36°Capitolo ❁Touch

1.7K 89 9
                                    

36°Capitolo

20 Giugno 2020

POV HYUNAE

Mi affrettai a rivestirmi prima che i nostri genitori potessero anche solo mettere le piante dei piedi in casa, mentre Jungkook cercò in tutti i modi di bloccarli sull'uscio.
Quando lo sentii in difficoltà nel trattenerli, comparvi improvvisamente al suo fianco completamente messa in ordine e un sorriso a 32 denti stampato sul volto.
-Mamma, Signor. Jeon. –mi avvicinai a braccia aperte e stampai ad entrambi due baci sulle guance in segno di saluto.
-Possiamo...entrare in casa nostra? –chiesero, vedendo che non accennavamo minimamente a spostarci dallo stipite.
Entrambi ci muovemmo come due robot programmati alla perfezione e liberammo l'entrata, mettendoci l'uno di fianco all'altro.
Li guardammo attraversare il corridoio fino a scomparire dietro il muro che divideva l'entrata.
Lanciai un'occhiata veloce a Jungkook e trovai il suo sguardo già su di me, peccato che sembrava estremamente preoccupato.
Aggrottai le sopracciglia, confusa, ma la voce di suo padre richiamò la nostra attenzione.
-Jungkook, Hyunae. -
-S-Sì! –rispondemmo in coro e ci affrettammo a raggiungerli in salotto.
-Scusate l'improvvisata, ma vostro padre voleva farvi una sorpresa. –disse mia madre, appoggiando la borsetta sul tavolo di legno da pranzo posto qualche metro dietro il divano.
Jungkook si girò leggermente verso suo padre e lo guardò. La confusione nei suoi occhi. –Avevi detto che non sareste riusciti ad esserci. –il suo tono era ferito, ma sapevo che dentro di sé era estremamente contento di vedere finalmente il suo papà.
Era solo maledettamente orgoglioso. Talmente tanto da non riuscire ad ammetterlo.
-Infatti non ci saremo i primi di luglio. Volevamo passare a fare un saluto, ce ne andremo giusto il giorno prima della vostra partenza. -
I nostri sguardi s'incrociarono per un millesimo di secondo.
Quindi gli aveva detto che saremmo andati in vacanza.
Io e il ragazzo annuimmo e su di noi calò improvvisamente il silenzio, spezzato presto da mia madre che mi chiamò dall'altra stanza.
Alzai gli occhi al cielo e il signor Jeon mi rivolse uno sguardo compassionevole, quasi comprensivo.
Si stava già stancando di mia madre?
Il fatto che l'avesse sopportata così a lungo era già un miracolo di per sé. Neanche io sarei riuscita a tollerarla così a lungo, rimanendo a stretto contatto con lei 24 ore su 24.
Infatti la mia vita, quando vivevo sola con lei, era almeno 16 ore fuori casa. Come minimo.
Non vederla per un lasso di tempo prolungato per me non era mai stato un grande problema, non ne sentivo particolarmente la mancanza. Lei mi mandava i soldi che mi servivano in abbondanza ogni settimana come per riparare al fatto che non riuscisse a tornare a casa.
Pensava che con quelli potesse veramente fare ammenda.
Io ci guadagnavo solamente, non importandomi più di tanto.
Jungkook invece era tutt'altra storia.
Raggiunsi mia madre in cucina e mi appoggiai alla penisola. –Dimmi. –sospirai, guardandola aprire tutti i mobili e le ante della cucina alla ricerca di qualcosa di mistico.
-Spero che la nostra camera sia stata tenuta in ordine e pulita degnamente durante la nostra assenza. -
Chiusi gli occhi e presi un gran respiro prima di rispondere. –Sì, mamma. –buttai fuori tutta l'aria dai polmoni, facendo sembrare il mio tono più scocciato di quello che era realmente. Ovviamente quella era la prima cosa di cui si preoccupava. Non di come stesse sua figlia.
Ogni tanto andavo a controllare la camera dei miei solamente per spolverare e passare l'aspirapolvere. Sapevo mi avrebbe fatto quella domanda una volta tornata a casa.
L'unico problema era che non ricordavo precisamente l'ultima volta in cui ero entrata.
Forse c'era già qualche accumulo di polvere.
Scossi le spalle e incrociai le braccia al petto.
-Bene, allora andrò a farmi una doccia. –chiuse uno dei tanti sportelli che aveva aperto e si diresse verso le scale. –Il viaggio mi ha proprio distrutto. -
Scossi lentamente la testa mentre la seguii a passo moderato, fino a finire in mezzo al salotto nuovamente.
