16°Capitolo ❁ You'll ruin her

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16° Capitolo

26 Aprile 2020

POV JUNGKOOK

Sbattei la mano sopra il display del cellulare senza neanche guardarlo e lo portai all'orecchio, accettando quella chiamata che da fin troppo stava disturbando il mio sonno.
-Pronto. –dovetti schiarirmi la voce per rendere le mie parole comprensibili.
-Jungkook. –la voce di Namjoon mi impose di aprire gli occhi, che vennero però inondati subito dopo dalla luce solare proveniente dalla finestra e dovetti chiuderli nuovamente.
-Hyung. –mi misi seduto e appoggiai la schiena alla testata del letto, cercando di abituarmi alla luce del giorno. –È successo qualcosa? –era strano che lui mi chiamasse, soprattutto di mattina dopo una mega festa in discoteca.
Non potei non avere una brutta sensazione dentro di me.
-In realtà sì, ho bisogno di parlarti. –la sua voce seria non prometteva niente di buono.
-V-Va bene, prendo la moto e-
-Non ce n'è bisogno, sono sotto casa tua. –tagliò corto. Ora sembrava infastidito.
Cominciai a preoccuparmi seriamente.
-Scendo subito. –riattaccai e scesi immediatamente giù dal letto. Presi la prima felpa che trovai e me la infilai velocemente mentre passai davanti alla camera di Hyunae. Mi fermai istintivamente, solamente per guardare il suo viso ancora addormentato e la sua espressione così rilassata. Per un momento mi si scaldò il cuore, la sarei potuta rimanere a guardare per tutto il giorno.
Scossi la testa e mi obbligai mentalmente a proseguire dritto verso le scale e poi verso la porta d'ingresso.
Trovai Namjoon poggiato al muro con la spalla destra, il telefono in mano e le gambe incrociate.
Alzò lo sguardo verso di me e un brivido scosse il mio corpo.
L'occhiata che mi rivolse fu terribile. Non riuscii però a decifrarla subito. Era un misto di preoccupazione, furia e nervosismo.
Questo non fece altro che aumentare l'angoscia che già avevo dentro di me.
-Hyung... -
Mise il cellulare in tasca e si staccò dalla parete. Mi fece cenno di seguirlo e cominciammo a camminare lungo il bordo della strada.
Eppure lui non aveva intenzione di parlare.
Cominciai a giocare con gli anelli della mia mano destra. Sembravo un bambino pronto ad essere sgridato dal padre.
Cominciai a pensare ai peggio scenari, magari qualcuno dei ragazzi era finito in ospedale.
No, mi avrebbe detto di andare direttamente là.
Ci fermammo in un parco, in uno di quei tavoli da pic nic che raramente le persone utilizzavano per quello scopo. Namjoon si sedette sul tavolo, mentre io rimasi in piedi davanti a lui, con il piede che sbatteva velocemente a terra per scaricare la tensione che si era creata.
Stetti per parlare nuovamente, per incitarlo a iniziare perché l'ansia oramai mi stava mangiando vivo, ma mi batté sul tempo.
-Provi qualcosa per Hyunae? –la domanda fu diretta e schiacciante. Sentii il colpo dritto nel mio petto, ma cercai di nasconderlo con tutte le mie forze.
-Hyung. –feci vibrare una risata nervosa, come se fosse una cosa impossibile e impensabile. –Cosa dici? È la mia sorellas-
-Vi ho visto ieri alla festa. –
Il sorriso che avevo sulle labbra scomparve non appena pronunciò quelle parole.
Il mio cuore sembrò sprofondare in un buco nero e le mie gambe tremarono, trovando improvvisa difficoltà a reggere il mio peso.
-Cosa hai visto? Noi due che ballavamo. Tu non balleresti con tua sorella? –Nonostante vedessi il suo sguardo sicuro e serio, riuscii in qualche modo a sparare delle grandissime boiate davanti a lui. Ci dovevo provare, la possibilità che ci avesse realmente visto in mezzo al buio era veramente bassa. Ma non impossibile, evidentemente.
-Jungkook, non stavate solamente ballando. Vi stavate baciando. –il suo sguardo serio non aveva intenzione di mollare i miei occhi, che invece cercavano in tutti i modi di non rimanere fissi su di lui per più di qualche secondo. –Se non altro, non vorrei approfondire. -
-Avrai visto male, io e Hyunae non- la mia voce tremò, facendo crollare la poca credibilità che mi era rimasta.
La sua mano si alzò in aria, segno di fermarmi dal parlare. Fece un lungo sospiro, chiudendo gli occhi come per rilassarsi.
