No regrets parte 2

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Percy non credeva a ciò che Annabeth gli aveva detto. Aspettava un bambino. Il loro bambino.
Il suo sogno si stava lentamente realizzando: aveva tutto ciò che potesse desiderare.
Ammesso che fosse sopravvissuto a quel giorno.
Era seduto sul divano del salotto di casa Chase, accanto ad Annabeth.
Il padre e la matrigna di Annabeth erano seduti sul secondo divano, mentre Bobby e Matthew erano di sopra a giocare.
-A quando le nozze? -fece il signor Chase fissando Percy, che sentì una scossa elettrica lungo la spina dorsale.
Annabeth gli strinse la mano.
-Beh, crediamo tra due mesi. Afrodite ci ha implorato di permetterle di aiutarci. -rispose Annabeth. -Vero, Percy?
Il figlio di Poseidone guardava il signor Chase, nervoso, ma appena sentì Annabeth chiamarlo, deglutì e fece sì con la testa.
-Siete una bellissima coppia. -intervenne la matrigna di Annabeth notando la tensione fra il marito e Percy.
Annabeth sorrise.
-ANNIE! VIENI DI SOPRA? -chiamò uno dei due gemelli dal piano superiore.
Annabeth guardò Percy, che le fece segno di andare e la ragazza salì.
-Helen, devo parlare con Percy in privato. -disse il signor Chase. -Sempre che lui sia d'accordo.
-C-Certo. -e fu in quel momento che Percy si rese conto di essere fottuto.
La signora Chase si alzò e andò di sopra, forse a preparare la bara di Percy.
-Allora, Percy. -iniziò l'uomo mettendosi comodo.
Il ragazzo era rigidissimo per il nervoso.
-Devi farmi una promessa. -continuò il padre di Annabeth.
-Scusi? -domandò abbastanza confuso. -In che senso una promessa?
-Come ti ha sicuramente raccontato, Annabeth fuggì di casa quando aveva sette anni. Da quando l'ho trovata davanti alla mia porta... Ammetto di essere stato un padre terribile per lei.
-Sì, Annabeth me ne ha parlato. -disse Percy.
-Da quando ti ha conosciuto, l'ho vista sempre più felice. -il signor Chase unì i polpastrelli delle mani. -Vorrei che mi promettessi di prenderti cura di lei meglio di come ho fatto io.
Percy sorrise: -Glielo giuro sullo Stige. Annabeth è importante per me. Non le farò mai del male, cercherò di renderla felice come meglio potrò.
Il signor Chase fece un sospiro di sollievo e sorrise: -Grazie Percy.

Nove mesi dopo...

-Annabeth, ci siamo. -disse Will. -Ora voglio che tu stringa i denti e faccia dei respiri profondi. Tra poco avrai in braccio il tuo bambino.
-I miei bambini. Sono due. -lo corresse Annabeth trasalendo per una fitta di dolore.
Il figlio di Apollo mise i guanti: -Mio padre dovrebbe darmi un premio per tutti i bambini che ho fatto nascere.
Poco dopo, nella stanza dell'ospedale c'era il caos totale.
Annabeth urlava, Will, Percy e Piper (Annabeth li voleva entrambi accanto) la rassicuravano dicendo che ormai mancava poco, e Annabeth rispondeva per le rime.
-Dai, Sapientona, ci sei quasi. -disse Percy. -Pensa che tra poco avrai in braccio due piccoli fagottini tutti tuoi.
-Io ti ammazzo, Perseus Jackson, io ti ammazzo! -urlò Annabeth. -È tutta colpa tua!
-Lo so, amore mio, lo so. -Percy aveva imparato a darle ragione quando era arrabbiata, soprattutto nel periodo della gravidanza.
Piper a momenti incoraggiava Will, invece di Annabeth.
Ed ecco che il primo pianto di un bambino si sentì.
-Eccolo. -Will porse il neonato all'infermiera. -È un maschietto.
Annabeth aveva iniziato a piangere.
Percy le sorrise: -Annabeth, manca solo la nostra principessina.
Avevano iniziato a chiamare così la bambina, mentre il bambino era il loro mostriciattolo.
Cinque minuti dopo si sentiva il pianto della neonata.
Percy sorrise ad Annabeth, che si appoggiò al cuscino che aveva dietro la schiena.
-Bravissima, Sapientona. -le disse dandole un bacio sulla fronte.
Poco dopo l'infermiera porse i bambini alla loro mamma, mentre Piper usciva dalla sala per dare la notizia a tutti.
-Come li volete chiamare? -chiese un altro dottore.
-Luke e Silena Zoe Jackson. -rispose Percy, per poi guardare i suoi bambini in braccio alla migliore moglie che potesse desiderare.
Indossavano entrambi un berretto, Luke azzurro e Silena rosa, ed erano avvolti nelle copertine verdi degli ospedali. Tutti e due tenevano gli occhietti chiusi.
-Sono bellissimi. -mormorò Annabeth.
-Silena ti somiglia molto. -disse Percy. -Secondo me sarà intelligente come te.
-E Luke è identico a te. -Annabeth spostava lo sguardo da Luke a Silena. -Vuoi prenderli?
Percy prese Silena, lasciando Luke in braccio alla madre.
La piccola aprì gli occhi: verde mare come quelli del padre.
-Ciao, Silena. -disse Percy. -Benvenuta.
Scostò la copertina che copriva un poco il viso della bimba.
-Percy, guarda. -Percy vide il piccolo Luke aprire gli occhi, identici a quelli della sorella.
-Benvenuto anche te, Luke. -disse Percy.
Luke iniziò a piangere.
-Shh. -disse Annabeth cullandolo.
Percy guardò Silena Zoe e rise.
-Cosa c'è? -chiese Annabeth.
-Silena ha la tua faccia da ora lo uccido.
-Io non ho la faccia da ora lo uccido. -protestò Annabeth, poi guardò sua figlia e rise a sua volta.

