16. «Sei il mio angelo.»

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Jimin. 




Continuavo a camminare avanti e indietro per il corridoio con la tesi di laurea stretta al petto, ripentendomi nella mente le stesse tre frasi, quelle che proprie non riuscivano ad entrambi in testo per colpa di alcuni termini inglesi che credevo di non essere in grado di pronunciare correttamente anche se mi ero fatto aiutare da Taehyung.

Nell'ultimo mese e mezzo mi ero praticamente trasferito a casa di Yoongi, passando le mie giornate di fronte ai libri e al computer e le mie notti tra le sue braccia. L'avevo definitivamente presentato ai miei genitori, mentendogli sul come ci eravamo conosciuti e messi insieme. All'inizio ero restii a fidarsi di un ragazzo di 8 anni più grande di me ma poi avevano visto tutte le attenzioni che aveva nei miei confronti e si erano ricreduti.

Era stato proprio lui ad accompagnarmi a Seoul in macchina un paio di volte, per parlare col professore che mi stava aiutando nella correzione della tesi, per consegnare tutti i documenti, per reperire del materiale che era disponibile solo nella biblioteca universitaria e che mi serviva a tutti i costi.

Ed ora eccomi li, il prossimo in elenco a dover entrare per discutere la tesi. Ero agitato come mai lo ero stato in vita e la presenza dei miei parenti non mi stava aiutando.

Girai l'angolo e mi rifugiai in bagno, appoggiai la schiena alla parete fredda e feci dei respiri profondi ma proprio in quel momento vidi entrare i miei amici e chiusi gli occhi.

"Chim, sorridi quando entri, okay? Sembrerai più sicuro di te stesso."

Sbuffai a quella frase. Sapevo di potercela fare però temevo che mi tremasse la voce, che il PowerPoint non funzionasse, che mi facessero domande a cui non avrei saputo rispondere.

"Ehi-" Sentii una mano calda accarezzarmi la guancia e aprii gli occhi, trovandomi un elegantissimo Yoongi davanti. Ero arrivato in università con lui, sapevo mi avrebbe fatto fare un viaggio tranquillo rispetto che se lo avessi fatto con i miei genitori. "-Andrà bene. Sarai bravissimo."

"Che ne sai, tu non l'hai mai provato, Yoon..." Risposi quasi triste. "Questa attesa è snervante. Dura poco, vero?" Mi girai verso Taehyung ossia l'unico laureato tra tutti noi. "Ti prego, dimmi che dura poco. Mi sento sotto tortura."

"Dura poco. Non fai in tempo a sederti che è già ora di andartene, vedrai." Cercò di rassicurarmi.

E così fu. Perché pochi minuti dopo venne chiamato il mio nome e io mi sedetti e cominciai a parlare veloce come un treno, gesticolando poco perché sarebbe stato segno di insicurezza, risposi perfettamente a tutte le domande che mi furono rivolte e quando il Presidente pronunciò il mio voto finale, le gambe quasi mi cedettero. Ero sempre stato bravo a scuola, mi ero sempre impegnato perché volevo avere i voti più alti della classe, perché preferivo studiare volta per volta per affaticarmi meno nella preparazione di una interrogazione, un compito o un esame. Avevo finito le superiori con il massimo dei voti e la situazione si era semplicemente ripetuta anche all'università. Il problema era che ora ne capivo l'importanza.

Si alzarono tutti in piedi, il Presidente, il mio professore e anche gli altri tre presenti.

"Grazie ai poteri conferitomi, la dichiaro Dottore in Statistica e tecnologie informatiche con una votazione di 110 e lode."

Il mio cuore si fermò, il tempo e lo spazio si fermarono, io rimasi immobile. Sentii applaudire alle mie spalle ma solo dopo che ebbi salutato, ringraziato, fatto le foto e uscito dall'università cominciai a realizzare cosa fosse successo.

Ci sedemmo nel locale che avevamo scelto per festeggiare almeno con i parenti che non la smettevano di farmi domande e io volevo solo starmene in pace, chiacchierare con i miei amici e con il mio ragazzo ma ovviamente dovevo sorridere e accontentarli ancora per un po'.

Be my heavenly scenery | taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora