1°Capitolo ❁ Invitation

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1° Capitolo

22 Marzo 2020

POV HYUNAE

-Ti prego. -
Sbattei l'anta del mio armadietto e guardai dritto negli occhi quel ragazzo a me completamente sconosciuto. - Mi spiace, ma no. –cercai di andarmene ma il ragazzo mi bloccò prendendomi per un polso.
Sospirai pesantemente e mi rigirai nuovamente verso di lui. –Senti, sei molto carino, ma per il momento non mi interessa avere alcun tipo di relazione e, ovviamente, questo implica anche non volere uscire. –provai a spiegare, con tutta la calma del mondo cercando di farlo andare via il più presto possibile e senza un possibile trauma ma, a giudicare dall'orario, presto sarebbe andato via con le maniere forti.
-Ma-
-Ha detto di andartene o sbaglio? -
Abbassai il capo non appena sentii quella voce alle mie spalle e sospirai, sconfitta. Io ci avevo provato, almeno.
Il ragazzo alzò la testa, sopra la mia figura, e lo vidi sbiancare. Almeno la colpa non era mia perché ero stata fin troppo carina e chiara.
-S-Scusa, h-hai ragione devo andare. –la voce gli tremò e non mi sorpresi neanche quando lo vidi correre via da noi talmente tanto veloce da investire persino qualche persona.
Dopo averlo visto voltare l'angolo e scomparire, mi girai verso la persona che lo aveva spaventato così tanto.
-Buongiorno. –sorrisi al ragazzo, che si chinò per stamparmi un bacio sulla guancia.
-Buongiorno, ci provano con te già a quest'ora? –rispose, sorridendo di rimando.
-Purtroppo. –mi sistemai lo zaino sulla spalla destra e mi appoggiai agli armadietti a braccia incrociate.
-Ora dovrò pure alzarmi prima per te, guarda un po'. –scherzò, mettendosi le mani nelle tasche dei Jeans.
-Lo sai che non devi, me la cavo benissimo da sola. –dissi, cercando di essere il più seria possibile, anche se sapevo perfettamente che non si sarebbe fermato. Era dall'inizio dell'anno che aveva cominciato a preoccuparsi di quelle situazioni, nonostante io sapessi perfettamente gestire tutto e glielo avessi ripetuto molteplici volte di evitare. Nel frattempo era arrivato aprile e lui ancora non aveva intenzione di mollare.
-Lo so, ma lo faccio lo stesso. –sorrise beffardo e la campanella suonò all'improvviso. Scossi la testa, rassegnata alla sua testardaggine e ci avviammo in classe insieme.
Ci sedemmo ai nostri posti, lui dietro di me e subito dopo entrò la professoressa.
Guardai il posto vuoto a fianco a me e non me ne sorpresi particolarmente. Jiyon era solita fare ritardo, molte volte per le più svariate ragioni.
Quando entrò in classe verso metà lezione con la cravatta della divisa allentata e la camicia non del tutto infilata nella gonna, capii il motivo del suo ritardo, come lo capii anche la professoressa, ma si auto convinse che il fiatone che aveva fosse per la corsa fatta dopo essersi svegliata tardi.
-Mi scusi. –disse, nel mentre percorreva la classe per raggiungere il suo posto, a fianco a me.
La professoressa non la sgridò, poiché abituata a quelle scenate da oramai 4 anni e sapeva perfettamente che avrebbe solamente sprecato fiato. Si sarebbe direttamente trovata una nota sul registro, da aggiungere alla collezione.
-Buongiorno. –disse, a bassa voce, cercando di regolarizzare il respiro.
-Non ti chiedo neanche come sia andata, si può vedere da sé. –cercai di trattenere le risate, mentre la guardavo con la guancia appoggiata al palmo della mano.
Diede uno sguardo in basso e vide le sue reali condizioni. Spalancò gli occhi e cominciò a sistemarsi velocemente. –Oramai è inutile, ti hanno già vista tutti. –commentai, coprendomi la bocca sorridente con la mano che sosteneva il mio volto dopo aver visto la prof lanciarci uno sguardo non tanto amichevole.
-Chi è stato stavolta? –chiese improvvisamente Jungkook, praticamente sdraiandosi sul banco per unirsi alla conversazione. –Ti prego, dimmi uno della nostra età. –mi venne quasi da ridere a quella sua affermazione. Non c'era stata una sola volta che io avessi visto o sentito Jiyon frequentare o andare più semplicemente a letto con un ragazzo della nostra età o superiore. Era sempre attratta dai ragazzi più piccoli, non da carcere, ma di uno massimo due anni, era una delle sue peculiarità che la rendevano particolarmente stravagante.
Dal sorriso colpevole che rivolse a mio fratello, capimmo che non c'era verso di farle cambiare gusti. –Te l'ho già detto Jungkook, gli unici ragazzi che sforano di età per i miei gusti che mi farei volentieri sei tu e il resto dei ragazzi che ti porti appresso. -
Mi misi a ridacchiare. Come darle torto, gli amici di Jungkook erano veramente belli ed affascinanti e nessuno poteva dire il contrario. Nemmeno io potevo negare la particolare bellezza di mio fratello, o meglio, fratellastro.
-Inutile che ridi, anche tu ti faresti i suoi amici dal primo all'ultimo. –disse, rivolgendosi a me.
Sentii lo sguardo di Jungkook su di me e mi girai verso di lui, con un sorrisetto beffardo in volto, alzando le sopracciglia.
Lui ricambiò con uno sguardo malizioso, ma si spense subito non appena capì il reale significato della frase. –Lei non si farà nessuno dei miei amici. -
-Non puoi mica impedirglielo, sono talmente tanto boni che viene naturale. -
-Lee, Kim e Jeon, la smettiamo là dietro? –prima che potessimo dire altro, la professoressa ci ammonì e dovemmo tornare a seguire la lezione.
Quando suonò la campanella, tutti cominciarono a mettere a posto le proprie cose e a preparare lo zaino visto che dovevamo cambiare classe. Mi alzai, insieme a Jiyon e, mentre ci dirigevamo tutti verso il laboratorio di informatica, i telefoni di tutti squillarono improvvisamente. Io lo tirai fuori dalla tasca del mio zaino, mentre gli altri già stavano leggendo la notifica.
Jungkook diede una leggera gomitata a Jiyon per richiamare la sua attenzione. –Ci sarai, vero? –chiese, sicuro della risposta che la ragazza gli avrebbe dato.
Infatti, annuì immediatamente e scoppiarono a ridere scambiandosi un cinque, complici.
Abbassai lo sguardo sul display del mio cellulare e vidi l'invito alla festa di compleanno della ragazza più popolare della scuola, nonché una delle mie più care amiche, Sunmi.
-Ehi, Hyunae. –sentii mio fratello chiamare e mi girai, sapendo già cosa volesse chiedermi. –Stavolta vieni, è una tua amica. -
Alzai gli occhi e non risposi, tornando a guardare avanti e rispondendo all'invito.
Non ricevendo alcun tipo di attenzione, Jungkook si avvicinò a me e mi circondò le spalle con un braccio. –Ti ho fatto una domanda.-
-Ah, lo era? –chiesi, spegnendo lo schermo prima che lui potesse sbirciare la mia risposta e rimettendolo a posto nello zaino.
-Sunmi si arrabbierà se non verrai, lo sai. –quasi si lamentò. –E dopo attaccherà la pezza a me e ai miei amici, risparmiacelo ti prego. -
-Ho detto per caso di no? –chiesi, girandomi leggermente verso di lui, il giusto per non finire ad un palmo dal suo viso essendosi abbassato alla mia altezza.
I suoi occhi s'illuminarono e sorrise. –Quindi vieni? -
-Solo se mi porti te in moto. -
Il sorriso scomparve e mi guardò storto. –E se io volessi bere, scusa? -
Ovviamente lui non poteva rinunciare all'alcol ad una festa. Sbuffai e tolsi il suo braccio dalle mie spalle. –Fa niente, allora. – accelerai il passo ed entrai in classe quasi per prima.
Mi sedetti in un banco a caso e uscii dalla classe col cellulare all'orecchio, incrociando Jungkook e Jiyon alla porta. Feci segno a lei di sedersi a fianco a me e sparii in bagno, giusto per fare una chiamata.
-Dimmi. –una voce rauca e bassa riempì il mio orecchio destro, mentre mi appoggiai al termosifone che si trovava in bagno.
-Hai ricev-
-Sì, a che ora ti passo a prendere domani? -
Sorrisi. Oramai mi conosceva talmente tanto bene quel ragazzo che potevo anche stare in silenzio e lui avrebbe compreso tutto. –Ne parliamo poi stasera con anche gli altri, venite tutti a cena stasera, o sbaglio? -
-Sì, ci vediamo stasera allora. -
Stavo per riattaccare, ma mi fermai. –Ti ho per caso svegliato? –chiesi, sentendo la sua voce fin troppo bassa. Controllai velocemente il mio orologio da polso e notai l'orario. Erano le dieci passate, ma per lui poteva benissimo essere orario da letto.
-No, sono al campus. –ripose. –Ho una composizione da consegnare. -
-Bene, non ti dico buona fortuna perché tanto tutto quello che scrivi è perfetto. –addolcii il tono della mia voce e lo sentii sospirare dall'altro capo della cornetta.
-Ok, leccaculo, a dopo. –disse, con tono serio. Sapevo stesse scherzando, ma ogni volta per un momento lo prendevo seriamente.
-A dopo. –sorrisi nel dirlo e chiusi la chiamata.
Quando tornai in classe, il professore non era ancora arrivato e potei sedermi tranquillamente, senza dover dare alcun tipo di spiegazione.
-Sei arrabbiata? –chiese una voce, sopra di me.
Alzai lo sguardo e ritrovai il volto di Jungkook, che si stava appoggiando allo schienale della mia sedia. -Se vuoi posso-
-Ho già risolto. –tagliai corto e lo vidi strabuzzare gli occhi.
-Scusa? -
Il professore entrò proprio in quel momento e tutti ci alzammo, in segno di rispetto. –Ne parliamo poi stasera, ok? -
Si limitò a guardarmi storto e tornò al suo posto, senza dire altro.

Aggirai la penisola della cucina e cominciai a poggiare le posate sul tavolo, in corrispondenza delle sedie e dei tovaglioli.
Contai mentalmente i posti e quando mi appurai che fossero otto totali, tornai in cucina a prendere i bicchieri.
I ragazzi sarebbero arrivati a momenti e Jungkook non era ancora sceso. Come al solito la bolletta dell'acqua non la pagava lui e se ne approfittava bellamente, rimanendo ore sotto la doccia cantando interi album di canzoni. Il bello è che aveva pure una bella voce.
Mentre poggiavo gli ultimi bicchieri, il campanello suonò e andai immediatamente alla porta. Quando la aprii, il migliore amico di Jungkook comparve davanti a me. Ammiccò non appena i nostri sguardi s'incrociarono. –Buonasera, bimba. -
Inclinai la testa da un lato, scostandomi leggermente per farlo passare. –Buonasera, Taehyung. –solo quando mi sorpassò andando verso la cucina, notai una bottiglia di Sprite tenuta stretta in una delle sue mani. –Sei solo tu? –chiesi, chiudendo la porta non vedendo nessun altro arrivare.
Solitamente arrivavano con due macchine tutti assieme, stavolta però lui era venuto da solo e, a giudicare dal giardino, molto probabilmente in taxi.
-Sì, gli altri sono andati a prendere della birra. –rispose, poggiando la bottiglia sul tavolo e guardandosi attorno. –Jungkook? -
-Dove vuoi che sia? In bagno. –alzai le spalle, mentre mi sedetti sul divano con un tonfo e accendendo la televisione, giusto aspettando che gli altri arrivassero e che Jungkook resuscitasse dal cesso, magari.