Un anno dopo...

Era il primo giorno dei gemelli al Campo Mezzosangue.
Annabeth scese dalla macchina blu insieme a Percy e inspirarono a pieni polmoni l'aria fresca del Campo.
Poi presero i figli dai seggiolini.
Dal punto di vista del carattere, Luke si era rivelato come Percy, mentre Silena Zoe era identica ad Annabeth. Avevano entrambi i capelli biondi e gli occhi verdi.
Erano parecchio simili fisicamente, ma c'era quella piccola virgola che li rendeva diversi.
-Pronti? -chiese Percy prendendo Luke in braccio.
-Tì. -disse il piccolo.
Silena Zoe prese la mano dei genitori.
Piano piano arrivarono al pino di Talia e attraversarono la barriera.
Era da un anno che Annabeth non andava al Campo Mezzosangue: dopo la nascita dei gemelli, lei e Percy li avevano portati da Chirone per presentarglieli, ma poi non avevano trovato il tempo, tra pannolini, pianti notturni e i primi passi di Silena. Perché sì, la bimba aveva già imparato a camminare da sola, mentre Luke faceva ancora un po' di fatica.
Arrivarono alla Casa Grande, dove Chirone guardava i semidei che giravano per il Campo.
Appena li vide, scese dal portico e li raggiunse.
-Percy! Annabeth! -esclamò il centauro.

Dopo pranzo arrivarono anche gli altri sette con i loro bambini.
A maggio in casa Grace era arrivata la piccola Talia Rose, che aveva ormai quattro mesi.
In casa Zhang la piccola Emy aveva compiuto un anno a luglio.
In casa Valdez il piccolo Michael aveva festeggiato due anni.
I gemelli stavano giocando con Emy e Michael, controllati da Jason, Frank, Leo e Percy.
Annabeth, Calipso e Hazel stavano poco lontano con Piper e la piccola Talia.
-Annabeth! -chiamò Percy.
La figlia di Atena si voltò appena in tempo per vedere Luke che si alzava in piedi.
-Oh dei! -corse dal figlio che riuscì a raggiungerla da solo.
-Bravissimo, Luke! -disse Leo.
Silena Zoe, vedendo che tutti si interessavano a suo fratello, mise il broncio: non era abituata ad essere ignorata dagli amici dei suoi genitori.
Così, la piccola si alzò a sua volta e raggiunse i genitori.
-Anch'io. -disse fiera.
-Ma certo, tesoro. -disse Percy dandole un bacio sulla testa.
La piccola sorrise soddisfatta e Percy pensò a come sua figlia somigliasse ad Annabeth.

One Shots... MezzosangueWhere stories live. Discover now