30°Capitolo ❁ Korean Prom

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30°Capitolo

6 Giugno 2020

POV HYUNAE

-Sei una meraviglia

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-Sei una meraviglia. –mi guardò con un sorriso stampato in volto e lo sguardo basso verso la foto che aveva fatto.
Sentii le mie guance colorarsi di rosso e guardai da un'altra parte, imbarazzata.
-Grazie... -sussurrai, torturandomi le dita delle mani, decorate con lo smalto nero lucido.
Mise il cellulare in tasca, infilandone poi una mano. Mi sfiorò la schiena con l'altra e percepii i suoi polpastrelli sulla mia pelle nuda. La catena tintinnò al contatto con i suoi anelli.
-Andiamo, siamo in ritardo. –con un veloce gesto si mise la mascherina bianca in volto e aprì la porta di casa.
Mi sorpresi quando vidi al posto della sua Tesla un'enorme limousine nera.
-Tae ma-
-Sh. –biascicò, puntando il suo dito indice sulle mie labbra per farmi tacere ancor prima che potessi dire concretamente qualcosa. –Oggi sei la mia donna, devo trattarti come si deve. -
Il mio cuore perse un battito a quelle parole e non riuscii a fermare quel sorriso che si dipinse sul mio viso. Odiavo quando spendeva soldi solo per me, mi dava l'impressione quasi di usarlo, ma lui ci teneva talmente tanto che non riuscivo mai a controbattere.
Lo guardai percorrere il sentierino che portava direttamente alla strada.
Da quella macchina ne uscì un uomo sulla cinquantina, capello brizzolato, sguardo serio e obbediente, vestito con uno smoking nero.
Mi sentii leggermente a disagio.
Forse perché non ero abituata a tutte queste attenzioni, forse perché non mi ero mai sentita particolarmente a mio agio con quel tipo di cose estremamente eleganti e chic.
Eppure Taehyung si confondeva perfettamente, era come se fosse nel suo habitat naturale.
Lo seguii senza lamentarmi.
Aprì la portiera della macchina e mi fece salire per prima.
Mi sedetti tra quei sedili in pelle grigia alternati da alcuni pezzi di stoffa del medesimo colore ma leggermente più chiaro.
I finestrini erano oscurati dall'esterno ma non dall'interno, permettendoci una vista chiara del paesaggio della città.
Il ragazzo mi raggiunse poco dopo, sedendosi al mio lato sinistro.
Sistemò per bene la sua giacca elegante grigia e stirò con le mani la maglietta bianca che portava sotto di Celine.
I raggi del sole battevano su una buona parte del suo viso, mettendo in risalto i suoi occhi marroni, nascosti leggermente da dei ciuffi di capelli castani che ricadevano dolcemente sulla sua fronte.
Si girò verso di me proprio quando alzai il telefono per fargli una foto. Era semplicemente etereo.

 Era semplicemente etereo

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