4. «Sono affamato di te.»

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WARNING: preparate l'acqua santa.






Taehyung.




Mi stavo godendo lo scroscio dell’acqua calda sulle spalle, lasciando che il vapore portasse via lo stress e i pensieri negativi degli ultimi giorni. Tutto ciò a cui riuscivo a pensare era se accettare oppure no la proposta di quell’imprenditore francese.

Nella vita ero sempre stato un ragazzo impulsivo, il vecchio me avrebbe accettato seduta stante senza pensarci troppo ma ora ero cresciuto, maturato, cambiato. Avevo delle persone al mio fianco e le mie scelte avrebbero influenzato anche loro, non potevo più focalizzarmi solo ed esclusivamente su me stesso.

Mi sciacquai il viso un’ultima volta prima di uscire dalla doccia e indossare l’accappatoio. Mi asciugai velocemente, mi misi il pigiama e poi passai rapidamente il phon sui capelli per cercare di asciugarli quel minimo da non farmi prendere freddo.

Quando uscii da lì recuperai il telefono e mi resi conto che ero rimasto rinchiuso in bagno per più di un’ora e soprattutto la casa era troppo silenziosa. Che Jungkook si fosse già addormentato?

Rimasi un secondo interdetto quando trovai la porta di camera nostra chiusa, solitamente la lasciavamo sempre aperta anche perché a Yeontan piaceva saltare sul letto e dormire tra di noi o ai nostri piedi. Tirai giù la maniglia constatando che almeno non fosse chiusa a chiave e quando la spalancai venni invaso da un fortissimo profumo di frutti rossi, mango e pesca.

Avevo scelto proprio quella casa perché non volevo rinunciare all’agio della stanza grande con cabina armadio e la camera mia e di Jungkook era semplicemente immensa. Di fronte alla porta era posizionato il letto matrimoniale con due comodini, uno per lato. Ai piedi del letto avevamo fatto mettere due poltrone, separate l’una dall’altra da una cassapanca sopra la quale c’era la cuccia di Yeontan che però usava solo ed esclusivamente quando non c’era nessuno sul letto. Dietro ai comodini c’erano due immense finestre che davano sul giardino e potevamo goderci tutti i giorni la vista della nostra piscina, posizionata retrostante la casa e circondata da alcuni alberi di ciliegio che non vedevo l’ora fiorissero in primavera. Sulla destra c’era l’anta scorrevole per entrare nella cabina armadio e sulla sinistra avevamo fatto posizionare una scrivania ad angolo e delle mensole che Jungkook aveva provveduto a riempire di cornici con foto scattate durante i nostri viaggi. Era l’unica stanza che avevamo arredato completamente insieme e ogni particolare era stato pensato e cercato con minuziosità.

Immediatamente notai la luce soffusa e tante, molte candele profumate posizionate in ogni angolo della camera. L’aroma e il tepore che emanavano mi provocarono una sensazione di pacatezza e rilassamento che subito venne sostituita da eccitazione quando il mio sguardo si posò su Jungkook disteso, con la testa appoggiata ad una mano che a sua volta era posizionata sul cuscino e mi guardava. Aveva il lenzuolo a coprirgli il corpo ma a giudicare dalla spalla e dal braccio nudo, immaginai non stesse indossando alcun tipo di indumento.

Mi precipitai al suo fianco, lasciandomi letteralmente cadere sul materasso e gli circondai la vita con un braccio, attirandolo a me.

“Non è il nostro anniversario quindi non dirmi che mi sono dimenticato di qualche mesiversario importante, non me lo perdonerei mai.” Gli sussurrai facendo strusciare tra di loro i nostri nasi.

“Non ti sei scordato di nulla, voglio solo portarti via un po’ di stress.” Mi accarezzò la guancia e io chiusi gli occhi, godendomi il suo tocco delicato.

“E come pensavi di farlo?”

“Credo tu possa immaginarlo.”

Cominciò a baciarmi la mandibola per poi scendere lentamente verso il collo, strusciò la sua lingua sul mio pomo d’Adamo e a quel punto non resistetti più. Lo spinsi giù finchè la sua schiena non toccò il materasso e unii le nostre labbra. Ormai avrei dovuto essere abituato al suo sapore eppure ogni volta che lo baciavo sentivo i fuochi d’artificio esplodermi nello stomaco come la prima volta. Posizionai una gamba tra le sue, facendogliele divaricare e poi alzai il ginocchio, strusciandolo contro il suo inguine e dalla sua gola uscì un gemito strozzato.

Be my heavenly scenery | taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora