3°Capitolo ❁ The beginning of everything

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23 Marzo 2020

3°Capitolo

Mi passai una mano sul viso, poggiandomi interamente al suo palmo con la guancia. Guardai nuovamente il quaderno e sentii uno dei nervi del collo tendersi, provocandomi una leggera nausea. Ci mancava anche il torcicollo.
Era da tutto il giorno che stavo piegata sul quaderno di matematica e i miei muscoli stavano cominciando a chiedere pietà. Non sentivo più le spalle dal dolore.
La porta d'ingresso sbatté improvvisamente e sentii delle chiavi tintinnare, chiaro segno che era arrivato mio fratello.
Lanciai un'occhiata all'orologio presente sulla parete alla mia destra, e solo in quel momento notai l'orario.
Erano le sette passate.
Senza accorgermene, il tempo era volato.
-Ehi. –
Girai il mio collo indolenzito verso la porta e vidi Jungkook. Aveva indosso ancora la giacca di pelle e in mano aveva stretto il casco della moto. –Bentornato. –dissi, stiracchiandomi all'indietro, mettendo in funzione tutti quei muscoli rimasti per troppo tempo immobili. –Dove sei stato? –chiesi, sapendo in realtà già la risposta.
-A casa di una amica. –andò in camera sua per appoggiare le sue cose, avendo ancora lo zaino da stamattina.
-Quale delle quarantasei? –tenni puntato lo sguardo verso il corridoio, mentre con una mano cercavo di massaggiare i punti indolenziti.
Lo sentii ridere e lo vidi appendere la giacca sull'attaccapanni, per poi avvicinarsi a me. –È nuova. –rispose semplicemente, senza approfondire il discorso.
Rispettai la sua decisione, anche se sapevo perfettamente che molto presto l'avrei incontrata per i corridoi di casa nostra.
-Che hai? Hai male alle spalle? –ci poggiò le mani sopra cominciando a massaggiarle lentamente, provocandomi dei brividi di piacere mischiati a dolore. Avendo una grande forza nelle mani, riusciva a premere nei punti giusti e a beccare tutti i nervi che si tendevano e che provocavano dolore.
-Ah...Che goduria. –gemetti, quando sentii il dolore andarsene piano piano grazie ai suoi movimenti. –Matematica mi ha ucciso oggi. -
-Devi smetterla di stare tutte queste ore davanti ai libri, dopo succedono queste cose e io devo occuparmene. –lo disse in tono sarcastico.
-Lo so che ti piace prenderti cura della tua sorellina. –alzai un braccio e gli accarezzai dolcemente quella che riconobbi come la sua guancia.
Non rispose, ma smise di farmi il massaggio e mi circondò il collo con le braccia, portando le labbra vicino al mio orecchio.
-Non puoi contraccambiare dandomi qualche lezione? –sussurrò, per via della troppa vicinanza, non volendo rendermi sorda.
Sospirai pesantemente. –So già come andrà a finire...-mi lamentai, guardando un punto fisso sul muro.
-Dai, proverò a impegnarmi, solo per te. –si allontana leggermente, sciogliendo l'intreccio delle braccia che aveva creato.
Mi giro con la sedia e lo guardo negli occhi. –Se ne esco esaurita mi paghi te lo psicologo. -
Sorride divertito, facendo sorridere anche me per via della sua estrema dolcezza. –Va bene, ma non penso servirà. -
-Quindi, facciamo domani pomeriggio? –
Lo vidi per un momento pensieroso. –Ah...al pomeriggio dovrebbe venire quella mia "amica". –quando vide la mia espressione accigliata, si sbrigò a finire la frase a dovere. –Ma può anche andarsene prima. -
Sorrisi. –Bene. -
Non mi dava fastidio il fatto che si vedesse con questa ragazza, anzi, oramai era diventata routine vedere ogni settimana una ragazza diversa in casa nostra, ma mi dava fastidio come lui le mettesse prima di tutto, persino anche dei suoi doveri.
Era proprio vero che lui non aveva il minimo controllo dei suoi ormoni.
-Con chi vai alla festa, stasera? –chiese improvvisamente, cambiando argomento una volta ottenuto quello che voleva. Si sedette sul mio letto, esattamente dietro di me.
Incrociai le braccia al petto e accavallai le gambe. –Yoongi. –risposi. –Visto che qualcuno ha rifiutato la mia richiesta. –alzai un sopracciglio, guardandolo male e lui si sentì improvvisamente preso in causa.
-Lo so che ti piace andare in moto, ma non ho assolutamente intenzione di festeggiare un diciottesimo in sobrietà. Soprattutto quando il mio migliore amico è ricco, con una bella macchina e, cosa più importante, astemio. –si passò la lingua tra i denti bianchi e sorrise.
-Povero Taehyung. –sospirai, scuotendo lentamente la testa. Era sempre quello più sfruttato di tutti, essendo l'unico che non beveva del gruppo. –Quindi vai con lui. – annuì e cominciò tutto d'un tratto a guardarmi attentamente.
-Come ti vestirai? –strizzò leggermente gli occhi e poggiò gli avambracci sulle ginocchia aperte, intrecciando le mani.
Sapevo il perché di quella domanda.
-Penso... -guardai l'armadio, cercando di creare nella mia testa un abbinamento decente. –La gonna in pelle nera con-
-No. –mi bloccò sul nascere, facendomi innervosire immediatamente.
-Jungkook, ne abbiamo già parlato. –il mio tono seccato lo fece tendere e alzò uno sguardo di rimprovero su di me. Non era la prima volta che litigavamo perché lui voleva fare la parte del fratello apprensivo e entrare in conflitto per ogni volta che dovevo uscire la sera stava diventando stancante.
-Appunto, non dovremmo neanche discuterne. –si era asserito particolarmente e non potevo fare altro che rispondere col suo stesso tono.
-Non sarò volgare, non lo sono mai stata. –non mi sembrò particolarmente convinto. –Voglio vestirmi bene quelle poche volte in cui esco. –mi alzai dalla sedia, sotto il suo sguardo, e aprii l'anta dell'armadio cominciando a rovistarci dentro.
Ne tirai fuori una gonna svasata corta e un top nero con una scollatura a V, tagliato a triangolo sotto il seno, facendo vedere la pelle, con solo due lembi di stoffa posizionati a x a coprire la schiena, quasi completamente nuda.
La gonna passò il controllo, ma la maglietta rimase tra le sue mani, mentre la guardava con un'espressione inorridita.
-Kookie... -piagnucolai, facendomi spazio per sedermi sulle sue gambe. Gli circondai il collo con un braccio e lo guardai, facendo il labbruccio. –Ti fidi di me? -
Sospirò pesantemente e posò la maglietta al suo fianco, poggiando successivamente la mano sulle mie gambe. –Non avrai freddo vestita così? –chiese, guardandomi dritto negli occhi nonostante la poca distanza dei nostri visi. A nessuno dei due aveva mai dato fastidio questa nostra particolare vicinanza, quindi non ci perdevamo in inutili momenti di imbarazzo.
-Ci saranno un sacco di persone, il riscaldamento e oramai è aprile. Infilerò la giacca nel bagagliaio della macchina di Yoongi. -
Lo vidi pensarci attentamente per poi annuire. –E va bene, solo perché è da tempo che non andiamo ad una festa insieme. –

┏My Hot Stepbrother┛✻ Jeon JungkookWhere stories live. Discover now