10°Capitolo ❁ Night

2.1K 102 16
                                    

10°Capitolo

19 Aprile 2020

POV HYUNAE

Mi alzai di scatto dal letto, trovandomi seduta.
L'ennesimo tuono rimbombò facendo tremare il vetro della mia finestra e mi girai verso di essa.
Nel buio, la luce dei lampioni fuori dalla nostra casa faceva brillare le innumerevoli gocce che colpivano la superficie trasparente.
Il mio cuore aveva preso a battere velocemente e sembrava avessi appena corso una maratona dal fiatone che avevo.
Un incubo, eppure non riuscivo già più a ricordarne i particolari. Sfumavano talmente tanto velocemente nella mia testa da non lasciarmi il tempo di memorizzare.
Nonostante questo, la sensazione di terrore non sembrava volersene andare.
Un altro tuono. Erano sempre più frequenti e sembravano persino avvicinarsi. Sobbalzai per la sorpresa e il mio cuore, invece che diminuire di velocità, sembrò incrementare ancora di più.
Guardai la porta della mia camera aperta, in modo da riuscire a vedere il corridoio e la camera di Jungkook. Un'idea cominciò a ronzarmi in testa. Quanto me ne sarei pentita.
L'orologio che avevo sul comodino segnava le due di notte.
Posai i piedi per terra e potei sentire quanto gelato fosse il marmo a contatto con la mia pelle. Mi alzai lentamente, cercando di non far troppo rumore, e mi diressi in camera del ragazzo.
Feci capolino dalla porta e lo vidi dormire tranquillamente a pancia in giù, come se non si stesse affatto scatenando una tempesta fuori.
Mi accostai al suo letto e allungai una mano per toccargli la spalla. –Jungkook. – lo chiamai, essendo consapevole però del fatto che non lo avrei svegliato semplicemente con quel tono di voce.
Infatti, non ebbi risposta. –Jungkook. –lo scossi nuovamente e si lamentò.
Si mosse leggermente, ma ritornò a dormire come niente fosse successo. –Kookie... -questa volta, stranamente, aprì un occhio.
-Hyunae. –biascicò, alzando leggermente il viso dal cuscino per guardarmi. –Che ore sono? –sembrò cercare l'orologio, ma lo precedetti prima che potesse trovarlo.
-Sono le due di notte. -
Prese un grande respiro e si appoggiò al fianco destro, stiracchiandosi leggermente mentre si strofinò gli occhi. –Che è successo? –
-Ho... -mi bloccai. Che vergogna, neanche una bambina. –Ho avuto un incubo. –mi coprii il volto con una mano, sentendo le guance farsi più accese. Ringraziai il buio mentalmente.
I suoi occhi si allargarono e un sorriso comparve sul suo volto. –Quindi vuoi dormire con me? -
-Dai Kook. –mi lamentai quando mi resi conto che stava cercando di mettermi ancora più in imbarazzo.
Raramente facevo incubi, ma quando succedeva erano sempre terribili, tanto da farmi rimanere sveglia tutta notte con l'ansia e il terrore.
Ridacchiò divertito, alzò le lenzuola e fece spazio per me.
Mi sdraiai al suo fianco e mi voltai dalla parte opposta alla sua, dandogli la schiena.
Si assicurò che le lenzuola mi coprissero per bene e si lasciò ricadere pesantemente sul cuscino. –Che cosa hai sognato? –chiese, improvvisamente.
-Non mi ricordo. –potevo starci a pensare tutta la notte, ma non mi sarebbe mai venuto in mente.
Era stato come un flash e un'ondata di terrore improvvisa.
Un tuono più forte degli altri, estremamente vicino a noi, fece tremare la casa e mi sembrò fin troppo simile ad un terremoto. Il mio corpo si ghiacciò sul posto.
-Deve averti terrorizzato. –sentii improvvisamente il suo petto premere sulla mia schiena e la sua voce farsi più bassa e più vicina. –Per farti venire da me. –in quel momento il suo fiato premeva sul mio orecchio e una sua mano mi sfiorò il fianco.
Il suo corpo si adattò perfettamente alla forma del mio e sentii il suo calore espandersi ovunque. Le sue dita si fecero spazio sotto l'orlo della mia maglietta, sfiorando così la mia pelle nuda.
Trattenni il fiato quando lo sentii accarezzare delicatamente il mio addome, tracciando segni lenti e circolari.
-Non devi avere paura, lo sai. –le sue labbra mi sfiorarono il lobo dell'orecchio. –Ci sono io. –
