Seventeen.

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"Devi soffrire come me
Non mi sento affatto bella
Gli sto a fianco e lui non mi guarda
E mi si attorcigliano le budella
Tutto è piatto
Sempre uguale
Mangio dal piatto il minimo sindacale
Il ventre piatto piace a tutti
Quindi vado in bagno di soppiatto a vomitare"
-Eva Rea, Brutta e Brutale

(Per chi non lo sapesse, il ragazzo nella foto è il nuovo prestavolto di Noah. Ho modificato anche quello di Cody, perciò andate a vedere il capitolo 'prestavolti' per scoprire chi sono. Vi prometto che da oggi cercherò di non cambiarli ulteriormente, per non confondere le idee a nessuno. Buona lettura)
AVVISO:
in questo capitolo viene descritta una scena delicata, ovvero una scena di un atto bulimico. Se siete sensibili o non volete leggerlo sappiate che metterò degli * ad inizio e fine scena, così potete tranquillamente non leggerla.
E ricordatevi, se soffrite anche solo in minima parte di un problema, fisico o mentale che sia. Chiedete aiuto, ad un professore, parente o ad un adulto di cui vi fidate in generale.
Voletevi bene, perché siete fantastici così come siete.

Durante la colazione

"Grace, stai bene?" Lucas alzò una mano davanti alla faccia della bruna, che con uno scatto, ritornò con la mente al mondo reale.
"Eh si, mi cercavi?" Grace spostò l'attenzione su Montgomery, che la stava guardando attentamente, quasi a volerla analizzare.
"No è che sei da dieci minuti a toccare il cibo con solo la forchetta e pensavo ti fossi persa nel tuo mondo" Lucas prese in giro la ragazza in modo affettuoso, non si sarebbe mai permesso di insultarla per davvero.
"Oh è che non ho molta fame, con il caldo mi passa un po' l'appetito, sai" Grace abbassò lo sguardo verso il suo piatto. Tre quarti del waffle era stato mangiato e si sentiva così dannatamente in colpa con il suo stomaco. La frutta era stata mangiata per prima, e in questo modo sperava di riempirsi con solo essa, in modo da non dover toccare i carboidrati ma si era sbagliata, infatti aveva ancora fame ma non osava toccare cibo. Il the era ancora intatto nel bicchiere perché la ragazza si era informata, era uno di quelli già confezionati con dentro troppi zuccheri aggiunti, non sapeva nemmeno perché lo avevo preso. Da oggi in poi avrebbe fatto come Sofia, solo acqua e limone al mattino.

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"Ma quindi qualcuno conosce i programmi di oggi?" Aaron guardò i ragazzi, in attesa di una risposta.
"Oh si, dobbiamo visitare Wynwood e la Liberty City, poi stasera andiamo dove siamo andati ieri sera, spero solo di poter trovare ancora qualcuno che ci compri l'alcool, ho bisogno di bere." Zach rispose al suo migliore amico e non ci voleva un genio per capire che la causa di ciò era il ragazzo difronte a lui.
Ragazzo che, nel frattempo, stava ridendo per una battuta fatta da Cody, con la mani davanti alla bocca.
Zach si domandò quando avrebbe perso quel vizio. Tantissime volte si era ritrovato a chiedergli il perché di tale gesto e 'odio il mio sorriso, sai, per via dell'apparecchio' era di solito la risposta. Noah era fottutamente bello, indipendentemente da tutto, doveva smetterla di sottovalutarsi e Zach lo avrebbe volentieri aiutato, se solo non fosse stato così orgoglioso, dannazione.

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Grace era in bagno da circa due minuti, nemmeno tanto, quindi non poteva destare sospetti a nessuno.
Con il codino nella mano sinistra si fece una coda alla rinfusa, di sicuro non era una delle sue migliori uscite.
Poi, lentamente, dopo aver preso dei respiri profondi, si mise in bocca l'indice e il medio della mano destra fino in fondo alla gola. Questo movimento lo dovette fare altre tre volte prima che, finalmente, iniziò a vomitare la sua colazione. Sentiva benissimo il suo stomaco stringersi per poi tornare normale ogni volta che qualcosa le tornava sopra per poi finire nel fondo di quel gabinetto. Voleva smettere, voleva veramente smettere. Si ritrovava con gli occhi lucidi e i lacrimoni, sperando solo che i succhi gastrici sarebbero arrivati presto e così quella tortura sarebbe finita. Ma più cercava di smettere più nella sua mente le tornavano le immagini più incisive della sua vita: lei che si guarda alla specchio e sorride, stando bene con sé stessa. Lei che va a fare shopping e compra solo vestiti con la sua misura. Lei che all'età di tredic'anni inizia ad attraversare il periodo della pubertà, e compariono le prime forme e arrivarono le mestruazioni, con esse pure la fame chimica. Lei che inizia a mangiare un po' di più e non fa ginnastica, troppo svogliata e pigra per mettersi anche solo a correre nel suo quartiere. Lei che nelle compere successive è costretta a prendere taglie in più perché nella sua precedente non ci entra, sotto lo sguardo sorpreso dei suoi genitori e i commenti spregevoli delle sue compagne di classe. Lei che si guarda allo specchio e si odia. Lei che cerca di non toccare cibo e ogni volta che mangia qualcosa in più va a vomitare, pensando che così possa dimagrire.
Dopo qualche secondo inizió a riconoscere quel gusto amaro misto all'acido dei succhi e, come volevasi dimostrare, dopo qualche secondo vomitó pure questi.
Piano piano si rialzò, prese della cartigenica e si pulì la bocca e gli occhi, per poi buttare tutto nel water e tirare l'acqua. Uscì dal gabinetto, andò vicino al lavandino, aprì l'acqua, si risciacquó la bocca, e poi andó via da quell'inferno, che ormai era la sua vita.

fake relationship...or not? {boyxboy}Where stories live. Discover now