-Allora mi terrai compagnia te. –sorrise il ragazzo, appoggiandosi con gli avambracci sulla testata del divano, esattamente dietro di me.
Feci finta di sospirare, costretta a quella orribile punizione che era rimanere da sola con lui e fargli compagnia, e lo vidi cascarci per qualche secondo. –Ehi, sono stato bocciato ma non sono stupido. -
Ridacchiai e lo guardai aggirare le poltrone e il tavolino per arrivare a sedersi esattamente al mio fianco. Io, nel frattempo, continuavo a fare zapping, cercando qualcosa di interessante ma non trovando niente che attirasse l'attenzione.
Vidi con la coda dell'occhio Taehyung stiracchiarsi e, nel tornare nella sua posizione originale, allungò il braccio dietro di me, circondandomi le spalle.
Lo guardai, alzando un sopracciglio. –Va ancora di moda questo approccio? -
-Non lo so. –rispose, avvicinandosi lentamente al mio viso. –Dimmelo te. –finì la frase quando i nostri nasi si sfiorarono.
Il campanello suonò nuovamente. –No, decisamente no. – mi alzai, sciogliendo quella specie di abbraccio in cui mi aveva stretta ed andai alla porta. Ero talmente tanto abituata ai suoi flirt che oramai non mi sfioravano più.
-Hei! –le urla di 5 ragazzi si vibrarono nell'aria non appena aprii e, dal fastidio, pensai seriamente di sbattergli quelle assi di legno in faccia. Vidi Jimin alzare le mani, occupate a tenere delle casse piene di bottiglie di birra e gliene presi una quando mi passò vicino, per aiutarlo col peso. –Grazie, Hyunae. –sorrise dolcemente e io lo feci di rimando. L'ultimo ad entrare fu Yoongi, che mi rivolse uno sguardo rilassato. –Ciao, rompipalle. -
-Hei, sugar. –risposi, scompigliandoli con la mano libera i capelli, facendolo imprecare. Odiava quando qualcuno gli toccava i capelli, soprattutto se glieli scompigliava sena motivo, e io ovviamente non perdevo tempo per farlo. Lo sentii ripetere in un ringhio il nomignolo che gli avevo appena affibbiato. Da quando si era colorato i capelli di quel biondo cenere, la sua pelle era diventata ancora più bianca del solito e mi veniva naturale paragonarlo ad una zolletta di zucchero.
-Jungkook? –chiese Namjoon, guardandosi attorno confuso, contando mentalmente i ragazzi molto probabilmente.
Appoggiai la cassa di bottiglie in frigo e chiusi l'anta con un tonfo.
-Vado a vedere che cosa sta facendo quel coglione, non uccidetevi e cercate, vi prego cercate, di non rompere niente. Capito, Namjoon? –lanciai un'occhiataccia al ragazzo. Ogni volta che si organizzava qualcosa a casa nostra, qualche oggetto finiva sempre per terra, rotto, e sempre per colpa della stessa persona.
-Ci proverò. –rispose, oramai rassegnato alla sua posizione di distruggi tutto.
Salii velocemente le scale, facendo due gradini alla volta, e quando raggiunsi il piano superiore dovetti aprire tutte le stanze per trovare alla fine Jungkook disteso sul mio letto con solo l'asciugamano attorno alla vita.
-Ma che stai facendo? –chiesi, cercando di non soffermarmi troppo sugli addominali e sui pettorali che si potevano vedere perfettamente dalla mia posizione.
Alzò la testa di scatto e guardò l'orologio digitale sul mio comodino. Non appena si accorse dell'orario, balzò in piedi ma, nel farlo, gli scivolò l'asciugamano ai piedi.
Distolsi lo sguardo automaticamente.
-Oh, tesoro, non c'è bisogno che tu distolga lo sguardo. Non c'è niente che tu non abbia già visto. -


┏My Hot Stepbrother┛✻ Jeon JungkookOnde histórias criam vida. Descubra agora