Capitolo 30

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Il suono della campanella invade l'aula e scatena un'immediata reazione di noi ragazzi che, senza perdere nemmeno un secondo, mettiamo libri e quaderni nello zaino per poi sfrecciare alla velocità della luce fuori dalla classe. 

Questa volta sono la prima a fiondarmi verso la porta e a raggiungere la sezione della mia migliore amica perché abbiamo un discorso interessante da concludere.

"Hai idea di chi possa essere stato?" riprendo a parlare da dove ci eravamo interrotte in precedenza.

"Non ne ho la più pallida idea, però... È stato un gesto carino" la mia amica sorride e stringe tra le mani la rosa che stamattina ha trovato attaccata al suo armadietto assieme ad un bigliettino con su scritto "Buon San Valentino"

La bionda non ha mai avuto una relazione seria e ha sempre affermato di non volerne mai avere una. Da quando i suoi genitori si sono separati, ha iniziato a credere che più si tiene a qualcuno, più ci si fa male quando lo si perde e lei indossa perennemente la sua maschera da stronza per evitare di provare sentimenti che in futuro potrebbero ferirla. 

Anche se per motivi diversi, come me si è chiusa in una fortezza protettiva e, in particolare, ha costruito delle mura di cinta intorno al suo cuore grande di cui solo in pochi privilegiati, tra cui io, sono a conoscenza. Non si lascia mancare il divertimento, però la sua regola fissa è lasciare fuori i sentimenti. 

Dopo la notte in cui lei e Brian sono stati insieme, ad esempio, lo abbiamo insultato assieme davanti ad una tazza di cioccolata calda, però lei non ci è rimasta male davvero perché non si era mai denudata della sua corazza protettiva.

Gli occhi le brillano ed io, nel vederla così felice di aver ricevuto la rosa e il bigliettino, le auguro mentalmente di trovare, un giorno, un ragazzo che l'aiuti a sbloccarsi ed a capire che, anche se potremmo farci del male, a volte vale la pena rischiare.

"E se fosse stato Shawn?" provo a condividere, anche se solo in parte, la ship che ho ideato il giorno di Natale. Secondo me il ragazzo dai capelli chiari e dall'aria da sbruffone potrebbe aiutarla davvero. Non illuminandole la strada con una fiaccola perché Megan è una guerriera e non ha bisogno di un principe azzurro con la scarpetta di cristallo. Piuttosto ha bisogno di una persona che sappia tenerle testa e che la sproni, con prese in giro e scherzetti innocui, ad aprire la scatolina rinforzata in cui tiene chiuso il suo cuore.

"Sei seria?" mi guarda rivolgendomi un'occhiataccia ironica e scuotendo la testa "Non credo che nel suo cervello grande quanto una pigna possa mai passare un'idea come questa. Neanche per sbaglio"

"Secondo me stareste bene insieme" lancio la bomba.

"Hai per caso la febbre?" mi tocca la fronte per verificare "Non dire cazzate. Io e quel coglione non ci metteremo mai insieme perché..." sta per iniziare ad elencare tutti i motivi per cui tra loro due non ci sarà mai nulla, però lo strombazzare di un clacson interrompe la nostra conversazione animata.

Guardo in direzione del suono e Megan dà voce ai miei pensieri: "Credo che ci sia qualcuno per te" mi sorride incoraggiante e mi spinge verso la macchina sportiva di Ashton che mi fa un cenno con la mano "Direi che devo andare" il suo sorriso si trasforma in una specie di ghigno malefico dato che è riuscita ad evitare l'interrogatorio.

"Questa conversazione non finisce qui" le dico mentre cammino all'indietro in direzione di Ashton. Mi fa una linguaccia.

"Divertiti mammina" questa volta sono io a fare una linguaccia a lei prima di salire a bordo dell'auto.

Mi sembra di rivivere il nostro primo incontro in assoluto. Il gioco pro o contro, l'imbarazzo per essere bagnata fradicia, l'ansia per aver accettato un passaggio da uno sconosciuto, la sua reazione quando gli ho detto di essere incinta ed infine quando mi ha chiamata per lasciarmi il suo numero e dirmi il suo nome. Sorrido.

Perfectly WrongOnde as histórias ganham vida. Descobre agora