Lanciai una veloce occhiata all'orario e notai che oramai era ora di cena.
-Senti, Koo- le parole si bloccarono in aria quando il mio sguardo si fermò sulle due figure abbracciate di mio fratello e di suo padre.
Dalla mia posizione, vedevo la schiena del signor Jeon e il volto di Jungkook sulla spalla di lui.
Rimasi incantata da quell'espressione così rilassata e in pace.
Sul mio viso nacque quasi in automatico un sorriso da ebete che mio fratello notò non appena risollevò le palpebre. Si staccò immediatamente dal padre, dando qualche colpo di tosse imbarazzato.
-Dicevo. –trattenni una risata e lui lo notò, mandandomi un'occhiataccia. –È quasi ora di cena, ordino qualcosa? -
-Oh. –il signor. Jeon si girò verso di me con un leggero sorriso tra le labbra. Unì le mani tra loro davanti all'addome e si avvicinò di qualche passo. –Io e tua madre ci abbiamo già pensato. Facciamo giusto in tempo ad apparecchiare. Potete pensarci voi, ragazzi? Io ho proprio bisogno di lavarmi. -
Come potevo dire di no al padre di Jungkook? Era sempre così cortese e disponibile.
-Certo, ci pensiamo io e Kookie. –alzai lo sguardo verso di lui ed ammiccò, essendo alle spalle del padre e completamente coperto dalla sua visuale.
Deglutii leggermente cercando di ignorare quel leggero brivido che sentii lungo la schiena e alzai gli occhi al cielo.
-Grazie mille ragazzi. –disse l'uomo, congedandosi subito dopo salendo al piano di sopra.
Feci un leggero cenno al ragazzo, così che mi seguisse in cucina per andare a prendere gli oggetti necessari per apparecchiare.
Aprii uno dei tanti cassetti, dove erano presenti la tovaglia e i tovaglioli. Jungkook mi si affiancò e mi guardò di sottecchi, aspettando che io prendessi il necessario e glielo passassi.
Quando rialzai la testa per dargli quello che avevo preso, notai il leggero ghigno presente sul suo volto.
-Che c'è? –chiesi, alzando un sopracciglio non capendo.
Scosse leggermente la testa. –Nulla. –si allungò leggermente e mi stampò un veloce bacio sulle labbra, andandosene subito dopo.
Rimasi ferma come una bambola, in mezzo alla stanza.
Cos'era stato?
Scossi la testa, cercando di riprendere possesso delle mie facoltà mentali e motorie e cominciai a prendere le bacchette dal cassetto in alto e i bicchieri da un'altra anta del mobile.
Quando raggiunsi mio fratello nel soggiorno con il resto, lui aveva già disposto perfettamente la tovaglia e i relativi tovaglioli.
Posai tutto al centro del tavolo e cominciai a disporre le varie cose in ordine di posti.
Neanche tenni sott'occhio i movimenti di lui, ero troppo occupata a mettere tutto alla perfezione o mia madre avrebbe fatto ulteriori scenate inutili.
Vidi un braccio allungarsi esattamente da dietro di me, poggiando i piatti.
Subito dopo sentii la presenza del ragazzo dietro di me. Col suo petto che premeva sulla mia schiena e il suo fiato che sfiorava il collo.
Attenzione: Accenni di Smut
Cinque dita afferrarono il mio fianco sinistro con una fermezza che mi tolse letteralmente il fiato rimanente nei polmoni.
Il suo naso sfiorò il lato del mio orecchio per qualche secondo, abbassandosi poi sul mio collo lasciando una scia umida con la sua lingua lungo tutta la mia pelle, interrompendosi esattamente lungo la linea della mascella.
-Hyunae... -sussurrò con voce rauca, premendo il suo corpo ancora più contro il mio.
Mi dovetti appoggiare con le mani al tavolo per evitare di ritrovarmi piegata su di esso, anche se molto probabilmente era quello l'obiettivo del ragazzo.
I suoi fianchi premevano contro il mio fondo schiena, facendomi sentire quanto lui fosse bisognoso di attenzioni.
-K-Koo Ah! –sobbalzai leggermente quando la sua mano si postò dal mio fianco al mio collo, portandolo all'indietro così che potesse avere un migliore accesso e l'altra libera finì esattamente sotto il mio bassoventre.
Presi un enorme respiro, cercando di calmare il mio cuore che si era messo a battere talmente tanto velocemente da farsi sentire pure a qualche centimetro di distanza.
