Capitolo 8

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"Da adesso in poi dovrai chiudere gli occhi" mi annuncia Cole dopo essere scesi dal taxi ed io gli rivolgo uno sguardo scettico.

Cerco di protestare, però il moro mi blocca: "Oggi è l'ultimo giorno che passeremo a Londra ed ho organizzato una serata indimenticabile e speciale, perciò per non rovinare la sorpresa..." rovista per qualche attimo nello zaino che porta con sé "Indosserai questa" mi mostra una benda scura.

"Non credi che bendarmi sia eccessivo? Mi sembra di capire che dovremo camminare un bel po' prima di raggiungere la nostra meta ed io potrei scivolare, farmi male o addirittura battere la testa..." l'unico motivo per cui mi metto sulla difensiva è la paura di essere vulnerabile, se privata della vista.

"Non ti succederà nulla di tutto questo, te lo assicuro" sorride talmente tanto da quando mi ha rivelato di avere una sorpresa per me che, per quanto cerchi di essere dura, qualcosa mi dice che non riuscirò a resistergli ancora per molto "Devi solo fidarti di me" come al solito ha capito ogni cosa e non ha sbagliato la sua battuta.

"Mettimi quella benda prima che cambi idea" e per quanto sia difficile provo a fidarmi di lui.

"Grazie" mi regala un altro sorriso, poi scompare dal mio campo visivo e mi copre gli occhi.

Provo a non farmi assalire dal panico una volta che il buio inghiottisce i colori e la luce che mi circondano, eppure non è semplice. La fiducia è sempre stata il mio tallone d'Achille, il mio punto debole.

Per me avere fiducia significa camminare sul bordo di un precipizio ed affidarmi totalmente a qualcuno per impedirmi di cadere. Il problema è che non posso sapere se questa persona ha intenzione di tenermi stretta o se mi farà precipitare nell'immenso vuoto sotto di me.

E fa tremendamente paura mettere la propria anima nelle mani di un altro, senza sapere se la distruggerà o se se ne prenderà cura. Bisogna solamente provarci, nessuna garanzia di successo e un'alta probabilità di farsi male.

Questa situazione mi ricorda tanto un gioco che facemmo alle scuole medie per aumentare la fiducia nei confronti dei nostri compagni di classe. L'attività consisteva nel dividerci in coppie e, mentre uno doveva essere bendato a dovere, l'altro doveva muovere il compagno senza vista a suo piacimento.

Ricordo alla perfezione la sensazione di smarrimento e folle panico che provai in quella situazione. Perché dopo essere stata spinta nel vuoto così tante volte, ho imparato a restare in equilibrio sul filo della vita con le mie sole forze. Perché se non conto sull'aiuto di nessuno sono meno vulnerabile e non vivo nella costante paura di essere buttata di sotto. Di essere pugnalata alle spalle quando ho solo bisogno di un po' di affetto.

Eppure adesso sento che qualcosa è cambiato. Perché non appena Cole fa intrecciare le sue dita con le mie per potermi guidare verso la nostra meta, mi sento al sicuro.

Mi costa tantissimo ammetterlo, però in questo mese passato assieme al padre di mio figlio, ho imparato a fidarmi di lui come non facevo da tempo. Il moro mi ha condotta lontana dal baratro che incombeva sotto di me e mi ha mostrato il panorama che non avevo mai avuto modo di apprezzare, poiché ero troppo preoccupata ad evitare di cadere ancora.

Non avrei mai immaginato che da quella nottata di alcool e sesso sarebbe sorto tutto questo. Mai avrei pensato di ritrovarmi mano nella mano con quel ragazzo dagli splendidi occhi azzurri mentre vaghiamo verso una destinazione ignota.

E per la prima volta in assoluto da allora, trovo il coraggio necessario per rivivere nella mia mente quella festa, la festa che è stata l'origine di tutto questo.

E per la prima volta in assoluto da allora, trovo il coraggio necessario per rivivere nella mia mente quella festa, la festa che è stata l'origine di tutto questo

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