𝐑𝐞𝐦𝐢𝐧𝐝 𝐌𝐞🍁 [ᵏⁱᵐ ᵗᵃᵉʰʸᵘⁿᵍ]

Chapter 4.

[𝑾𝒂𝒔 𝑰 𝒕𝒐𝒐 𝒔𝒐𝒇𝒕,
𝒐𝒓 𝒘𝒂𝒔 𝒕𝒉𝒆 𝒘𝒐𝒓𝒍𝒅 𝒕𝒐𝒐 𝒉𝒂𝒓𝒅?]

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In piedi a subire lo sguardo disgustato di Junseo mi rendo conto che non ero a conoscenza del fatto che il mio bullo avesse un fratello, d'altronde come avrei potuto saperlo se ci odiamo da quando sono cominciate le superiori. Eppure noto che non sono solo io stupita da questa notizia, anzi, tutta la classe vedendo il corvino si sorprende.

:«Yah! Non ci avevi detto di avere un fratello!» Hoseok si avvicina al ragazzo nuovo porgendo la mano per far amicizia e quest'ultimo la stringe.

Junseo si tocca la nuca quasi a disagio da quel affermazione, ma subito torna in se e ride per non dare troppo nell'occhio.

Il corvino intanto sposta gli occhi tra me, Junseo e Hoseok.

:«Bene allora, ti farò sapere che compiti devi fare» mi rivolgo a Taehyung uscendo da quel gruppetto. Il ragazzo sbuffa per poi annuire mentre Junseo e Hoseok mi guardano confusi.

L'idea di farmi fare i compiti da qualcuno mi attraeva ma ora sarà ancora più divertente dato che colui che me gli farà sarà il fratello di Junseo. Raggiungo il mio banco con la testa ancora un po' pesante e preparo lo zaino ma Haneul mi blocca il braccio analizzandomi da testa ai piedi.

:«Chi è quello?» chiede sospettosa.

:«Non so, sembra essere il fratello di Junseo, mi farà i compiti per due settimane dato che li ho fatto un favore» dico soddisfatta.

Per un secondo mi sembra di vedere Yoongi guardarmi, ma subito la mia fantasia si fa a pezzi quando lo vedo uscire da scuola insieme agli altri.

:Un favore? Ma non mi far ridere, non pensavo ti facessi corrompere dai bei ragazzi» dice ridendo mentre ci avviamo all'uscita di scuola.

Certo che la ragazzza mi conosce bene ma mi imbarazza comunque dirle come quel suo sguardo magnetico mi abbia attratto.

:«Mi ha fatto solo pena» dico indifferente.

Non la saluto e so che probabilmente mi sta maledicendo per questo. Mi dirigo direttamente al lavoro, dove finalmente oggi riceverò il mio stipendio dopo un mese.

Sarei andata a pagare le bollette e anche a fare un po' di spesa, data la situazione miserabile a casa. Nonostante facessi la stessa strada tutti i giorni, in realtà, mi piace questo viale: piena di negozi ma sempre vuota, mi chiedo ogni giorno come facciano queste attività ad andare avanti ma cerco di immaginare che quando entro nel bar di Hae-Won alcune persone vadano in questi posti. Magari li stessi che chiedono il cappuccino o il caffè nel nostro locale.

Sono quasi di fronte al bar quando noto la mia datrice di lavoro, in piedi, fuori dal negozio.

:«Buongiorno signora» dico inchinandomi e intenta ad entrare ma lei mi sbarra la strada appoggiando la mano sul muro.

:«Chiuderai tu oggi» dice con tono calmo e mangiando una banana che tiene nell'altra mano.

Si fida a lasciarmi questo posto?

:«Dice veramente?»chiedo stupita e forse contenta di aver ottenuto quel tipo di fiducia.

:«Si, i tuoi soldi sono sul bancone» dice prendendo la borsa per terra e porgendomi le chiavi del negozio.

:«Allora mi aspetto che tu faccia un buon lavoro, ti ricordo che devi pulire i bagni e il pavimento oggi» dice mentre se ne va via alzando faticosamente le sue gambe enormi.