Nel frattempo la bocca di Jungkook era premuta sulla pelle del mio collo, lasciando una scia di baci estremamente poco casti, utilizzando leggermente i denti senza però lasciare il segno.
Con un veloce gesto della mano si liberò della cerniera dei miei pantaloni e le sue dita s'intrufolarono sotto le mie mutande.
Lasciai andare un gemito strozzato, lasciando ricadere la testa in avanti e mordendomi il labbro inferiore cercando di non far troppo rumore.
C'erano comunque i nostri genitori al piano di sopra.
-Quanto vorrei sentire la tua voce. –lasciò un bacio sotto il mio lobo e poi mi voltò velocemente verso di lui, lasciando cadere i pantaloni alle mie caviglie.
Mi ritrovai il suo viso ad un palmo dal naso e vidi sopra di esso dipinto un ghigno malizioso.
Non dovevo star nascondendo abbastanza bene le mie sensazioni in quel momento.
Il mio respiro era pesante e tutto quello che potevo fare era soffocare i miei lamenti mentre le sue dita torturavano ogni mia parte più sensibile.
Passò un dito lungo tutta la mia apertura e sorrise soddisfatto. –Così bagnata, di già. –si umidì le labbra e non riuscii a trattenermi più.
Feci scontrare le nostre bocche tra loro e le nostre lingue s'intrecciarono come se sapessero perfettamente le intenzioni dell'altro.
Ci stavamo letteralmente divorando l'un l'altro.
Poi, senza preavviso, fece scivolare dentro di me due dita e sciolsi il bacio gemendo fin troppo forte il suo nome.
Inarcò un sopracciglio e mi tappò la sua bocca con la sua.
Il mio corpo s'irrigidì per qualche istante, per poi bearsi di quel piacere che le sue dita provocavano in me.
Conficcai le unghie nelle sue spalle nella disperata ricerca di rimanere in piedi nonostante il tremore delle gambe.
-Aha... ci sono i nostri genitori. –disse, scuotendo un dito davanti al mio volto, riferendosi al verso indecente che aveva lasciato le mie labbra.
Si avvicinò però subito dopo a me, questa volta sussurrando. –Però sei fottutamente sexy quando lo fai. -
Le sue dita si mossero più velocemente e dovetti appoggiarmi al tavolo dietro di me per evitare di crollare a terra. Le gambe non mi tenevano più.
Il piacere stava prendendo possesso del mio corpo interamente e quasi mi girò la testa.
-Kook..- sussurrai, sentendo un forte calore nascere nel basso ventre. Ero vicina. Ero dannatamente vicina.
I miei muscoli cominciarono a contrarsi ritmicamente e mi aggrappai ancora di più alle spalle di lui.
Lui mi catturò nuovamente in un bacio, sperando così di attutire quei suoni che oramai non riuscivo più a trattenere.
Fu proprio quando stetti per raggiungere l'apice del piacere che la voce di mia madre ci interruppe.
Le dita di Jungkook uscirono da me fin troppo velocemente, facendomi quasi male.
Lo vidi piegarsi verso il basso, raccogliendo i pantaloni ai miei piedi per tirarli di colpo su, lasciando a me il compito di riallacciarli.
Lui, invece, dovette rimettersi a posto i boxer per non far vedere quello che avevamo appena fatto gli aveva provocato.
Ci girammo entrambi verso mia madre, appena scesa dalle scale col telefono in mano.
Entrambi i nostri respiri erano pesanti, come se avessimo appena corso una maratona. La guardammo sparire in cucina senza degnarci neanche di uno sguardo e fu in quel momento che ci scambiammo delle occhiate complici.
Sorrise divertito, mentre io lo guardai con disappunto.
Sentii la sua mano darmi una patacca al sedere per poi stringerlo tra le dita. –La principessa è delusa perché non è riuscita a venire in tempo? -
Lo fulminai con lo sguardo. –Sta zitto, Jeon. –sibilai, incrociando le braccia al petto.

Angolo Autrice

Scusate infinitamente per il ritardo. Ma questa settimana mi sono imbambolata a leggere 70 capitoli praticamente filati di una nuova storia che ho trovato qua e niente...mi ha sconvolta.
Si chiama Apocalypse Generation di LouisIan-a ed è una fanfiction sui BTS.
Veramente. WOW.
L'ho giusto finita di leggere oggi e non vedo già l'ora che aggiorni. Ho l'ansia addosso.
Ve la consiglio.
E niente, spero vi sia piaciuto il capitolo.
Mi dileguo.
Adieu

┏My Hot Stepbrother┛✻ Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora