Thirty.

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"Quindi problemi in paradiso?" James guardò Noah seduto difronte a lui. Alla fine aveva optato per portarlo in un semplice bar dove si poteva ordinare anche da mangiare, visto che conosceva i gusti del ragazzo e sapeva che non amava i ristoranti di lusso o i posti isolati. Perciò optò per una via di mezzo. "Dipende, tu definiresti problema il fatto che Zach ha detto che non potevo venire all'appuntamento perché non si fida di nessuno dei due? E alla mia richiesta di spiegazioni ha detto, cito testualmente 'non mi posso fidare di te perché non mi hai mai dato motivo per farlo'. Come se il problema tra noi due fossi io, e non lui che mi ha dato del poco di buono, assolutamente no" Noah continuò a parlare, stringendo tra le dita la lattina di lemon soda che aveva ordinato. Di sicuro si aspettava che Zach non impazzisse a quella notizia ma cazzo, dal prendersela al passare ad insultare ci passava un intero treno di distacco. Perciò non ci aveva pensato due volte quando aveva visto James con la moto fuori da scuola e decise di andare con lui fuori anche a mangiare. Dopo aver litigato con Zach aveva scritto al ragazzo se poteva passare subito dopo scuola e così si ritrovarono la. Il suo attuale ragazzo lo stava tartassando di chiamate ma appena erano arrivati sul luogo decise di spegnerlo, si meritava una giornata senza pensare a nulla, soprattutto dopo tutto il casino. Doveva godersi questa uscita con un suo amico e invece si ritrovava con il broncio, cosa non del tutto adeguata al contesto. "Beh allora mi sento un po' colpevole, non volevo creare tutto ciò, mi dispiace" James smise di mangiare, guardando il ragazzo dritto in faccia. "Adesso sarebbe colpa tua se il mio ragazzo mi considera una puttana? Ma va, figurati. Anzi, cambiamo discorso. Cosa volevi sapere di me?" Noah gli sorrise dolcemente, era bello tornare ai vecchi tempi. "Se Zach osaparaginarti ad una puttana ti giuro che lo vado a picchiare e non scherzo. Comunque non so, voglio sapere tutto. Parlami di te" James prese in mano delle patatine fritte che erano poste al centro del tavolo, in modo da poterle condividere. Il ragazzo che aveva difronte era lo stesso con cui aveva passato due ammi della sua vita, anche se non stavano più insieme nessuno aveva il diritto di insultarlo. Dio, avrebbe volentieri rotto il naso a qualcuno. "Non sono più il ragazzo che conoscevi prima, lo sai vero? Perfetto" Brook continuò solo dopo aver visto il capitano della scuola avversaria annuire. Ignorò la prima frase detta dall'altro ragazzo per evitare di dover difendere il sui ragazzi quando sapeva che era in torto e poi una parte di lui era veramente felice deo fatto che James ci tenesse ancora a lui, nonostante tutto. "Sono fidanzato, o per lo meno lo ero fino a cinquanta minuti fa, amo ancora il basket, mi sono innamorato dell'arte e ho iniziato ad odiare la fisica, ascolto molta musica rap/trap invece che il rock e ho imparato ad apprezzare molto di più i libri e a lasciare da parte le serie tv. Ora tocca a te" Noah prese un po' di noccioline, guardando Jay che iniziò a parlare "wow, da quando Noah Brook non ama la fisica? Non eri tu il primo della classe, nonché l'unico che faceva copiare tutti noi? Va bene, allora...vediamo...amo ancora il basket" ed entrambi risero, facendo si che Noah sussurrò 'non mi dire, non lo avrei ami immaginato' "mi sono iscritto ad un corso teatrale e non osare rid-" mancò finì la frase che il minore si ritrovò con le lacrime agli occhi "non ci credo nemmeno se lo vedo, ti giuro, aspetta che prendo fiato" James si unì a lui "Che stronzo che sei. Poi, aspetta, amo ancora il rap e ora mi diletto a scrivere canzoni".
"Seraimente? Ma è fighissimo." Noah sapeva che il maggiore sapesse scrivere veramente bene, era J tra i due che andava benissimo nei temi mentre lui, come già detto prima, era molto più preso dalle materie scientifiche.
"E comunque sei veramente bello N. Non stavo scherzando prima in chat" Noah si fermò nei movimenti. "Jay" sussurrò, portandosi le mani al volto. Che gran bel casino. "No tranquillo, lo so. Volevo soltanto dirtelo." James gli sorrise, portandosi alla bocca la coca-cola. "Cosa mi può dare la certezza assoluta che tutto vada bene? Sono in una relazione che non posso nemmeno definire tale perché è tutto così confuso nella mi vita".
