Capitolo 31

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Con gli occhi ancora socchiusi penso che, avendo già terminato gli infiniti compiti per lunedì, potrò godermi una fantastica domenica di febbraio sul divano in compagnia di un bel libro e, magari, di un pacco di caramelle gommose alla coca cola. In realtà queste ultime non mi sono mai piaciute, però in questo momento ne ho una voglia pazza.

Mi metto a sedere con un sorriso a trentadue denti causato dal programma della giornata che ho abbozzato mentre ero ancora in uno stato di dormiveglia. Proprio mentre sto per andare alla ricerca degli abiti più comodi presenti nel mio armadio, una busta dai colori sgargianti attira la mia attenzione.

Indossali ed esci di casa. Oggi ti facciamo divertire noi.

Sulla busta sono presenti le seguenti parole e, nel leggerle, riesco quasi a vedere il divano e le caramelle gommose che mi ero immaginata sparire nel nulla. Rimando i miei piani alla settimana seguente e, se da un lato l'idea di una giornata diversa e fuori dal comune mi elettrizzi, dall'altro il verbo "divertire" mi spaventa non poco. Apro la busta con aria scettica e scorgo al suo interno un'infinità di capi d'abbigliamento che, a quanto pare, dovrebbero costituire il mio outfit giornaliero. Adesso ho davvero paura.

Mi dirigo in bagno e mi costringo a non estrarne il contenuto fino a quando non avrò terminato una lunga doccia calda che risiede in modo fisso nella mia morning routine. Una volta uscita dal box doccia, ancora avvolta nel mio accappatoio, tiro fuori la prima cosa che dovrò indossare. 

Si tratta di un vestito lungo fin sopra il ginocchio, rigorosamente nero e con dei bordi bianchi che lo fanno tanto sembrare una tonaca sottratta ad una suora. Dalla busta che sembra essere senza fondo escono poi dei collant neri, un paio di inglesine dello stesso colore e, infine, un grande crocifisso argentato. Mi guardo allo specchio mentre m'infilo tra i capelli una fascia che si trovava sul fondo del sacchetto e, osservando la mia figura per intero, constato che la loro intenzione reale era quella di farmi uscire vestita da suora. E comprendo anche che il nastro nero infilato tra i miei capelli dovrebbe rappresentare e sostituire il tipico velo.

Ora sono confusa, molto confusa.

Guardo sul fondo della busta vuota in ricerca di risposte ma, ovviamente, non trovo nessun altro bigliettino che possa chiarirmi le idee su ciò che hanno intenzione di fare. O di farmi fare. Decido di seguire le indicazioni del primo ed unico pezzo di carta e, dopo aver indossato un giubbotto bianco per combattere il vento gelido, esco di casa.

"Pronta a vivere il carnevale più bello della tua vita, suorina?" la mia migliore amica mi aspetta nel vialetto appena fuori dalla mia abitazione poggiata ad un'auto che non conosco.

"Stronza! Allora sei loro complice?" metto su una faccia indignata "Tu con un vestitino sexy ed io vestita da suora. Letteralmente" Megan indossa un abito di pelle nera attillato e decisamente corto con il famoso simbolo di Batman sul petto. Nella sua versione di "Batgirl", ci sono anche collant neri e un paio di stivali dello stesso materiale e colore del vestito lunghi fino al ginocchio. Infine, i suoi capelli biondi le ricadono in morbidi boccoli sulle spalle e il rossetto rosso fuoco spicca in mezzo a tanto nero rendendola incredibilmente sensuale e bella.

"È vero, sono loro complice" ci accomodiamo nella macchina sconosciuta "Però è anche vero che ho lottato per questa versione di suora più moderna"

"A chi hai rubato l'auto?" mette in moto verso una destinazione che non mi direbbe neanche se glielo chiedessi, perciò evito nonostante la curiosità.

"È di Shawn" la guardo con espressione ammiccante "E non fare quella faccia"

"Va bene, va bene... Torno seria" mi passo una mano davanti al volto e mi impegno per riuscire ad ottenere un'espressione composta "Però Shawn è carino"

Perfectly WrongDove le storie prendono vita. Scoprilo ora