Capitolo 27

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L'ennesimo conato di vomito mi costringe ad alzarmi dal letto controvoglia e a fiondarmi nuovamente nel mio bagno personale. Come sempre Cole mi raggiunge dopo qualche istante e mi raccoglie i capelli con le mani.

"Tranquilla, adesso andrà meglio" cerca di indurmi a crederci davvero, anche se dopo la milionesima volta che ci ritroviamo in questa situazione è davvero difficile pensare positivo.

Si è trasferito ufficialmente a casa mia oggi nel primo pomeriggio e mia madre lo ha accolto con entusiasmo perché ha vinto questa battaglia contro la sottoscritta. D'altro canto mio fratello è ripartito per Boston poco prima che Cole arrivasse a casa e, visti i loro trascorsi, al moro la sua assenza sembra rilassare parecchio.

"Sono sicuro che adesso la nausea ti concederà un po' di tregua" mi sussurra con dolcezza mentre mi accarezza la schiena.

La ginecologa mi ha detto che la nausea è un sintomo soggettivo e che, quindi, cambia da una gravidanza all'altra. Per di più - ha precisato - nella maggior parte dei casi, si affievolisce fino a scomparire dopo i primi mesi. 

La mia immancabile sfortuna non solo ha fatto sì che la nausea restasse senza subire il minimo cambiamento, ma che mi rovinasse anche la prima notte di "convivenza". 

Ognuna delle infinite volte in cui mi sono alzata dal letto per andare in bagno, il padre di mio figlio è arrivato in mio soccorso e questo mi ha fatto arrivare a due diverse conclusioni: o Cole ha il sonno molto leggero e un udito più sviluppato del normale oppure non ha chiuso occhio nemmeno per un secondo. Come me, del resto.

Stremata per aver rigettato anche l'anima, mi alzo in piedi e mi sciacquo ripetutamente la bocca con il collutorio nella speranza di togliere dalla bocca il sapore nauseante che il vomito mi ha instillato. 

Osservo Cole attraverso lo specchio e mi chiedo come cazzo faccia ad essere dannatamente bello nonostante le occhiaie causate dall'assenza di sonno e la semplice maglietta grigia abbinata ad un paio di pantaloni della tuta. 

Mi accompagna a letto per la milionesima volta e, anche se adesso siamo entrambi in silenzio, so che, come me, sta sperando vivamente di poter chiudere occhio almeno per qualche ora. 

A differenza degli altri nostri "incontri notturni", stavolta si siede sul parquet e osserva la mia pancia in bella vista a causa del pigiama della giusta taglia.

"Ciao piccolino" avvicina la mano al mio ventre, ma un attimo d'indecisione lo porta a ritrarla subito dopo "Che ne dici di dormire un po' adesso? La mamma è molto stanca e ha bisogno di riposare perché domani scopriremo se sei un maschietto o una femminuccia. Mi prometti che ci proverai?" sorride come se avesse sentito la risposta che non c'è mai stata. Si alza dal pavimento e si avvicina a me.

"Buonanotte" mi lascia un bacio sulla fronte e si dirige in punta di piedi verso la stanza degli ospiti che è proprio a fianco a quella in cui dormo io.

"Resta" dico con sorpresa del moro, ma soprattutto mia.

"Sei sicura?" mi chiede con un sussurro per non svegliare gli altri.

Annuisco prima di poterci pensare veramente. Cole torna indietro e si stende sotto le coperte affianco a me. Si muove velocemente come se temesse un mio improvviso cambio d'idea che non arriverà. Mi poggia un braccio in vita e fa aderire la mia schiena al suo petto.

"Sogni d'oro" mi dice lasciandomi un bacio tra i capelli.

"Anche a te" sorrido e ringrazio il cielo che lui non possa vedermi. 

Dopo ore e ore di totale assenza di sonno e nausea costante, cullata dalla sua presenza e dal suo profumo inconfondibile, riesco finalmente ad addormentarmi e a godermi la mia piccola fetta di tranquillità.

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