Un brivido percorse interamente il mio corpo e non lo potei controllare. Il suo fiato si spostò lentamente verso il basso, fino a quando non potei sentire le sue labbra premere sulla mia spalla, scoperta dalla maglietta.
Chiusi gli occhi per un momento e mi concentrai sui suoi movimenti. La sua mano che scorreva lungo il mio addome, le sue labbra che si posavano a tratti lungo tutta la linea del mio collo.
Non c'era nessuno in quel momento, era buio, avremmo potuto fare ciò che volevamo. E io avrei così tanto voluto farlo.
-Jungkook. –lo sussurrai, per via dell'enorme mancanza d'aria che mi stava causando. Mi voltai leggermente verso di lui, le mie gambe sfiorarono le sue e la sua mano riuscì a toccare il fianco opposto.
Alzò la testa dal mio collo per guardarmi negli occhi.
I suoi sembravano luccicare a contatto con la leggera luce dei lampioni.
Il mio sguardo cadde presto sulle sue labbra.
Allungai una mano e la posai sulla sua guancia, l'accarezzai dolcemente e poi mi spostai verso il basso. Il mio pollice andò a sfiorare le sue labbra carnose e morbide, in quel momento divise per via del leggero fiatone che aveva.
Nonostante il buio che ci circondava, riuscivo perfettamente a distinguere tutti i suoi lineamenti. A partire dai suoi occhi grandi che mi stavano fissando intensamente, dal suo naso piccolo e delicato, fino ad arrivare alla sua bocca. Non riuscivo a vedere il colore, ma sapevo perfettamente che fosse di un roseo intenso.
-Io-
-Lo so. –mi interruppe, prima che io potessi dire qualsiasi cosa.
Si avvicinò a me e mi posò un bacio sulla fronte, poi sulla tempia, poi sulla guancia, poi sul naso, fino ad arrivare poco sopra il mento. Ora potevo sentire chiaramente la presenza delle sue labbra a poca distanza dalle mie. –Non c'è nessuno qui, Hyunae. –sussurrò. Il suo parlare, le fece sfiorare tra di loro. Potevo ricordare benissimo la sensazione che provai quella notte al compleanno di Sunmi.
Il mio cuore sprofondò e fu come prendere un grosso spavento, seguito dalla formazione di un groppo in gola.
-Solo noi. – si allungò leggermente e baciò l'angolo della mia bocca molto lentamente. Come se non volesse far finire quel momento realmente.
Separai leggermente le mie labbra e, facendolo, sfregai ulteriormente contro quelle di Jungkook. Era una tortura, una bellissima tortura. Avrei così tanto voluto baciarlo, sentire il suo corpo sul mio, sentirlo realmente vicino a me, dimenticarmi di tutto e concentrarmi solo su di lui, su di noi.
La sua mano, prima posizionata sul mio fianco, riprese a muoversi e cominciò a salire lentamente. –Basta che tu dica di sì. -
Quasi boccheggiai, in cerca di aria. Mi sembrava di essere stata in apnea fino a quel momento.
Lo guardai a lungo, in quegli occhi che aspettavano da me un solo segno per unirci.
Era la tentazione più grande della mia vita, era la mia rovina.
Pensai di baciarlo, lo pensai davvero intensamente. Immaginai me stessa alzarmi per baciarlo, infilare le dita tra i suoi capelli neri mentre le nostre lingue si sarebbero incontrate nuovamente. Pensai a quanto sarei stata bene, quante cose avrei mandato a quel paese solo per stare con lui una sola notte.
Ma era mio fratello.
Quando vide, dopo qualche minuto, che non accennavo a dargli una risposta, si mosse lui.
Sorrise, mi posò un bacio sulla fronte e si abbassò fino a far combaciare il suo viso col mio petto. Si posizionò esattamente sopra di me, cercando di distribuire il peso il più possibile per non farmi del male, e chiuse gli occhi.
Ero più che sicura che da lì poteva sentire il battito del mio cuore completamente impazzito.
Posò una sua mano sulla mia spalla, mentre l'altra si posizionò accanto al mio fianco, sfiorandolo leggermente.
-Dormi, schiccia. È tardi. -
A quel nomignolo, sentii i miei occhi riempirsi di lacrime.
Portai la mano destra tra i suoi capelli, accarezzandoli delicatamente, mentre la sinistra andò sul mio viso a tappare la bocca, soffocando quei singhiozzi che volevano insistentemente uscire.
Faceva male, faceva terribilmente male.
E io non potevo fare nulla.

Quando aprii nuovamente gli occhi, la stanza era inondata pienamente dalla luce del sole che finalmente era riuscito a scacciare quelle terribili nubi.
La prima cosa che vidi fu la mia mano, appoggiata al petto del ragazzo che mi stava tenendo vicino a sé con la sua poggiata al mio fianco.
Alzai leggermente gli occhi per guardarlo in viso e notai che era sveglio e stava utilizzando il cellulare, controllando le notifiche dei vari social. Era talmente tanto concentrato che neanche si era accorto del mio sguardo su di lui.
Mentre scorreva velocemente il dito sul display del cellulare, lo vidi corrugare le sopracciglia e guardare la parte alta dello schermo.
Cliccò molto probabilmente una notifica e saltò fuori la tastiera, con cui cominciò a scrivere. Non riuscii a vedere con chi stesse scrivendo, ma riuscii a capire che quel qualcuno gli aveva scritto qualcosa che non gli era piaciuto.
Finì di scrivere il messaggio e lo inviò, chiudendo successivamente gli occhi e sospirando pesantemente. Vedere quell'espressione corrucciata sul suo viso, mi fece allungare una mano fino a sfiorare il collo. –Già incazzato di prima mattina? -
Sussultò al mio tocco e riaprì immediatamente gli occhi, puntandoli su di me. Ogni traccia di nervosismo scomparve dal suo volto, lasciando spazio ad un leggero sorriso rilassato.
-Buongiorno. –disse, scostandomi dei capelli dal viso portandoli all'indietro. –Niente di che, non preoccuparti. -
Il suo tocco su di me durò pochi secondi, ma fu abbastanza per ricordarmi gli avvenimenti di quella notte.
-Stai meglio adesso? -
Annuii vigorosamente. –Scusami se sono venuta da te. -
Ridacchiò divertito, come se avessi detto una sciocchezza. –Ma di cosa ti scusi, sono qui apposta. -
Le campane della chiesa cristiana presente vicino a casa nostra cominciò a suonare improvvisamente. Ci scambiammo un veloce sguardo. –Che ore sono? –chiesi, guardando poi diretta verso l'orologio.
-Mezzogiorno. –rispose Jungkook, prima che io potessi mettere a fuoco le lancette.
-È ora di alzarsi. –picchiettai il suo petto con le dita e mi alzai, sciogliendo la sua presa su di me. –Cosa vuoi per pranzo? –scesi dal letto e mi diressi verso la porta, lui mi seguì a ruota.
-Ordiniamo d'asporto? –si stiracchiò all'indietro e infilò una mano sotto la sua maglietta per grattarsi la pancia. –Non ho voglia di pulire i piatti. -
-Va bene. –scendemmo le scale e finimmo in salone. Ci sedemmo entrambi sul divano e accendemmo la televisione.
Mentre cercavo qualcosa di bello di vedere, lui cominciò a parlare. –Come è andata ieri con Jongin? -
Potei sentire il suo tono insicuro nel pormi quella domanda. Il fatto che lo avesse chiamato col suo nome e non con qualche presa per il culo era già tanto e lo apprezzai.
-Mah. –mugugnai. –Normale, niente di speciale. –in quel momento volevo essere sincera con lui. Non volevo dire "bene" solo per vantarmi di aver trovato il suo sostituto, sarebbe solo stato mentire spudoratamente. Jongin non era Jungkook e non lo sarebbe mai stato. –Te invece? Con Joohae. -
-Lasciamo stare. –da quella risposta, fui più felice di quello che sarei dovuta essere veramente. –Mi ha portato in un ristorante vegano. -
-Come scusa? –pensavo di aver capito male.
-Hai sentito. -
Trattenni la risata che stava per esplodere dentro di me. –Era per quello che volevi che ti facessi da mangiare prima? -
Mi guardò rassegnato e io capii subito la sua risposta.
Non potei non ridere.
-Yah! –mi richiamò, dandomi un pizzicotto sulla gamba, non riuscendo però a fermare le mie risate.
-Non ci posso credere. –delle lacrime si stavano formando nei miei occhi e la pancia cominciava veramente a far male. –Jeon Jungkook in un ristorante vegano. Cosa hai mangiato? Erba? -
-È stato più buono del previsto. –incrociò le braccia al petto e sbuffò, ma questa sua affermazione non fece altro che aumentare le mie risate.
-Ti prego basta. –soffocai quando sentii bruciare i miei addominali. Mi rigirai sul divano e finii con la testa sulle sue gambe, ancora scossa dagli spasmi.
Lo sentii sbuffare. –Ti ha baciato? -
Le mie risate si fermarono di colpo e mi asserii improvvisamente. –Jongin? -
-No, Taehyung. Sì, Jeongin. -
Mi alzai dalle sue gambe e mi sedetti, guardandolo in viso. –Sei geloso? -
Guardò da un'altra parte. –Io? No. -
Sorrisi dolcemente. –No, non mi ha toccata. -

Oggi doppio aggiornamento. Sono riuscita a scrivere due capitoli, studiare spagnolo e persino fare un po' di work out. C'è qualcosa che non va.

┏My Hot Stepbrother┛✻ Jeon JungkookWhere stories live. Discover now