"Zach ti da questa certezza invece? Rispondi a questo e ti giuro che non prendo più in mano l'argomento. Lui, al contrario di me, ti ha mai dato la certezza che tuttò andrà per il verso giusto?" Noah ci pensò attentamente ma scosse la testa, in segno negativo. "E sai perché? Perché questa è la vita. Nessuno ti darà mai la totale sicurezza al cento per cento, solo su te stesso puoi contare. Quindi cosa farai? Non proverai mai ad avere una relazione solo perché hai questa paura? Noah ti conosco da una vita e io so, conosco, il ragazzo meraviglioso e perfetto che sei. Non dubitare mai di stesso e non osare mai più essere insicuro, cazzo sei cosi meraviglioso e nemmeno te ne accorgi. Ti darei i miei occhi solo per farti capire quello che provo per te guarda."
I due stavano affrontando un discorso che era più grande di loro, lo sapevano. Ma andava bene così. Il più basso tra i due sorrise a filo con le lacrime, gli era mancato così tanto e il suo cuore tornò ad essere pieno d'amore. Rimasero in un religioso silenzio per alcuni minuti, finchè Noah non si accorse di un piccolo karaoke vicino alla postazione. "Ehi, hai già qualche pezzo pronto da cantare tra quelli che hai scritto?" e con lo sguardo indicò il microfono sopra quella specie di palco, se così si poteva definire. James scoppiò a ridere quando vide come era ridotto, ma dopo varie suppliche si lasciò convincere. "Va bene, va bene." Così andò lì vicino, chiese alla ragazza al bar se fosse funzionante, e al suo cenno positivo salì sul palco e si avvicinò al computer. Scelse una base lenta ma d'effetto. "Ciao a tutti i presenti" e così dicendo quelle poche persone che c'erano si voltarono verso di lui, tra cui tre ragazzine, due signori che avranno avuto si e no cinquant'anni, due signorine di trenta e un piccolo gruppetto di ragazzini, mentre Noah già sorrideva divertito. Stava facendo la sua sporca e divertente scena, James ci sapeva fare. "Sono James e niente, questa canzone si chiama Odi et amo, un mio inedito" Il titolo riprendeva una poesia di Catullo, intitolata proprio così. (per ovvi motivi la canzone esiste davvero ed è di un rapper italiano che sfortunatamente non è molto conosciuto, quindi tutti i diritti vanno a lui, Gabriel Mastrandrea, in arte Arcydemon. Il pezzo si può benissimo trovare sul suo profilo Instagram, @gabriel_arcy . La canzone a inizio capitolo come avrete notato non c'è perché teoricamente sarebbe questa.) "Sento ancora i tuoi morsi sul collo, graffi sulla schiena, se solo fossi più stronzo non sapessi che è tutta scena, sai vorrei sentirti gridare ancora una sera, come un lupo con istinti di fama e la luna piena." Noah s'irrigidì e divenne più serio. La canzone era dedicata a lui, se lo snetiva. Soprattutto visto che James la stava cantando guardandolo negli occhi, gli stava facendo una serenata. Non era pronto a tutto questo.
"Odi et amo, odio l'amore per te, amo il mio odio per te, controversa alla botè, nella testa di Baudelaire, quando scopavi con me, il tuo mascara sbavato mi disegnava la mano come quei quadri Monet" in seconda la loro classe era andata in gita a Parigi, e quando erano ancora così piccoli ma così innamorati si giurarono amore eterno davanti ai papaveri di quel pittore, che dopo un po' divenne simbolo del loro sentimento.
"Io perdo la testa Van Gogh, tu ritagli tra champagne e Monet e ora senza chardonne, questa è la conseguenza di una sequenza tra contingenza, dubbi e incertezza nella tua mente persa da un po'. " Probabilmente si stava riferendo ai giorni dopo la festa, quelli in cui Noah cercava di evitarlo in tutti i modi possibili. James scese gli scalini posti al lato del palco e iniziò a cantare mentre camminava. Tutti lo guardavano ammaliati. Era così bravo e anche così bello, Brook comprendeva a pieno tutti li sguardi.
"Che mi hai pianto addosso mentre ti scopavo, abbiamo riso insieme mentre ti scopavo, la mano sul collo, Enrico VIII. Noi che più ci vogliamo più stiamo lontani, due poli uguali amanti in una stanza al primo piano." E oh, Noah si ricordava tutte quelle notti passate a fare l'amore fino a tardi, quando ancora se ne fregavano della scuola e quindi non era importante se il giorno dopo saltavano le lezioni per continuare a fare quello che gli aveva tenuti svegli per così tante ore.
"Ora ne scopi un altro mentre pensi a me, io scopo un'altra mentre penso a te e chiudo gli occhi mentre viene, sarà ridicolo ma forse se fatto all'unisono non sarebbe così diverso dal rifarlo insieme." James lo guardò tutto il tempo, volendo vedere le reazioni del più piccolo alle sue, alle loro parole. Parole che esprimevano il loro rapporto così bene che cazzo, perché si erano lasciati andare per così tanto tempo? Questo pensiero affiorava la mente di entrambi i ragazzi. Noah aveva le lacrime agli occhi, doveva essere divertente, un modo per prenderlo in giro, non un modo per farlo piangere porca merda.
"Ma tu, coi tuoi dilemmi esistenziali e quei turbamenti interni mi spezzavi ogni certezza, mi espugneresti ogni mia fortezza, usando come esercito le ciglia e quegli occhi da principessa." beh, se si stava riferendo al senso di colpa che Noah gli aveva fatto provare allora ci era riuscito bene, perché adesso l'altro ragazzo si sentiva una merda.
"Pensa, Eloisa Abelardo sei, eroina per Kurt Cobain, un fardello che incanta, il cielo prima dell'alba zero si ma se fratta, eroina all'assalto di un castello di carta. Scappi da te stessa e giri in tondo fino a ritrovarti, fino a ritrovarmi ormai alla sesta volta che proviamo ad ignorarci e poi finiamo ad incontrarci, ad implorarci di smettere di cedere a questa forza." James tornò indietro verso il palco, con la solita calma. Noah non se lo immaginava nemmeno cosa stasse provando il moro ma quelle parole lo distrussero dentro. "E prima di incolparci un'altra volta lo facciamo a sangue, la mia testa una pressa tra le tue gambe, la mia lingua il peccato mortale al quale non riesci a sottrarre. Le tue urla soffocate e intanto il mondo tace, ed un pensiero curioso mentre il tuo corpo giace." era così esplicito ma era così loro, amava quel brano, era ufficiale.  "Quando continui a dimenarti sei esempio efficace di come con me provi a liberarti da ciò che ti piace." okay si, questo era molto da Noah. E lui lì, tra le lacrime, stava sorridendo. Questa frase McSell gliel'aveva ripetuta almeno un centinaio di volte ma non era mai abbastanza. Era così intimo. Quei ricordi erano così privati che Noah si imbarazzó da solo quando essi tornanosu nella sua mente.
"Ma uno dell'altro siamo la parte più partecipe e la tua carne mi è carnefice, non ci riesco a lottare e penso a notare. Ma ora che di questa arte sei l'artefice mi accorgo che a me non è permesso scordare." se è per questo nemmeno Noah riusciva a dimenticare, si ricordava tutto. E aveva così ragione, loro due erano complementari.
"Tu che riusciresti ad abbagliare un cieco, ad ammagliare un sordo, a far parlare un'eco, mi hai preso in un lupo immenso, ora noi giaci stessimo vicini, saremmo più forti dell'universo."
Tutti si alzarono in piedi ad applaudire, anche il ragazzo in questione che ormai stava piangendo silenziosamente. Era così bravo porca puttana. James ringraziò tutti e sorridendo scese dal palco, avvicinandosi al ragazzo con sguardo dubbioso. Stava piangendo? "Ehi, ehi, volevo fare qualcosa di carino, di certo non farti piangere" Noah si buttò tra le sue braccia continuando a piangere mentre, se possibile, gli applausi aumentarono. "Mi sei mancato così tanto" sussurrò Jay lasciandogli un bacio sui capelli, continuando ad accarezzarlo. "Anche tu, tantissimo" i due si staccarono e si ritrovarono faccia a faccia. Erano così vicini cazzo. "Non farò niente almeno che tu non voglia N." gli applausi erano cessati, anche se le ragazzine li stavano ancora fissando intenerite. Cosa stavano succedendo?

Spazio autrice:

ehi, mi volevo far perdonare per l'assenza del capitolo di settimana scorsa, quindi ecco a voi un doppio aggiornamento in una settimana. Vi avviso che, per mio dispiacere, la storia sta per giungere al termine. Il capitolo è concentrato unicamente, come avrete letto, su James e Noah.

Cosa ne pensate? Vi è piaciuto? Lasciate un commento che a me fa sempre piacere.

Vi voglio bene, a settimana prossima. Buona Pasqua.

fake relationship...or not? {boyxboy}Where stories live. Discover now