Il mio cuore prese a battere velocemente e neanche mi accorsi di star strappando la pelle attorno alle mie unghie.
-Senti, Jungkook, so quello che ho visto. Al secondo blackout avevate entrambi sul viso lo stesso colore fosforescente, casualmente il rossetto verde che avevano dato a Hyunae. Smettila di prendermi per il culo e parla seriamente. -
Abbassai il capo automaticamente, sentendomi estremamente in colpa.
L'ultima cosa che volevo era questa.
-Scusa. –sussurrai.
Con tutto il rispetto che portavo verso Namjoon, non mi ero mai permesso di mentire in modo così spudorato davanti a lui.
Eppure lei mi portava a fare questo ed altro.
Rialzai il viso per incontrare degli occhi delusi. Un groppo si formò nella mia gola.
-Non hai ancora risposto alla mia domanda. –alzò un sopracciglio, severo.
-Sì, provo qualcosa per Hyunae. –non so come, ma lo dissi con una tale sicurezza da far rimanere spiazzato il ragazzo davanti a me.
Sospirò nuovamente e si massaggiò gli occhi con l'indice e il pollice della mano destra, posando il gomito sul ginocchio. –In che casino vi siete cacciati, voi due? -
-Hyung, non abbiamo nessun legame di sangue, non è la mia vera sorella. –provai, per l'ennesima volta, a giustificarmi. Nonostante con lui fosse una battaglia persa in partenza.
-Non è questo il punto Jungkook. –pareva sul punto di una crisi nervosa.
Mi sembrò di risentire Hyunae nelle sue parole e questo mi fece infervorare, forse un po' troppo. –E quale sarebbe? Che qualcuno me lo spieghi una volta per tutte perché sono stanco di dover soffrire standole lontano per colpa dei giudizi inutili delle persone. – sputai acido, un'enorme carica di nervoso cominciò a scorrermi in tutto il corpo.
-Davvero non te ne rendi conto? –quel tono bloccò tutta la spavalderia che mi aveva colpito. Sembrava rivolgersi a un completo imbecille che non capiva la più scontata delle cose.
Tirai dentro l'aria per parlare ma non ci riuscii, rimanendo a bocca mezza aperta.
-So perfettamente che quello che voi avete fatto non sia un vero e proprio incesto e quindi non avete violato il maledetto Tabù. Ma Jungkook, per quanto voi non siate consanguinei, la vostra relazione e posizione vi impedisce di stare insieme. -
-Chi. Chi ce lo impedisce? -
-La società del cazzo in cui ci ritroviamo. Non ti rendi conto a cosa potrebbe condurre una vostra relazione? -
-Io-
-La rovineresti, Jungkook. –il mio cuore si fermò. –Noi uomini, per quanto ci riguarda, possiamo fare quello che vogliamo e se le persone vorranno parlare, parleranno ma per poco. Le donne no. Se si venisse a scoprire una cosa del genere, Hyunae verrebbe additata per il resto della sua vita come "quella che si è scopata suo fratello". A nessuno importerebbe il dettaglio del "fratellastro" e la sua reputazione sarebbe rovinata per sempre. -
Mi sentii male. Mi sentii veramente male.
Mi si formò un enorme groppo in gola e sentii un enorme peso posarsi sul mio petto.
Fu come un pugno dritto nella bocca dello stomaco. Seguì persino una forte nausea.
Lei aveva provato a dirmelo in tutti i modi e io avevo continuato a non darle retta.
Improvvisamente sentii bruciarmi le guance.
-Vuoi davvero questo per lei, Jungkook? -
Il solo pensiero mi inorridiva.
Sentii i miei occhi bagnarsi. Provai in tutti i modi a trattenermi ma era troppo.
Il mio respiro si fece sempre più frequente e pesante, non lasciandomi modo di trattenere dentro di me tutte quelle emozioni insieme.
Dovevo lasciarla, questa volta veramente.
O sarei stato la sua rovina.
-Hyung. –la mia voce si spezzò e alzai la testa, prima china verso il terreno. Sbattei gli occhi non riuscendo a vedere bene ma, facendolo, caddero un paio di lacrime sul mio viso. –Devo lasciarla veramente? –fino all'ultimo, sperai in una risposta negativa, ma quando vidi il ragazzo annuire e guardarmi con un'espressione afflitta persi tutto quello in cui credevo.
Aprì le braccia e fece segno di avvicinarmi. Feci qualche passo, il giusto per cui lui riuscisse a raggiungere la mia schiena e premere il mio corpo contro il suo.
-Mi spiace, Jungkook ah. –

