Capitolo 29

2.5K 99 7
                                    

"Get me a drink, I get drunk off one sip, just so I can adore you. I want the entire street out of the town just so I can be alone with you. Now go when you're ready. My head's getting heavy, pressed against your arm. Just to adore you, I adore you" canticchio nella speranza di far scomparire il nodo che mi si è formato all'altezza dello stomaco.

Nonostante la musica abbia sempre avuto un effetto rigenerante su di me, oggi neppure Dean Lewis riesce a farmi stare meglio. Tornare a scuola dopo tre giorni mi sembra un'impresa così impossibile che, se dipendesse da me, probabilmente resterei sotto la doccia per sempre. Accarezzata dall'acqua calda che mi dà l'impressione di essere invincibile e sicura, anche se queste sensazioni di conforto spariranno non appena uscirò dalla solitudine e dal calore del bagno.

Il suono di un applauso mi fa sobbalzare: "COLE, COSA CAZZO CI FAI IN BAGNO?! NON VEDI CHE STO FACENDO LA DOCCIA?!"

"Sta' tranquilla, sono Isaac" la sua voce famigliare mi fa ringraziare il cielo che non sia Cole, perché lo avrei ucciso e così facendo avrei perso l'unica persona che, più o meno, è nella mia stessa identica situazione agli occhi dei miei compagni di scuola.

"Mi hai fatto prendere un colpo, imbecille" riapro il getto d'acqua che avevo chiuso per lo spavento e mi sciacquo un'ultima volta per eliminare tutta la schiuma dal mio corpo "Da quanto mi ascolti cantare?"

"Abbastanza per autoproclamarmi il tuo fan numero uno" ridacchia ed io roteo gli occhi mentre indosso l'accappatoio azzurro pastello.

"Sono sempre più dell'idea che tu abbia sbattuto la testa" esco dalla doccia e mi tolgo la cuffia che avevo indossato per evitare di far bagnare i capelli appena piastrati.

"Sono passato per augurare la buona fortuna a te e alla mia piccola nipotina... Purtroppo vado a lavoro e non potrò assistere in prima fila al tuo ritorno in grande stile"

"Ma quale grande stile?"

"Il tuo, mi pare ovvio. Sono qui anche per assicurarmi che non ti vesta come una suora e che metta in mostra la tua pancia stupenda. Ormai tutti sanno ogni cosa, che senso ha continuare ad indossare quelle felpe enormi?"

"Indosserò questo maglioncino e un paio di jeans" gli mostro la maglia in questione e sorride soddisfatto.

"A quanto pare io e Megan ti abbiamo istruita bene" sorride.

"Si dà il caso che io abbia stile, ma che per ovvi motivi abbia dovuto rubare felpe extra large dal reparto maschile per un po'"

"Lo ammetto, lo ammetto... Hai stile" alza le mani in alto in segno di resa "Però a volte hai paura di metterti troppo in mostra e preferisci rimanere nell'ombra. E sbagli, perché la luce del sole - anche se a volte può far paura - è stupenda e merita di essere vista"

"Sono le cose più belle a fare più paura..."

"Un po' come i fuochi d'artificio e il forte rumore che li succede. Se ci lasciassimo influenzare dal fracasso che comportano, probabilmente non ci godremmo il meraviglioso spettacolo di luci e colori. In fondo al rumore prima o poi ci si abitua e, finalmente, possiamo scorgere tutti i dettagli stupendi che prima ci erano sfuggiti" gli sorrido e resto qualche attimo in silenzio per assaporare la profondità delle sue parole.

"Puoi girarti? Devo vestirmi" apre la bocca per ribattere, però lo interrompo "Non giocare la carta dell'omosessualità, perché non m'importa. È imbarazzante anche se so benissimo che sei gay"

"Va bene" ridacchia e si gira di spalle mentre io indosso i vestiti che il ragazzo dagli occhi grigi ha approvato.

"Fatto" dico dopo un tempo infinitamente breve.

Perfectly WrongWhere stories live. Discover now