Capitolo 41

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Sono ormai passati nove mesi. Trentasei lunghissime settimane ricche di momenti intensi ed emozioni forti e contrastanti. Piene di lacrime, rabbia, sorrisi, paura, affetto, fiducia, sensi di colpa. Ci sono stati momenti in cui mi sono sentita soffocare da tutto ciò che mi stava capitando e momenti in cui mi è sembrato di toccare il cielo con un dito.

Di sicuro non sono più la ragazza che ero prima di diventare mamma. Ora mi sento decisamente più forte, nonostante le debolezze e paure che mi rendono tremendamente umana. 

Prima di quella festa ero più che sicura che tutto al mondo fosse o buono o cattivo, o bianco o nero, nessuna via di mezzo. Eppure, quella notte di alcool e passione ha stravolto ogni mia certezza e mescolato tutte le carte in tavola. Proprio da un errore così grande è nata una cosa così meravigliosa. Perfettamente sbagliata, oserei dire. E, anche se non nel modo che avrei voluto, quella notte ha dato a Cole un biglietto d'ingresso per entrare nella mia vita. Ora come ora non sceglierei mai di tornare indietro perché con il pancione e mister occhi azzurri al mio fianco mi sento così completa.

Spesso mi sono ritrovata ad immaginare cosa sarebbe successo se non fossi andata a quella festa ed ogni singola volta, al solo pensiero di non avere loro due al mio fianco, la mia vita appare tremendamente vuota. Perché loro sono l'ultimo pezzetto del mio puzzle, nonostante fossi convinta di non aver bisogno di nient'altro.

La bolla di dolcezza e serenità in cui io e Cole abbiamo vissuto nel mese di aprile è esplosa quando siamo andati a fare l'ultima visita di controllo dalla dottoressa Young. Nell'esatto istante in cui ci ha annunciato che ogni momento potrebbe essere quello giusto e ci ha consigliato di tenerci sempre pronti alla nascita della nostra April, l'ansia ha perforato la nostra bolla di sapone perfetta come un ago sottile.

La paura che qualcosa possa andare storto e di non essere completamente pronti al parto ha assalito entrambi, nonostante non spetti a Cole mettere al mondo la nostra piccola.

Così eccoci qui, seduti su uno dei tantissimi tappetini colorati di una palestra, nella speranza che questo corso preparto possa tranquillizzarci o donarci un po' di sicurezza in più. Mi guardo intorno ed osservando tutte le coppie presenti nella stanza, mi rendo conto di quanto, con noi due come partecipanti, l'età media schizzi alle stelle.

Le occhiatine furtive che sono solita ricevere sono state molte meno di quanto avessi immaginato e sono grata a queste persone per essersi fatte una bella dose di fatti propri.

"Come sei silenziosa" la voce di Cole giunge alle mie orecchie come un sussurro sottile "Però sono più che sicuro che la tua mente non sia altrettanto quieta... Sei agitata?"

"Di sicuro sono più tranquilla ora di quanto lo sarò durante il parto vero" faccio un mezzo sorriso che ricambia.

"Siamo qui per essere preparati a ciò che succederà e, visto che ti piace avere tutto sotto controllo, saremo anche più tranquilli"

"Tu sarai più tranquillo" lo guardo storto "Io sono terrorizzata ora e lo sarò anche quel giorno"

"Io starò con te ed insieme supereremo anche questo" il mio cuore accelera un po', anche se fingo di non accorgermi dell'effetto che le sue parole hanno su di me.

"Sai che un po' t'invidio?" gli dico con tono scherzoso.

"Io non t'invidio per niente" nella sua voce guizza una punta d'ironia e sulle sue labbra carnose compare un sorrisetto giocoso.

"Cretino" mi fingo arrabbiata e gli schiaffeggio il braccio muscoloso lasciato scoperto dalle maniche corte.

Una donna dai capelli corvini e un uomo alto entrano nella grande palestra abbracciati e deduco che siano i due istruttori che tengono questo corso. Da quando la mia ginecologa ci ha consigliato di fare un salto in questa palestra ho fatto un po' di ricerche riguardo queste brevi ed efficaci lezioni. In particolare mi sono informata sui due istruttori ed ho scoperto che, oltre ad essere marito e moglie, sono persone molto discrete e abilissimi nel mettere tutti a proprio agio, persino una persona tremendamente ansiosa come me.

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