bambini. -Li salutò Sally entrando in cucina. Li chiamava così ogni volta che facevano quei giochetti stupidi.
Percy lasciò andare Annabeth.
-Ciao mamma. -disse dando un bacio sulla guancia alla madre.
-Buongiorno. -salutò Annabeth. -Come sta?
Sally si accarezzò il pancione: -Bene, anche se ho qualche dolore. E scalcia un sacco. -poi tirò un buffetto sulla guancia di Percy. -Come suo fratello.

E verso sera era successo.
Annabeth era entrata in cucina e aveva visto Sally tenersi il pancione, trattenendosi dall'urlare. La bambina aveva iniziato a scalciare.
Annabeth aveva chiamato Percy (che non era in casa) e aveva aiutato Sally a scendere le scale per portarla in ospedale con il suo ragazzo, arrivato giusto in tempo. Paul li aveva raggiunti subito.
-Percy, vuoi entrare anche tu? -gli chiese.
Percy guardò sua madre sulla barella, poi sorrise a Paul: -No. Vai tu. Io starò qui con Annabeth.
In quel momento erano lì seduti nella sala d'aspetto, tenendosi per mano.
-Andrà bene. -disse Annabeth vedendo la preoccupazione sul viso del suo ragazzo.
Percy le sorrise e le strinse la mano.
Rimasero in silenzio finché Paul non uscì dalla sala parto con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
Percy si alzò.
-Sta bene. -disse Paul. -E anche la piccola.
Percy sorrise, sollevato.
L'uomo gli fece segno di entrare. Il ragazzo fece per seguirlo, poi si voltò verso Annabeth e le porse la mano.
-Andiamo. -disse sorridendo.
Annabeth sorrise a sua volta e prese la mano di Percy.
Entrarono e videro Sally seduta sul letto con un fagottino di coperte tra le braccia. Era visibilmente stanca, ma appena li vide sorrise.
Percy si avvicinò alla madre e le diede un bacio sulla guancia, poi guardò la neonata che teneva in braccio.
Paul si mise all'altro fianco di Sally, che alzò lo sguardo su Annabeth. La ragazza se ne stava in disparte per non dare fastidio, ma Sally la invitò ad avvicinarsi.
La figlia di Atena ubbidì e si mise a fianco di Percy.
-Estelle Stockfis. -presentò Sally.
La neonata allungò una manina verso Annabeth.
-È bellissima. Congratulazioni. -Annabeth sorrise.
-Non sarei arrivata in tempo se non fosse stato per te. -disse Sally. -Vieni qui.
E tese un braccio.
Annabeth l'abbracciò e sentì gli occhi pizzicare. Sally l'aveva sempre trattata come una figlia.
Quando si scostò, Sally porse Estelle a Percy, che la prese in braccio, un po' goffo.
Appena la prese, Estelle rise.
Annabeth lo guardava con un sorriso.
Estelle osservò Percy con aria curiosa, poi sorrise di nuovo.
-Ciao Estelle. -disse il ragazzo.
E Annabeth si immaginò nel futuro. Percy che teneva tra le braccia la loro bambina appena nata e le parlava con quel tono dolce che solo lui aveva.

La sera Percy e Annabeth erano nell'appartamento del ragazzo.
Cenarono e si accoccolarono sul divano.
Percy teneva un braccio sulle spalle di Annabeth e lei stava con la testa appoggiata alla spalla di lui.
-Percy. -disse ad un certo punto.
-Sì? -chiese lui.
-Oggi ho pensato alla tua proposta di vivere insieme a Nuova Roma e... -si morse il labbro mentre alzava gli occhi su di lui. -Credo sia un'ottima idea. Non vedo l'ora.
Percy sorrise e la baciò prendendole il viso.
Lei ricambiò, mentre giocherellava con i capelli del ragazzo.

Qualche giorno dopo iniziò l'inferno, se così lo si può chiamare.
Percy era felice di avere una sorellina, certo, ma di notte era un incubo. Estelle piangeva tutte le notti e Sally si alzava a cullarla, anche se qualche ora dopo ricominciava a piangere di nuovo.
Ma non era finita lì.
Ogni tanto toccava a lui cambiare il pannolino alla piccola e si imbarazzava tutte le volte.
Annabeth lo aiutava, anche se neppure lei era abituata a cambiare pannolini e preparare biberon di latte.

Quando Estelle iniziò a mangiare pappette e omogenizzati, Percy era l'unico che non riusciva a farle finire tutto il vasetto o il piatto. Usava il cosiddetto "aeroplano", ma aveva deciso di cambiare in "pegaso".
La prima volta fu più o meno così...
Percy era a casa da solo con Estelle.
Era ora di pranzo, così mise la piccola nel seggiolone.
-Allora, peste, cosa vuoi mangiare? -chiese aprendo la credenza.
Alla fine prese il primo omogenizzato che gli capitò a tiro e si sedette davanti alla sorellina.
-Estelle, guarda il pegaso che arriva! Deve atterrare!
E si ritrovò sporco di pappetta alla mela.
-Estelle. Fai la brava dai... -supplicò Percy.
Inutile. Quando Sally tornò a casa, Percy era tutto sporco di cibo per neonati.
Questo fu uno dei motivi per cui Percy non provò neanche a sfiorare un omogenizzato per i suoi figli. Lasciava questo onore ad Annabeth.

*angolo meh*
Scusate se non è un granché...
Anyway, grazie per i 19k😍

One Shots... MezzosangueWhere stories live. Discover now