Time out ~ Jercy

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Perché Percy non si sentiva male?
Insomma, Annabeth lo aveva appena mollato e lui non sentiva nulla?
Erano stati insieme per anni, erano sopravvissuti anche all'Inferno insieme, lui aveva pensato a tutto il suo futuro con lei... eppure...
Percy aveva capito che però qualcosa non andava con Annabeth: la figlia di Atena era più distaccata con lui, quando si vedevano non sentivano più quella scintilla che li aveva tenuti insieme per tanto tempo e quando erano insieme agli altri stava molto vicina a Piper.
Il figlio di Poseidone trovò la risposta alle sue domande un giorno di inizio luglio, precisamente il primo luglio.
Era il compleanno di Jason e Percy e gli altri sette avevano organizzato una festa al Campo Mezzosangue, a cui si sarebbero uniti anche alcuni ragazzi dal Campo Giove.
Percy desiderava per qualche strano motivo che tutto fosse perfetto.
Ma perché?
Certo, Jason era suo amico, andavano molto d'accordo (anche se finivano per sfidarsi su chi avrebbe ucciso l'altro nel modo migliore)... ma da qualche tempo sentiva altro per il figlio di Giove.
Era piuttosto sicuro che quel qualcosa fosse colpa di Eros. Aveva già provato sensazioni simili per qualcuno e quel qualcuno era Annabeth: l'unica con cui aveva avuto una relazione seria.
-Ehi, Percy? -la voce di Leo lo riportò alla realtà.
-Eh?
-Perché hai scritto il nome di Jason con dei cuoricini?
Percy guardò il foglio colorato che stava torturando da almeno mezz'ora: aveva scritto il nome del figlio di Giove, decorato da disegnini che di solito fanno le ragazze sui quaderni.
Il figlio di Poseidone accartocciò il foglio e lo buttò lontano (Grover e le driadi non lo avrebbero mai perdonato).
-Tutto ok? -fece Leo alzando un sopracciglio.
-Sì, sì. Perché non dovrebbe? -Percy ridacchiò nervoso.

La festa andò per il meglio e Percy finalmente capì quello che provava davvero, così decise di dirlo a Jason, dopotutto, era coinvolto anche lui.
Era sera tardi, ma Percy vedeva le luci della casa di Zeus accese.
Bussò.
Jason aprì poco dopo, con i capelli bagnati e solo i pantaloni addosso.
-Percy? -chiese, stupito.
-Sì, ehm... -Percy arrossì. -Devo dirti una cosa.
-Dimmi. -Jason mise gli occhiali che aveva in mano.
-Ecco... vedi... è complicato. -balbettò il figlio di Poseidone.
Diamine, perché era così difficile?
-Io e Annabeth non ci siamo lasciati per caso. -cominciò Percy tormentandosi le mani, imbarazzato. -Credo che nel mio cuore ci sia qualcuno.
Jason sorrise: -È fantastico, amico.
-Già, ehm... -Il ragazzo sospirò e si decise: -Quel qualcuno sei tu.
Il figlio di Giove spalancò gli occhi: -Ah.
-Sì...
-Ma sei sicuro?
Percy annuì, con il cuore a mille.
-Hai lasciato Annabeth per me?
-In realtà è lei che mi ha mollato. -specificò il figlio di Poseidone facendo un mezzo sorriso.
Jason lo ricambiò: -Percy, sono felice che tu hai avuto il coraggio di dirmelo...
-Ma...?
-Cosa?
-C'è sempre un "ma".
-No! No, anzi, volevo solo dirti che prima di darti una risposta è meglio se sistemo le cose con Piper... sai, ci siamo mollati e vorrei capire se lei non ha problemi.
-VI SIETE MOLLATI?! -Esclamò Percy. -Da quando?
-Io e Piper volevamo dirvelo domani, ma...
Jason lasciò la frase in sospeso.
-Qu-Quindi... ho una possibilità? -domandò Percy speranzoso.
Il figlio di Giove si passò una mano tra i capelli biondi, ancora umidi.
-Lasciami del tempo, ok?
-Ok. -Percy sospirò. -Volevo solo che sapessi. Non importa.
Jason gli diede una pacca sulla spalla.
-Buonanotte. -gli disse.
-Notte. -Jason chiuse la porta.
Il figlio di Poseidone fece un salto di almeno tre metri: c'era riuscito. Jason lo sapeva.
Riuscì a calmarsi e fece per andare, quando la porta si aprì e si trovò le labbra di Jason sulle sue.
-Ma non avevi bisogno di tempo? -domandò Percy quando Jason si scostò.
-Tempo scaduto. -Jason lo prese per il colletto della maglietta e lo trascinò nella Casa 1, chiudendo la porta con un calcio.

*angolo meh*
Scusate se è corta, ma è la prima che scrivo con Jason e Percy come coppia e non come amici...
Spero vi piaccia⚡️🔱

One Shots... MezzosangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora