Capitolo 32

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Il picchiettare leggero della pioggia sui vetri, combinato ad un chiacchiericcio proveniente dal piano inferiore, mi costringe ad aprire gli occhi. Mi infilo un paio di calzini con le ciambelline rosa di Homer in assenza delle mie pantofole al momento apparentemente scomparse. Dopo aver aspettato un attimo seduta per evitare di cadere al suolo come una pera cotta, esco dalla mia stanza in punta di piedi per non essere sentita dai due interlocutori.

Uno dei due uomini che sta parlando è Cole, mentre l'altra voce mi è del tutto sconosciuta. Mi posiziono vicino alla rampa di scale per ascoltare meglio, ma senza essere vista da coloro che, adesso, stanno iniziando ad alzare il tono della voce. So che origliare è sbagliato, però non posso proprio farne a meno, soprattutto perché il loro litigio mi ha svegliata nel bel mezzo del mio sonno rilassante.

"Pensaci, Cole" la voce che non conosco cerca di persuadere il moro "Se venissi con me a San Francisco avresti un lavoro dignitoso e ben retribuito e, cosa non meno importante, potresti liberarti di lei e del bambino. Se mandassi loro dei soldi ogni mese, anche solo una piccola somma, lei penserà che tu ti stia sacrificando per dare a vostra figlia un futuro migliore e non ti odierebbe, anzi. Sarebbe tutto perfetto: nessuno ti considererà mai il cattivo della storia e saresti finalmente libero. Sappiamo entrambi che un bambino è una responsabilità enorme e tu non vuoi a caricarti questo pesante fardello sulle spalle" chiunque sia a parlare, le sue parole mi hanno colpita come una coltellata e mi sembra di sanguinare copiosamente e dolorosamente.

"SMETTILA DI DIRE STRONZATE!" il padre di mia figlia urla così forte che il suono della sua voce rimbomba in tutta la casa "Io voglio essere il padre di questa bambina" è evidente che cerchi di mantenere la calma, però non so per quanto ancora possa resistere.

"Ma non farmi ridere!" lo sconosciuto si prende gioco di lui "Qui l'unico a dire cazzate sei tu, io sono solo realista. Tu non riuscirai a restare qui senza farle soffrire" si ferma un secondo permettere alle sue parole di pugnalarlo dolorosamente prima del colpo letale "Tale padre tale figlio... In fondo è sempre così, no?" improvvisamente la voce misteriosa assume una forma ben precisa, quella del padre di Cole. Dell'uomo che è sparito dalla sua vita e che, anche a distanza, a saputo fargli così male da distruggere una parte di lui in modo irreversibile.

Rabbrividisco, per poi congelarmi sul posto.

"Non permetterti mai più di paragonarmi a te" la voce di Cole risuona come un sibilo minaccioso.

"Perché ti ricordo l'amara verità?" il suo tono da finto dispiaciuto mi fa prudere le mani dalla voglia di schiaffeggiarlo "Perché ti ricordo di essere legato a me da un legame di sangue indissolubile?"

"Perché è l'insulto peggiore che abbia mai ricevuto" Cole risponde con una calma tanto sovrannaturale quanto tagliente.

"Questo bambino è stato un errore, sappiamo entrambi che è così. Ti sto soltanto offrendo il biglietto d'uscita da questo enorme casino, non farmi passare per l'antagonista di questa stupida ed infantile fiaba felice che esiste solo nella tua testa"

"È vero, questa bambina non era un nostro programma, eppure è mia figlia ed io ho intenzione di essere per lei tutto ciò che tu non sei mai stato per me"

"Testardo come tua madre" trattengo il respiro per l'ansia "E soprattutto coglione come lei" mi sporgo un po' più avanti in modo da avere una visuale migliore e noto che Cole acchiappa il padre per il colletto e sta per spaccargli la faccia, letteralmente. Si meriterebbe tutti i pugni e le parole velenose che stanno per arrivargli, però non è il caso che il moro si metta nei guai per quella grandissima testa di cazzo.

"Lascialo" entro nel loro campo visivo e attiro la loro attenzione su di me "Non merita neanche un briciolo della tua attenzione, non dargli un modo per mettersi contro di te e soprattutto non permettergli di ottenere quello che vuole. Per questa vita ha già avuto troppe cose, non offrigliene un'altra su un piatto d'argento" Cole lo lascia andare titubante perché, a quanto pare, ha colto appieno l'essenza delle mie parole.

Perfectly WrongWhere stories live. Discover now