POV HYUNAE

Sentii la porta sbattere e dei piedi strisciare lungo tutto il pavimento. Mi sporsi leggermente dalla penisola della cucina e vidi Jungkook con la schiena curva e il capo rivolto verso il basso.
-Hey, dove sei stato a quest'ora? –chiesi, incuriosita dal fatto che fosse vestito con solo i pantaloni e la maglietta di felpa che utilizzava prevalentemente in casa. Solitamente si curava maggiormente prima di mettere piede fuori casa.
Si bloccò in mezzo al corridoio e si girò lentamente verso di me. Sembrava uno zombie. –Non penso siano affari tuoi. –l'acidità nella sua voce mi fece strabuzzare gli occhi.
-Scusa? –pensai di aver capito male.
-Lasciami in pace Hyunae. –detto questo, salì le scale e scomparse in camera sua. Lasciandomi completamente sconvolta.
Non contenta, decisi di seguirlo. Entrai in camera sua senza neanche bussare e lo trovai sdraiato sul letto, con un braccio che gli copriva gli occhi.
-Cosa non capisci della frase "Lasciami in pace"? -
-Che è successo? –chiesi, poggiando la mano alla maniglia della porta, spostando il peso tutto su una gamba.
-Perché pensi sia successo qualcosa? –tutto quello che diceva sembrava uno sbuffo.
-Non mi hai mai parlato in questo modo, Jungkook. –provai ad utilizzare un tono delicato e comprensivo, ma non servì a molto.
-Beh, posso iniziare da oggi. Ora vattene. -
-È per quello che è successo stanotte? In discoteca? No perché poss-
Scattò seduto sul letto e mi guardò dritto negli occhi. Solo in quel momento mi accorsi del contorno gonfio e arrossato dei suoi.
-Ho detto vattene! –la sua voce si alzò e più che un urlo mi sembrò un ringhio animalesco.
-Hai pianto? –ignorai completamente quello che mi aveva detto e provai ad avvicinarmi, ma si alzò e si diresse verso di me.
-No, esci. -
Si avvicinò talmente tanto a me da far battere il suo petto contro il mio braccio. Quando vide che non avevo intenzione di spostarmi di un solo millimetro, mi prese per un braccio e mi girò verso l'uscita di camera sua.
-Dimenticati di stanotte. È stato uno sbaglio, un enorme sbaglio, ora esci e lasciami da solo. -
Mi spinse fuori e chiuse la porta, girando per ben due volte la chiave.
Guardai per un po' la porta con gli occhi sbarrati.
Per un momento pensai di aver sentito il mio cuore stridere.
No, era solo un enorme senso di vuoto improvviso.

┏My Hot Stepbrother┛✻ Jeon JungkookWhere stories live. Discover now